lunedì 30 giugno 2025

Recensione - "Linfa nera" di Elisa Bertini

Titolo:
 Linfa nera
Autore: Elisa Bertini
Genere: Thriller
Pagine: 336
Editore: SEM
Data di uscita: 27 maggio 2025

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Quando la scena del crimine non parla e tutti gli indizi conducono a un vicolo cieco, arriva lei: arma segreta di una scienza pionieristica, indagatrice solitaria capace di svelare ciò che all’apparenza sembra invisibile. È la botanica forense Lena Malinverni, che esplora l’ambiente alla ricerca di tracce impercettibili restituite da radici, steli, pollini, frammenti vegetali. È Lena, donna razionale e metodica ma anche alle prese con attacchi d’ansia che può tenere a bada solo grazie ai farmaci. Instabile e ostinata come una pianta che cresce in un terreno avverso, ha imparato a leggere ogni minimo dettaglio della natura in grado di dischiudere verità celate. Succede con un caso che riemerge dal passato, il giorno in cui sull’Appennino romagnolo, nei pressi del paesino di Bloclei, viene ritrovato il cadavere di Eva De Luca. Scomparsa dopo essere stata sfigurata da uno stalker, la giovane Eva ha lasciato dietro di sé solo ombre. Massimo Severi, commissario dall’indole ruvida e istintiva, è a capo dell’indagine, e non sempre comprende i metodi di Lena, anche se la sua somiglianza con la vittima – i lunghi capelli rossi, la pelle diafana di una dea – lo seduce con la forza di un’oscura ossessione. Malinverni e Severi dovranno ripercorrere fianco a fianco la linfa nera che scorre sotto la facciata “innocente” del piccolo paese, su cui aleggia lo spettro di un serial killer. Fare luce sul misterioso omicidio è impresa tortuosa, ma Lena ha dalla sua una preziosa alleata, perché la natura non tradisce mai chi sa ascoltarla davvero. Nell’epoca in cui la scienza e la tecnologia paiono soppiantare ogni altro metodo investigativo, Elisa Bertini firma un thriller con una protagonista inedita venuta a ricomporre quella frattura con il cuore del pianeta che troppo a lungo abbiamo ignorato.
Botanica forense. Questa è stata la miccia che mi ha fatto decidere di leggere questo libro. Da poco ho iniziato ad apprezzare il genere thriller e le indagini poliziesche, e questa tematica a dire il vero mi mancava completamente, oltre a essere sconosciuta fino a poco tempo prima. 

Elisa Bertini non la conoscevo. Questo per me è il suo primo libro e, ragazzi, ma quanto è brava?! Mi è piaciuta tantissimo la sua scrittura.
Ho iniziato la lettura storcendo il naso per il carattere prettamente maschile con cui è stato sviluppato. Ma la predominanza degli uomini, soprattutto nell'ambito poliziesco, è un dato di fatto. E la loro mentalità, a me ovviamente oscura, è basata anche su stereotipi in linea di massima ovvi e banali per noi donne. L'autrice ha saputo descriverli a mio parere in maniera eccellente.
L'unica cosa che critico è l'assenza di descrizioni per il commissario Severi. Belloccio e con barba incolta... Avrei voluto sapere di più, ma forse non volendo distrarre i lettori con emotività inutili, si è preferito sorvolare. 

Mentre leggevo ho avuto due capolavori che mi affiancavano, "Profumo. Storia di un assassino" e "Il silenzio degli innocenti". Il primo per la capacità organolettica maniacale  dell'assassino e i capelli rossi, e il secondo per l'ambientazione e la tensione che si tagliava con un coltello.
I personaggi non sono ben descritti fisicamente ma caratterialmente invece si, soprattutto grazie alle loro abitudini.
Lena è una donna sensibile e incapace di stringere relazioni umane, ma da sola, con la natura e i suoi piccoli tesori al microscopio è una roccia. Dipendente da ansiolitici e piccole manie, poi la vedi correre la maratona o la notte partecipare a raid per la salvaguardia delle piante. 
Lei è la vera protagonista. Tutti gli altri fanno da contorno, anche se ognuno ha avuto il suo personale spazio.

È stata una proprio una bella esperienza la lettura di questa storia. Anche se l'inizio per ovvie ragioni è un po' più lento, arrivati alla fine esplode la curiosità del sapere. E, anche se avevo intuito un particolare dell'assassino, ovviamente la rivelazione finale è stata una bella sorpresa. 
I dettagli delle ambientazioni mi hanno fatta immergere in un film mentale perfetto.
Se dovesse capitarmi un altro libro di questa autrice sotto mano, so già che non avrei dubbi a iniziarlo.

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