Genere: Educazione, Psicologia
Pagine: 156
Editore: Mondadori
Data di uscita: 22 novembre 2022
AMAZON
Pagine: 156
Editore: Mondadori
Data di uscita: 22 novembre 2022
AMAZON
«La prima volta che ho preso coscienza di essere un Noi è stata quando, abbracciando mia madre dopo uno spavento spaventosissimo, ho sentito intera la grazia di essere figlia. Lo spavento spaventosissimo è stato dimenticato, ma non quell'abbraccio. Io e lei, lei e io... e noi che dello spavento ci facevamo beffe tra lacrime e sorrisi.» L'intuizione avuta allora - non esistiamo se non nella relazione - si è poi trasformata per quella bambina nella consapevolezza perpetua e pervasiva di essere in ogni istante parte di un Noi. A livello personale (come figlia di, madre di), a livello umano (come vivente tra i viventi, ciascuno parte di un più grande organismo), a livello culturale... Da quel momento sono passati anni, la bambina è diventata una professoressa di Psicologia dello sviluppo, esperta di strategie di supporto ai disturbi del neurosviluppo, ma non ha perso quella visione d'insieme. Sente nitidamente che il suo sguardo sul mondo, il suo sapere odierno sono anch'essi parte di un Noi: un Noi che travalica il tempo e lo spazio, figlio e frutto di alcuni «abbracci» speciali. Abbracci di giganti del pensiero, singoli che hanno oltrepassato il limite dell'io regalando a noi il loro passo oltre l'ostacolo. Ne "Il tempo del Noi" Daniela Lucangeli dialoga con otto di loro (da Maria Montessori ad Anna Freud, da don Lorenzo Milani a Friedrich Fröbel) sui temi che più le sono cari - l'educazione, la vulnerabilità e il talento, la pace - facendo emergere come, e perché, alcuni individui hanno cambiato per sempre la struttura del sapere collettivo. Accendendo doni che hanno permesso al Noi successivo di camminare in pienezza di luce.
Ho avuto modo di vedere Daniela Lucangeli diversi anni fa ad un convegno che, fino al suo intervento, era risultato piuttosto soporifero. Lei cambiò tutto. Parlò con competenza e partecipazione dei bambini che, troppo spesso vengono definiti iperattivi anche quando sono semplicemente bambini vivaci. Ricordo che quando chiuse il suo discorso la platea, ormai completamente sveglia, esplose in un applauso con tanto di standing ovation.
Ho ritrovato lo stesso stile in questo suo libro: la stessa competenza e lo stesso entusiasmo nel mettere in fila le parole. Inutile dire che il libro è scritto molto bene e editato altrettanto bene.
Non è decisamente un testo leggero da leggere per svagarsi un po’, a meno che non si abbiano conoscenze in campo psicopedagogico molto solide. Resta comunque una lettura adatta a chiunque voglia conoscere dei personaggi che, in modi simili o molto diversi, hanno contribuito a trasmettere l’idea che l’individuo è sempre e comunque parte di un Noi.
Certamente ci sono riferimenti a teorie psicologiche ma il linguaggio usato è comunque semplice. Leggendolo ho pensato che i giovani che leggono i tanti “Manuali del perfetto genitore”, troppo spesso non all’altezza di quello che promette il titolo, dovrebbero, invece, leggere libri come questo o come un altro che lessi anni fa di John Medina: Naturalmente intelligenti.
Sono entrambi libri che non promettono di svelare ogni mistero della genitorialità ma che forniscono informazioni e strumenti che non si trovano nemmeno nei migliori manuali.
Lucangeli ci presenta otto personaggi che sono stati per lei importanti. Per tutti ho trovato aspetti singolari del loro pensiero che si sono rivelati così innovativi rispetto al tempo in cui sono vissuti e che sono ancora così attuali.
Maria Montessori che si è battuta per far sì che i bambini non venissero più considerati degli esseri incompleti, dei “vasi d riempire” bensì esseri completi colmi di energia creativa e morale e, soprattutto, che nessuno esiste se non nella relazione.
Don Milani ha mostrato come non sia sufficiente la presenza di un docente che insegna perché i discenti imparino. Da lui ci arriva il motto “I Care” che esprimeva un ribaltamento dello sguardo sull’educazione: non più “Io ti curo” ma “Tu mi stai a cuore”. Tu diviene soggetto e, soprattutto, fine.
Anne Freud, per prima, capì che i bambini non sono adulti in miniatura ma una diversa umanità da imparare a comprendere. Sostenne che, poiché il loro sviluppo mentale è completamente connesso alla vita mentale della famiglia e degli adulti di riferimento, oltre ad aiutare il piccolo a equilibrare i propri meccanismi di difesa, il psicoterapeuta infantile deve anche aiutare la famiglia a comunicare efficacemente con i propri figli. Serve un approccio a tutto tondo perché “siamo tutti inclusi”.
Non avevo mai sentito nominare Friedrich Frobel, pedagogista nato nel settecento, che profetizzò la visione olistica: “siamo un sistema vivente, tutti interconnessi con tutto, dentro e fuori, sofferenti anche quando in salute, c’è natura e molto altro in ogni cellula e pensiero. Superò quindi il dibattito natura vs cultura affermando che “siamo organismi, parti di un grande organismo e intuendo non solo l’esistenza di un “cervello sociale” della specie umana, ma di un vero e proprio sistema vivente di cui la nostra specie fa parte, come foglie nella foresta, gocce nell’oceano. Interdipendenti.”
Poi Marie Curie che ha dimostrato al mondo come genio e talento non siano un dono che si ha, oppure no, ma possono emergere solo nel Noi, nella relazione. “Ci ha mostrato come tra l’infinitamente grande del cosmo e l’infinitamente piccolo dei quanti, c’è un infinitamente medio: noi. Noi esseri umani.”
Non mi sarei mai aspettata di trovare tra questi grandi anche Ludwig van Beethoven, colui che nel momento peggiore della sua vita, quando è diventato sordo, ha saputo trovare da solo le risorse per superare questa sua vulnerabilità e ha composto l’Inno alla gioia. Da lui Lucangeli ha imparato che “La potatura esclude, taglia fuori, elimina. Funziona bene per i giardini, è utilissima per le connessioni cerebrali, ma non va bene per il pensiero. Né per il sentire. Dobbiamo coltivare un pensiero non potato. Capace di accogliere corpo, mente, spirito, creazione e generazione: tutte strutture di un unico flusso. Note della stessa sinfonia.”
Anche Sophie Germain non mi era nota. Non solo è stata un prodigio della matematica, ma è stata anche la prima a essere riconosciuta come tale alla fine del 1700. Eppure, ancora oggi qualcuno sostiene che le donne siano più portate per le lettere che per i numeri. Dalla sua storia Lucangeli ricava che “la relazione interessante, quindi, non è tanto quella tra stereotipo e abilità matematica, ma tra stereotipo e autostima: le ricerche dimostrano che le aspettative di successo sono in linea con i risultati ottenuti sia per i maschi sia per le femmine.”
L’ultimo personaggio è sorprendente. Per questo non intendo svelarlo. L’insegnamento arriva dall’”alba dell’ombra del mondo”e lascia la speranza di “un mondo che rinasce e si rinnova. Che smette di avere paura e sceglie la pace.”
Per ognuno di questi personaggi Daniela Lucangeli individua un dono che, da loro, sente di aver ricevuto, e con lei il mondo intero. Nel libro però anche lei ci lascia dei doni. Innanzi tutto ci aiuta a comprendere la grandezza di questi pensatori, ma poi sceglie di condividere alcuni messaggi di suoi giovani studenti. E leggere questi scritti mi ha veramente dato dei brividi. Per questo chiudo riportando quello che più mi ha fatto toccare con mano le emozioni che questi ragazzi vivono.
Prof non ne posso più, non ne posso più, non ne posso più, io mi sento solo… tra tanti soli… solo. Proprio come quella particella di sodio dispersa nell’acqua… ”C’è nessuno?” chiedo. “C’è nessuno?” Così mi sento solo: solo e assetato di gioia da condividere.E perché?Perché la storia vampira degli adulti ha trasformato la mia scuola in verificatoio e gli affetti in cactus… a cui avvicinarmi con cautela e circospezione, metti mai mi facciano un piano didattico personalizzato perché sono più sensibile degli altri.Riaccendere il desiderio di gioia nell’essere insieme è la medicina che vorrei per me.Non per arroganza, ma per necessità e apnea.Vi do qualche suggerimento prof, per voi e i vostri congressi sapienti.Fabbricate pillole di gioia in parole, opere e omissioni.In parole: tornate a dialogare con chi mettete al mondo.In opere: cominciate a vivere insieme a chi mettete al mondo.In omissioni: omettete il vostro peso dalle loro ali.E lei, prof, ha qualche suggerimento migliore?
Ecco, le parole di questo ragazzo di diciassette anni sono il dono che ho scelto di condividere con voi tra quelli presenti nel libro. A voi spero sia venuta la curiosità di scoprire gli altri.
Per tutto quanto ho scritto assegno a questo libro 5 stelle piene. E ve ne consiglio caldamente la lettura. Se cercate in rete potete trovare tantissimi video di Daniela Lucangeli e iniziare a farvi un’idea del personaggio che è.
Buona lettura.
Libro interessante, ottima recensione, grazie
RispondiElimina