Se andate a leggere cosa ha scritto l'autrice nella sezione dedicata capirete subito con che tipino abbiamo a che fare!
Titolo: 44 Capitoli su 4 Uomini
Autrice: BB Easton
Serie: Autoconclusivo
Casa Editrice: Quixote Edizioni
Genere: Humor, Commedia, Erotico
Data di pubblicazione: 23 Aprile 2018
Trama
Gli psicologi scolastici non dovrebbero mai scrivere libri sul sesso, perché farlo sarebbe considerato “non etico” e “offensivo”. Fortunatamente per voi, l’etica non è mai stata la mia caratteristica principale. Dopo aver passato anni cercando di rendere la mia vita sessuale un po’ più piccante, ho lasciato perdere e ho iniziato a scrivere un diario. Forse il mio bellissimo, freddo e impassibile marito, non era in grado di darmi quel tipo di passione che avevo iniziato ad aspettarmi. Dopotutto, i miei ex fidanzati, uno skinhead diventato Marine, diventato poi un motociclista fuorilegge, un cantante punk con la faccia da bambino, scarcerato sulla parola, e un bassista heavy metal, erano tatuati e pieni di testosterone come la maggior parte degli uomini protagonisti dei miei romanzi preferiti. Se non avessi potuto avere di nuovo quel tipo di passione nella mia vita reale, avrei almeno potuto scriverne.
Giusto? Nessuno lo avrebbe saputo. Sarebbe stato il mio piccolo segreto. Be’ indovinate un po’? Mio marito ha letto ciò che ho scritto. E indovinate cos’altro è successo? Ha deciso di mettersi in gioco. Ebbra di potere e seguendo i dubbi consigli della mia migliore amica e collega, ho iniziato a testare i suoi limiti, sperimentando ciò che avevo scritto nel mio diario, e il tutto per cercare di manipolare il comportamento di Ken. Per la maggior parte delle volte ha risposto in modo magnifico… eccetto quando non lo ha fatto.
L'Autrice
Credo che, per potervi dire chi io sia, come prima cosa devo dirvi chi voglio essere.
E ciò che voglio essere è l’ammasso fumante e fremente di carne e denti che si creerebbe se la scienza rendesse geneticamente possibile un bambino tra Jenny Lawson e Kelly Ripa, con una buona dose di Megan Fox.
Almeno, questo è il sogno.
In realtà sono una psicologa scolastica (o lo ero prima che mi licenziassero per condotta immorale.
Se stai leggendo questo, probabilmente è già successo), e vivo in un sobborgo del sudest, che ti succhia la voglia di vivere, con mio marito e i nostri due amati cherubini (o vivevo prima che divorziasse e/o mi facesse internare).
Malgrado i miei gironi punk-rock siano ormai passati, ogni anno mi tingo i capelli di rosa il primo giorno della pausa estiva e prego che sbiadiscano per agosto. Non soddisfa completamente il mio bisogno di ribellione, ma gli sguardi di giudizio nel supermercato mi fanno sentire abbastanza bene.
Voglio anche essere il tipo di persona che sta sveglia fino alle due del mattino a scrivere romanzi erotici, ma invece sto sveglia fino alle tre del mattino a scrivere della mia perversa storia sessuale perché non ho immaginazione.
Dopo un minuscolo ciclo REM, vengo riportata a uno stato conscio a suon di sberle dalla mia sveglia e corro al lavoro con i capelli ancora bagnati e il mio thermos, decorato con qualche frase motivazionale sull’universo, ancora sul tetto della mia auto, il mio pranzo tranquillo nel frigorifero dove mio marito, che ha sofferto a lungo, l’ha messo la sera precedente, e la cintura del mio cappotto che colpisce con forza il manto stradale mentre accelero. Sono quella che i dottori chiamano persona con deprivazione cronica del sonno, o, come dice Ken, “depravazione”.
A essere sincera, non ricordo nemmeno di aver scritto questo libro.
No, seriamente. Se sembro il tipo di persona con cui volete essere amici, allora scrivetemi pure, senza timore. Solo, non siate sorpresi se doveste ricevere una risposta alle due di notte con un inspiegabile meme di Shia LaBeouf e poi un altro messaggio alle sette e cinque del mattino, originariamente per mio marito, in cui gli chiedo di mettermi il pranzo nella buca delle lettere, per favore, così che io possa ripassare e prenderlo senza dover uscire dall’auto.
E ciò che voglio essere è l’ammasso fumante e fremente di carne e denti che si creerebbe se la scienza rendesse geneticamente possibile un bambino tra Jenny Lawson e Kelly Ripa, con una buona dose di Megan Fox.
Almeno, questo è il sogno.
In realtà sono una psicologa scolastica (o lo ero prima che mi licenziassero per condotta immorale.
Se stai leggendo questo, probabilmente è già successo), e vivo in un sobborgo del sudest, che ti succhia la voglia di vivere, con mio marito e i nostri due amati cherubini (o vivevo prima che divorziasse e/o mi facesse internare).
Malgrado i miei gironi punk-rock siano ormai passati, ogni anno mi tingo i capelli di rosa il primo giorno della pausa estiva e prego che sbiadiscano per agosto. Non soddisfa completamente il mio bisogno di ribellione, ma gli sguardi di giudizio nel supermercato mi fanno sentire abbastanza bene.
Voglio anche essere il tipo di persona che sta sveglia fino alle due del mattino a scrivere romanzi erotici, ma invece sto sveglia fino alle tre del mattino a scrivere della mia perversa storia sessuale perché non ho immaginazione.
Dopo un minuscolo ciclo REM, vengo riportata a uno stato conscio a suon di sberle dalla mia sveglia e corro al lavoro con i capelli ancora bagnati e il mio thermos, decorato con qualche frase motivazionale sull’universo, ancora sul tetto della mia auto, il mio pranzo tranquillo nel frigorifero dove mio marito, che ha sofferto a lungo, l’ha messo la sera precedente, e la cintura del mio cappotto che colpisce con forza il manto stradale mentre accelero. Sono quella che i dottori chiamano persona con deprivazione cronica del sonno, o, come dice Ken, “depravazione”.
A essere sincera, non ricordo nemmeno di aver scritto questo libro.
No, seriamente. Se sembro il tipo di persona con cui volete essere amici, allora scrivetemi pure, senza timore. Solo, non siate sorpresi se doveste ricevere una risposta alle due di notte con un inspiegabile meme di Shia LaBeouf e poi un altro messaggio alle sette e cinque del mattino, originariamente per mio marito, in cui gli chiedo di mettermi il pranzo nella buca delle lettere, per favore, così che io possa ripassare e prenderlo senza dover uscire dall’auto.
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