Editore: Mondadori
Data di uscita: 11 febbraio 2025
AMAZON
Il 7 febbraio 1945 un commando di partigiani comunisti dei GAP attaccò a tradimento un gruppo di partigiani dell'Osoppo stanziato alle malghe di Porzûs, a pochi chilometri in linea d'aria da quello che oggi è il confine italo-sloveno. Il comandante e il delegato politico dell'Osoppo vennero uccisi sul posto, insieme a una donna e a un giovane che si trovavano alle malghe. Altri quattordici partigiani furono fatti prigionieri e assassinati barbaramente nei giorni successivi. Tra le vittime, anche il fratello di Pier Paolo Pasolini, Guido. Fu il più grave scontro interno alla resistenza italiana, oggetto di un dibattito storiografico e politico che si è trascinato fino a oggi. Nel primo dopoguerra la magistratura accertò la responsabilità di parte degli esecutori, ma molti interrogativi rimasero senza risposta. Chi aveva ordinato ai GAP di attaccare il presidio osovano? Era stato il Partito comunista italiano? Oppure il comando della divisione Garibaldi Natisone, che era entrato in rotta di collisione con gli osovani sull'appartenenza della zona di confine alla Jugoslavia socialista? O era stato il IX Corpo sloveno, che non aveva mai fatto mistero di non tollerare nella zona contesa formazioni partigiane che non fossero sotto il suo controllo? Oppure era stata una iniziativa personale dei gappisti? Attraverso un imponente e accurato lavoro di archivio, che incrocia per la prima volta documenti inediti italiani e sloveni, Tommaso Piffer getta nuova luce su uno degli episodi più controversi della storia della resistenza italiana, dando un nome e un volto ai mandanti dell'eccidio e mostrando come i fatti di Porzûs non siano soltanto una storia di frontiera, ma uno «straordinario crocevia di tutta la storia del Novecento europeo».
Il perdurare della guerra causa troppo spesso il
dissolvimento degli ideali e l’imbarbarimento di chi combatte. Se gli ideali
vengono poi sostituiti dalle ideologie accettate come dogmi, e dai vertici
arrivano informazioni vaghe e frammentate possono succedere cose che a 80 anni di
distanza sono davvero difficili da capire e accettare. La Resistenza è una
pagina importantissima della storia del nostro Paese. Ma anche la Resistenza è
stata fatta da persone fallibili e qui, indubbiamente, qualcuno ha sbagliato.
Non è facile da accettare perché siamo stati abituati a pensare che c’erano i
buoni e c’erano i cattivi. E non sembra possibile che i buoni abbiano potuto
fare certe cose. Ma le hanno fatte. E quindi? Fa male. A fare ancora più male
come la politica ha cercato di coprire e nascondere. Secondo me era importante,
a bocce ferme, riconoscere gli errori e condannarli per non esserne complici.
Si potevano provare a spiegare i motivi per cui partigiani hanno ammazzato
altri partigiani. Il confine orientale è stato sicuramente luogo di forti
scontri tra eserciti e tra ideologie e culture. Certamente lì, più che altrove,
c’era terreno fertile per eventi drammatici del calibro di quello di cui parla
Piffer in questo libro. E parlarne bisogna. Nascondersi dietro un dito permette
solo agli avversari politici di gettare fango su tutta la Resistenza. E questo
non è giusto. Sia data gloria a chi ha lottato per la liberazione dell’Italia
dal nazifascismo e sia condannato chi ha fatto altro. Bisogna che tutti
impariamo ad accettare che si può sbagliare ma che ognuno è responsabile dei
propri errori e ne deve pagare le conseguenze che altrimenti vanno a macchiare
anche chi colpe non ne ha. Mi ha fatto pensare molto questa lettura. Ancora
oggi quando qualcuno che appartiene a un corpo militare commette gravi errori
viene immediatamente coperto quasi che riconoscerne la colpevolezza macchiasse
l’onore del corpo intero. Invece è l’omertà a macchiare tutto il corpo.
Riconoscere il colpevole e cacciarlo fuori in quanto mela marcia renderebbe
onore alla squadra e ne manterrebbe intonsa la divisa.
Aspetto con ansia che questo divenga la norma e che cadano
tutti i muri di silenzio.
Saggio ben scritto e documentato. Caldamente consigliata la
lettura perché è sempre e comunque meglio sapere.
Assegno cinque stelle e vi auguro una buona estate ricca di
tante belle pagine.
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti alimentano il mio blog!
Se quello che ho scritto ti è piaciuto, lascia un segno del tuo passaggio. Te ne sarò grata.