lunedì 16 giugno 2025

Recensione - "L’arte di diventare umani" di Rob Riemen

Titolo:
L’arte di diventare umani
Autore: Rob Riemen
Genere: Saggio
Pagine: 200
Editore: Mondadori
Data di uscita: 28 gennaio 2025

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Quali sono gli strumenti che abbiamo per combattere la profonda crisi che permea la nostra epoca? Qual è il modo giusto di vivere? Secondo il saggista olandese Rob Riemen non ci sono strade precise da seguire, nessuna via già battuta, né metodi o protocolli: la ricerca del significato autentico della nostra esistenza non risiede nella scienza, ma in quei valori universali che solo l'umanesimo può indicarci. Diventare umani è una vera e propria arte: un'arte che possiamo apprendere ma che, come tutte le arti, richiede una pratica costante, una sensibilità e una dedizione individuale che non possono essere insegnate. Tuttavia possiamo far tesoro dei quattro consigli che Riemen ci offre, articolati in altrettante appassionate lezioni che come punti cardinali segnano la direzione: l'aspra e necessaria lezione di vita rappresentata dalla guerra; gli inganni della stupidità e la chiave per smascherarli; il costo, in termini di compassione e coraggio, di opporsi all'ingiustizia, e la ricompensa che ne deriva; la forza dell'ispirazione che salva dalla paura. In un dialogo continuo e provocatorio con i grandi maestri della letteratura e del pensiero occidentale - da Socrate a Thomas Mann, da Émile Zola a Michail Bulgakov -, Riemen non intende farci da navigatore e spiegarci passo per passo come uscire dal circolo vizioso di omologazione, falsità e superficialità entro il quale continuiamo a girare come trottole: non potrebbe farlo. Quello che fa invece è invitarci a cercare la via d'uscita, perché una via d'uscita c'è, senza dubbio. Chi vuole imboccarla, può servirsi di questo libro come di una bussola, in cui il Nord coincide con i valori eterni di bellezza, amore, verità, giustizia. E nel metterci in cammino, non possiamo dimenticare che portiamo con noi una responsabilità importante, che va oltre la nostra realizzazione personale: è il dovere che abbiamo verso la società di cui siamo parte, un impegno a vivere secondo quei princìpi che rendono una comunità giusta e compassionevole.

“Restiamo umani” era il motto con cui Vittorio Arrigoni, un attivista ucciso a Gaza nel 2011, firmava i suoi pezzi per il Manifesto e per il suo Blog. Era il suo modo per richiamare chi lo seguiva alla natura dell’uomo che era ben diversa da quella che stava vedendo a Gaza. Sono trascorsi 14 anni dalla sua morte e la pubblicazione di libri come questo dimostra in modo chiarissimo quanto l’invito di Vittorio Arrigoni e di molti altri, pensiamo solo a Gino Strada per esempio, sia caduto nel vuoto dell’indifferenza. Non è sempre facile la lettura di queste pagine. Non ho una formazione classica e la filosofia non è il mio pane, ma a parte questo, è estremamente interessante come viene affrontato il tema.

L’autore rimarca l’importanza dell’arte poetica. Afferma che la poesia abbia la “misteriosa capacità di infondere nuova forza attraverso le parole”. Se penso alla marea di poesie che in questi giorni ci arrivano da Gaza non posso che credere che sia proprio così.

C’è una rivalità tra arte e scienza? Non dovrebbe trattandosi di due cose così diverse. Ma se l’uomo per esigenze di profitto pretende di trasformare le università secondo i precetti della scienza economica ecco che non importano più i risultati accademici ma solo quelli economici. Ecco che i professori più scadenti saranno pronti a fare carte false pur di dimostrare l’alta frequenza ai loro corsi. Ma né loro nei quegli studenti che si affanneranno a far comparire i loro nomi nelle liste dei frequentanti sapendo che presentandosi all’appello a loro riservato passeranno l’esame senza problemi raggiungeranno lo scopo di restare umani. Perché “l’arte di diventare umani risiede nella nobiltà di spirito” non nella capacità di usare scorciatoie o, come sosteneva Socrate “inizia con la conoscenza di sé”.

Uomini che continuano a perseguire la guerra perché non si può far la guerra senza soldi e, soprattutto, non si possono fare i soldi senza la guerra potranno mai definirsi umani?

Eppure: “Quanto è bello, ma anche vulnerabile, il nostro piccolo pianeta nell’oscurità infinita! È davvero straordinario che esista un’umanità a cui è concesso di abitarlo, ed è incomprensibile che la gente non riesca a conviverci in armonia. È un’assurdità.  E che stupidaggine il nostro continuare a distruggerlo. Così distruggiamo noi stessi

Eppure oggi sembra essere qualcosa di cui vantarsi la stupidità e, di conseguenza, qualcosa di cui vergognarsi la cultura.

Quando i valori morali e spirituali non vengono coltivati, nichilismo e fanatismo fanno inevitabilmente la loro comparsa, come un virus che infetta la società con la violenza”.

Nessuna democrazia è immune al fascino del potere demagogico dello spirito antidemocratico”.

Non è forse quello a cui stiamo assistendo? “Quanto ci guadagneremmo in saggezza se la smettessimo di tagliare i ponti con il passato e di ignorare i conflitti che hanno segnato il XX secolo?

Uso le parole dell’autore perché esprime il mio pensiero meglio di quanto potrei fare io. Ho trovato molto conforto nel vedere come sostenesse tesi in cui mi riconosco ma, molto più sconforto quando pensavo alla reale situazione nei contesti reali di molti Paesi del mondo. Dove stiamo andando a finire?

Nelle quattro lezioni l’autore mette sul tavolo tutte le carte che si stanno giocando oggi sul piano internazionale e non si nasconde dietro un dito. Fa nomi e cognomi. Espone i dati, le cause e i pretesti. Basta leggere. Il tutto è, ovviamente ben scritto ed editato e ti lascia una domanda a cui davvero non trovo risposta: “Se è tutto così chiaro, perché stiamo perseguendo una strada di abbruttimento morale e spirituale allontanandoci sempre i più dall’essere umani?”

Vorrei davvero che molti di voi leggessero questo libro per aiutarmi a trovare questa risposta o a vedere un futuro più roseo di quello che riesco a intravedere io.

Assegno cinque belle stelle e vi auguro buona lettura.

 


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