sabato 26 marzo 2022

Recensione - "Namiko e i giardini di Kyoto" di Andreas Séché

Buon sabato a tutti! Oggi vi propongo la recensione di un testo che si adatta perfettamente con l'arrivo della bella stagione. Si parla di giardini giapponesi ma con essi il significato che ogni elemento, dalle pietre alle piante vengono posizionati per dare un significato al giardino stesso. Monica lo ha letto e ne è rimasta affascinata.
Titolo: Namiko e i giardini di Kyoto
Autore: Andreas Séché
Genere: Narrativa
Pagine: 156
Editore: Mondadori
Data di uscita: 15 febbraio 2022


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Quando un giornalista tedesco di ventinove anni si reca in Giappone per un reportage sull'arte dei giardini, non può certo prevedere che questo viaggio cambierà la sua vita per sempre. Nel corso delle sue passeggiate nei giardini di Kyoto incontra infatti la misteriosa e sensibile studentessa Namiko, custode di un rapporto intimo con la natura, e ne rimane immediatamente affascinato. Ascoltandola ripercorrere l'arte millenaria che rende questi giardini spazi di meditazione e armonia, si rende conto che la donna sussurra e che il tono sommesso della sua voce regala alle parole un'intensità e un significato del tutto nuovi, in grado di toccare le corde più profonde dell'anima. Namiko sussurra non solo con le parole, ma anche con i gesti, lo sguardo e il tatto. Per il giornalista è solo il primo passo di un lungo viaggio, dentro una cultura celata nei caratteri della scrittura e nei tradizionali kúan che il protagonista inizierà a comprendere con l'aiuto del padre di Namiko. Finché una notte, seduto al fianco della giovane donna nel "giardino dei sospiri alla luna" ad ascoltare la melodia di un flauto tradizionale, si troverà a dover prendere una decisione difficile e da cui non potrà tornare indietro. Attraverso una storia d'amore unica e commovente che mette a confronto la mentalità occidentale con quella orientale, questo romanzo esplora l'eterno dilemma tra ragione e cuore, tra avere ed essere, trovando una risposta nella poesia.

venerdì 25 marzo 2022

Anteprima - "Un mese per ricominciare" di Nusia, uscirà l'8 aprile!

Titolo: Un mese per ricominciare
Autore: Nusia
Genere: New Adult
Pagine: 356
Editore: Cherry Publishing
Data di uscita: 8 aprile 2022


«Non sempre esiste il “vissero felici e contenti”, ma esistesempre un vissuto condiviso che non va dimenticato e che, inqualche modo, ci ha arricchito.»

Alice e Isaac sono sempre stati la costante del gruppo scatenato di Jacksonville, la coppia storica che faceva da collante tra i loro amici in conflitto con i loro sentimenti. Eppure l’uragano tocca inevitabilmente anche loro. 
Si può continuare ad amare anche quando non si è più sicuri di se stessi? Alice da tempo sente un disagio crescente che non può più ignorare e che la porta a dubitare di tutto, persino di Isaac.
Quest’ultimo, pacato e sempre razionale, si ritrova ad affrontare una guerra di emozioni che non aveva previsto. Se l’amore batte veramente qualsiasi cosa, è in grado di ricominciare da dove si è interrotto? 

**Spin-off della dilogia Un mese per amare, Un mese per viversi
Possibile leggerlo anche senza aver seguito la saga

Anteprima - "L'istinto del lupo" di Viviana Leo, uscirà l'1 aprile!

Titolo: L'istinto del lupo
Autore: Viviana Leo
Genere: Paranormal Romance
Pagine: 180
Editore: Darcy Edizioni
Data di uscita: 1 aprile 2022


Una nuova minaccia mina la tranquillità di Ryan e Penny, maschio e femmina Alpha della città. Qualcuno di oscuro e malvagio si aggira tra le strade della piccola cittadina di Kelowna e Ryan si sentirà costretto a chiamare i rinforzi: suo fratello Black e il suo nutrito gruppo di licantropi di Toronto. 
Jenny, affiliata del branco di Ryan, non ha ancora incontrato il suo lupo maschio ed è convinta che non lo incontrerà mai. Eppure, gli occhi di Black la turbano più di quanto dovrebbero, ma Jenny è consapevole del fatto che non dovrebbe perdere la testa per il fratello del suo Alpha, così oscuro e affascinante. Ma l’istinto a volte è più forte della ragione e Jenny dovrà scegliere se seguire l’uno o l’altra. 

giovedì 24 marzo 2022

Recensione - "Tutti giù per terra" di Manuel Nucci

Buongiorno! Dai che la settimana sta finendo e presto ci sarà il bel fine settimana per riposare... oltre tutto il sole inizia ad essere più presente quindi fa un po' più caldo. Oggi sul blog Mariagrazia ci parla della sua ultima lettura, un thriller che le è piaciuto e l'ha tenuta ben sveglia!
Titolo:
 Tutti giù per terra
Autore: Manuel Nucci
Genere: Thriller
Pagine: 250
Editore: Nua Edizioni
Data di uscita: 24 marzo 2022

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Due uomini. Una notte nera come la pece. Una sgangherata Fiat Argenta procede incerta verso l’orfanotrofio Sant’Eufemio. È in questo luogo insospettabile che il Circolo dell'Amore, una loggia pedofila di stampo massonico, tiene i propri incontri segreti. Poche ore dopo la strana coppia è di nuovo all’opera. Questa volta si aggira per i boschi di castagno che circondano l’orfanotrofio, alla ricerca di un posto adatto per occultare un piccolo cadavere. Nel bagagliaio dell’auto, infatti, è nascosto il corpicino di una bambina. La bimba è morta da poco. Uccisa. Forse in un tragico incidente, o forse no. Alcuni anni dopo, dei religiosi verranno trucidati, uccisi in modo bizzarro tramite oggetti ispirati alle pedine del monopoli. Comincia così una corsa contro il tempo che vedrà il killer agire nell’arco di pochi giorni, seguendo un evidente e ben orchestrato piano di morte.

mercoledì 23 marzo 2022

W...W...W...Wednesday #181


Come sempre oggi il RECAP settimanale, rispondendo alle solite domande.

Cosa stai leggendo? (What are you currently reading?)
Qual è il libro che hai appena finito? (What did you recently finish reading?)
Quale sarà la tua prossima lettura? (What do you think you’ll read next?)

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martedì 22 marzo 2022

Recensione - "Coming Back. Il Guerriero di fuoco" di Alba Prattichizzo

Anche se da ieri siamo ufficialmente entrati in primavera, devo dire di avere ancora freddo... ma già il sole fa capolino più spesso e stare sotto ai suoi raggi diventa sempre più piacevole. Ed ecco che ho ripreso le mie letture sul balcone, certo non per troppo tempo, ma almeno qualche bagno di sole me lo son fatto. Questo mi porta al post di oggi che con mia grande gioia vi mostra la recensione del secondo capitolo della trilogia di Coming Back. Libro che ho letto in pochissimo tempo e che come il primo mi ha fatto passare piacevoli ore di lettura. 
Titolo: Coming Back. Il Guerriero di fuoco 
Autore: Alba Prattichizzo
Serie: Coming Back #2
Genere: Paranormal Romance
Pagine: 395
Editore: Self
Data di uscita: 21 marzo 2022

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A seguito della morte di Eliza, e con la nascita di un figlio maschio, la maledizione degli Shang continua il suo corso.
Compiuti quindici anni, Chris decide di lasciare la Cina e di partire per gli Stati Uniti abbandonandosi alle spalle un’infanzia segnata da silenzi e incomprensioni con suo padre.
Adam ha trascorso gli anni senza Eliza in un incubo che sembra non avere fine. Dopo la partenza di suo figlio, si lancia nell’ennesimo disperato tentativo di riportare indietro il suo amore.
Padre e figlio intraprenderanno un viaggio che li porterà a scoprire verità insospettate, a confrontarsi con nuovi nemici, e a superare vecchi rancori.
Due storie parallele che si uniranno di nuovo a San Francisco per affrontare il loro destino, in una lotta che li vedrà combattere per la prima volta non singolarmente, ma come una famiglia.
come una famiglia.

La serie "Coming Back"

01 - L'inizio della leggenda
02 - Il guerriero di fuoco
03 - La donna dagli occhi d’acqua (in scrittura)

domenica 20 marzo 2022

Concorso letterario: In mille parole #19 - Tema: "Il mare oggi era così calmo che... [INCIPIT]"... il vincitore è.... .

Buongiorno a tutti! Eccomi con una nuova edizione del Concorso letterario: In mille parole!
Iniziamo con una carica in più e anche qualche autore nuovo che ha voluto cimentarsi e mettersi in gioco scrivendo racconti di 1000 parole secondo un tema prestabilito.

Tutto è iniziato il 24 Ottobre 2019, quando è partito il concorso letterario, indirizzato a tutti gli autori che avevano voglia di mettersi alla prova e che erano pronti a cogliere ogni occasione per scrivere e farsi leggere. Alex Astrid del blog "Vuoi conoscere un casino" ha deciso infatti di organizzare un concorso per racconti brevi a tema, al quale possono partecipare autori emergenti e scrittori dilettanti. Alex e io siamo le organizzatrici e giudici, con l'aiuto di altri 4.
Se volete saperne di più leggete fino in fondo dove troverete anche il link per sapere come funziona, perché il concorso è ancora in atto e ogni due mesi ci sarà un tema differente.
Il tema di questo mese è stato

"Il mare oggi era così calmo che... [INCIPIT]"

ed ecco la classifica con i primi tre!

1. "L’infinito dentro" di Alessandro Gnani
...
2. "
Mio nonno viene dal mare" di Alex Isa Rigoni
e
"Talassofobia" di Anna Maria Scampone
...
3. "Ricordi" di Giorgia Lucca


Il racconto vincitore 

 "L'infinito dentro" di Alessandro Gnani

Il mare oggi era così calmo che pareva coperto d’olio. Dicevi sempre così quando tornavi dalla spiaggia. Il cavalletto a tracolla. Non avevi combinato nulla, ma sorridevi. La tela bianca sottobraccio parlava una lingua muta alle mie orecchie, mentre ascoltavo il tuo sorriso. Qua da noi il mare è di poca acqua e troppa sabbia. Sabbia bianca. Così tanta che ci puoi camminare per infiniti metri senza bagnarti l’ombelico. Non l’ho mai fatto. Le ruote di Bianchina non sono tanto amiche della sabbia. Dicono che s’infoppano e ci muoiono dentro. Morire dentro la sabbia è peggio che morire dentro l’acqua, dicevi, dentro la sabbia muori chiuso come gli insetti, mica sei parte dell’infinito. La storia dell’infinito non l’ho mai capita bene. Ma chi ero io per smentirti. Chi ero, da sempre costretta nel piccolo di Bianchina. Tornavi dalla spiaggia e mi spingevi sulla passarella. Le ruote di Bianchina scivolavano leggere sulle tavole di legno scuro. L’infinito ce l’avevo dietro di me ed ero felice. Tu volevi avercelo dentro. Ma chi ero io per rivelarti che t’illudevi. Lo so, meglio sognare tutta la vita che morire da insetti. Io voglio una vita tutta azzurra, dicevi, l’infinito ha il colore dell’azzurro. Ti chinavi un po’, come a ricordarmi la mia seduta su Bianchina. Quanto odiavo il tuo abbassarti al mio livello. E puntavi il dito laggiù. L’infinito è l’assenza di orizzonte, dicevi, quando mare e cielo si incontrano in un tutt’uno d’azzurro. Da principio hai tentato di fissare l’infinito da questa sabbia bianca. Montavi il cavalletto e vi poggiavi la tela. Il pennello, in mano per ore, non toccava mai. Tesoro mio, anche oggi non sono riuscito a cogliere l’infinito, dicevi, andiamo che s’è fatto tardi. Cento metri di passarella e già eravamo sulla veranda di casa. Avrei potuto vederti anche da qui, ma amavo starti più vicino possibile. Non te l’ho mai detto, ma l’ultima tavola della passarella è sempre stata la mia preferita, quasi una seconda casa, solo di me e di Bianchina. Il tuo mare di poca acqua t’ha portato via. Tu neghi, dici che è stato l’infinito, che meglio sempre morire dentro l’acqua. Ancora oggi questa storia non la capisco bene, ma non importa, non preoccuparti, il mio limite non deve essere il tuo. Così hai iniziato ad andare più e più avanti per la sabbia. A mala pena riuscivo a scorgerti, laggiù dentro il mare piatto come olio. Devo essere dentro l’infinito se voglio riuscire a rappresentarlo, dicevi. Per giorni lunghi di bonaccia rimanevi un puntino nero, troppo piccolo per sopravvivere al tuo falso infinito. T’aspettavamo, io e Bianchina, e tu tornavi sempre. La tela sottobraccio la vedevo ancora bianca, ma non smettevi di sorridermi. Anche oggi non sono riuscito, tesoro, continuavo a vedere la riga divisoria dell’orizzonte. Quella riga ha diviso noi. Ma non ci badavo, non preoccuparti, il tuo sorriso era il mio infinito. Il mare oggi è così calmo che pare volerti restituire da un momento all’altro. Come sempre lo guardo dall’ultima tavola della passarella. Da anni rincaso con Bianchina e non ci sei più tu a portarci sulla veranda. Ma non importa, non preoccuparti, il tuo infinito lo porterò sempre dentro.

Bio vincitore

Ho 49 anni e scrivo per hobby (anche se ultimamente molto meno). Mi piace spaziare tra generi vari e sperimentare. Ho scritto – o almeno ci ho provato – un giallo (ll processo Siberia), un romanzo di narrativa generale (La vita semplice) e un romanzo distopico (Il mare di Wuh). Qualche racconto è ancora chiuso nella memoria di questo pc. Chissà che prima o poi non trovi la porta d’uscita.

Il racconto che ho preferito

 "Mio nonno viene dal mare" di Alex Rigoni

Il mare oggi era così calmo che Sergio sarebbe rimasto ore immobile a fissarlo. Amava il mare calmo di notte. Non gli piaceva troppo dover andare a casa di suo nonno per vedere il mare. Intendiamoci, Sergio amava molto suo nonno. Il punto era che suo nonno gli aveva sempre raccontato moltissime storie inverosimili sulla sua giovinezza. La storia più ricorrente era quella secondo la quale lui viveva in una città in fondo al mare. A un bambino piace sentire storie assurde e fantasiose, ma Sergio ormai aveva 14 anni. Era un ragazzo magro, con gli occhiali e i capelli neri. A scuola era il migliore in scienze. Il suo sogno era diventare un uomo di scienza. Amava la razionalità e gli piaceva trovare sempre una spiegazione logica a tutto. Questo suo atteggiamento, gli rendeva davvero difficile sopportare le storie del nonno senza ribattere sottolineando le inesattezze dei suoi racconti. Aveva resistito a lungo, in passato, ma aveva deciso che, qualora in questo suo soggiorno a casa del nonno si fosse presentata l’occasione, avrebbe usato tutta la diplomazia necessaria per spiegargli per quali ragioni non credeva a una sola parola delle sue storie. Il nonno non era pazzo, semplicemente aveva una grande fantasia, dote che una persona pratica e razionale come Sergio non poteva apprezzare. Inoltre, si sa, 14 anni è l’età della ribellione, no? L’età in cui si smette di ascoltare gli adulti in silenzio. Era lì fermo a fissare il mare, quando il nonno lo raggiunse a piedi. “E’ una notte bellissima, non è vero?” “Si” rispose Sergio fissando il mare “questa notte c’è davvero una bella aria. Si sta benissimo.” “Ai miei tempi il mare era così diverso. Ti sarebbe piaciuto molto!” Sergio alzò gli occhi al cielo, sbuffando. “Per quale motivo sbuffi, ragazzo? “ “Nonno, senza offesa, mi racconti sempre le stesse storie, ma non sono credibili!” “Per quale ragione non sarebbero credibili?” “Nonno, suvvia, mi dispiace dirti questo, ma non credo più alle favole. A volte dici che il mare era diverso, altre volte che vivevi nel fondo del mare.” “Tu non mi ascolti ragazzo. Il mare era diverso ma non ho mai vissuto nel fondo del mare” “E allora che intendi dire quando dici che era diverso?” “Era diverso in molte cose. Era trasparente. Potevi vedere il fondo. Potevi vedere i pesci. Potevi nuotare e rifrescarti nella sua acqua.” Sergio alzò ancora gli occhi e sbuffò. “Nonno, non è possibile che ci fossero dei pesci nel mare. Il mare è troppo acido. Nessuna forma di vita può sopravvivere a contatto con il mare più di un minuto. Quindi è impossibile farci il bagno e, soprattutto, che ci sia qualche fantomatica città nel fondale. Il solo modo per avere acqua per bere o lavarsi è usare i depuratori.” “Ti dico che una volta era così. Le cose sono cambiate.” “No, nonno. Le cose non cambiano così tanto nel giro di poco tempo.” “Ma che ne sai tu ragazzo? Ma che ti insegnano a scuola?” chiese il nonno scocciato. Sergio, vedendo che il nonno si stava irritando, cercò di essere più diplomatico. “Nonno, a scuola ci insegnano come funziona il mondo. E ci insegnano che è sempre stato così. Le cose che dici tu sono frutto di folklore e fantasia. Vedi, è come quando dici che ai tuoi tempi il mondo era pieno di animali e di uccelli che si aggiravano liberi di giorno e di notte.” “Certo. È proprio così!” disse il nonno. “Ma nonno, lo sai che non è possibile. Il sole è troppo forte perché qualcuno possa sopravvivere ai suoi raggi per più di qualche minuto. Per questo possiamo uscire solo di notte. Per non parlare dell’aria poi. L’aria è tossica. Possiamo respirare solo con le mascherine e per non più di un paio d’ore. Gli animali non indossano mascherine. E non esistono nemmeno tutti gli animali che dici tu. Esistono solo mucche, maiali, galline e conigli. E possono vivere solo chiusi nei capannoni di cemento con i filtri dell’aria, nel buio totale.” “Non è sempre stato così, ragazzo. Credimi, una volta non era così.” “Nonno, è sempre stato tutto così. Non dirmi che sostieni quella leggenda secondo la quale il mondo era pieno di alberi e acqua pulita e poi tutto è finito così per colpa dell’inquinamento? È falso. Come sarebbe possibile cambiare un intero pianeta in un modo simile soltanto inquinando? La temperatura media è di 45 gradi. Con questa temperatura e con questo sole, gli alberi in giro per il mondo sono pochissimi. Il solo modo per avere ossigeno è produrlo artificialmente, lo sai bene.” Il nonno scosse la testa: “Ah, dunque non credi che l’uomo possa aver provocato simili disastri?” “Ma assolutamente no, nonno. Il mondo è sempre stato semi desertico, con un’aria irrespirabile e un’acqua tossica. È proprio grazie a queste difficoltà che l’uomo ha saputo svilupparsi in armonia con il pianeta.” “Ah tu la chiami armonia? Ma se il luogo in cui sono nato è laggiù?” disse il nonno, indicando il mare. “Ah, nonno. Ancora con questa storia dell’innalzamento dei mari. Nonno, la quantità d’acqua nel mondo non può aumentare. Come potrebbe essere esistita una città di nome Mantova e poi essere affondata nel mare assieme a mezzo mondo? Per caso gli alieni hanno portato altra acqua? “ disse Sergio, facendo una battuta per alleggerire la tensione. “A Mantova non c’era il mare. Ora è sommersa. E qui a Trento non c’era il mare. Ora c’è la spiaggia. I mari si sono innalzati, come puoi non capirlo?” “Lascia perdere nonno. Le tue teorie non possono convincermi. Ora andiamo che le 2 ore stanno finendo e tra poco non respireremo più!” disse Sergio dirigendosi verso casa. Il nonno lo seguì. Era molto deluso. Ma era questo che insegnavano oggi: non c’era stato alcun disastro ambientale, nessun innalzamento nei mari, nessun buco nell’ozono. L’uomo aveva devastato il mondo e doveva nascondere tutto per la vergogna. Ma in fondo l’uomo è sempre stato bravo a dimenticare.

Temi passati


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