venerdì 20 maggio 2022

Concorso letterario: In mille parole #20 - Tema: "Che due biiip! Mi avete rotto le palle! [EXPLICIT]"... il vincitore è....

Buongiorno a tutti! Eccoci giunti alla fine del Concorso letterario: In mille parole con l'ultima edizione!
Si avete letto bene, il concorso è giunto al termine dopo quasi quattro anni... In queste venti edizioni abbiamo letto racconti divertenti, malinconici, fantastici, romantici e persino misteriosi... insomma, gli autori e le autrici partecipanti ne hanno scritte davvero di tutti i colori, stupendoci sempre con la loro immaginazione. Abbiamo condiviso un viaggio, un percorso di crescita, si è creato un bel rapporto tra persone che avevano voglia di mettersi in gioco.
Il concorso chiude qui, ma crediamo e speriamo che tutto quello che abbiamo imparato e coltivato con In mille parole possa accompagnarci tutti a lungo. 
Mi rivolgo ora direttamente ai partecipanti: lo sappiamo, siete tristi. Tuttavia noi giudici crediamo che il concorso sia arrivato alla sua degna conclusione e non vorremmo, portandolo avanti troppo a lungo, rovinare la sua essenza e il divertimento che ci ha regalato finora. Non sappiamo ancora se nei prossimi mesi organizzeremo qualche nuova attività per scrittori... ci stiamo pensando e vi terremo aggiornati.
Grazie di cuore a tutti voi che ci avete regalato le vostre storie. Le custodiremo con affetto.
Il tema di questo mese è stato

"Che due biiip! Mi avete rotto le palle! [EXPLICIT]"

ed ecco la classifica con i primi tre!

1. "Libero il mondo in un biiip" di Aedeone
...
2. 
"Sbarcare il lunario" di Stefano Pagni
...
3. "Lava-lamp" di Dario DG


Il racconto vincitore 

 "Libero il mondo in un biiip" di Aedeone

Biiip! Biiip!
È mattina e questo meraviglioso suono della sveglia mi desta da un sonno profondo che non provavo da mesi. Apro un occhio per prendere la mira e con un colpo ben assestato colpisco l’orologio-sveglia che vola verso il muro alla destra del mio letto e si frantuma in mille pezzi.
Oh, che fantastica giornata è appena iniziata!
Non sono per nulla nervoso, ma vorrei picchiare il mondo con una mazza da baseball chiodata, solo per vedere l’effetto che fa. Sì, voglio capire cosa si prova a percuotere il prossimo violentemente, solo un esperimento scientifico che non ha nulla a che vedere con il fatto che sono stato lasciato da mia moglie dopo anni di placida vita coniugale. Anche questo non lo capisco: mi ha abbandonato solo perché ho smesso di insultarla per il modo in cui faceva i lavori di casa mostrandole come si usa la scopa dalla parte del manico.
Adesso sono solo e posso godermi la vita a partire da questo splendido e solare lunedì mattina.
Fuori piove a dirotto, tuoni e fulmini minacciano tempesta, ma qui dentro c’è la tranquillità che serve per rilassarmi e affrontare amichevolmente il mio capo che lo scorso venerdì mi ha consegnato la lettera di richiamo. È la terza in poco meno di due mesi, ma sicuramente deve esserci un errore e, per questo, mi ha convocato oggi nel suo ufficio. Io sono pronto, anzi più che pronto visto che ho scritto anche una bella poesia in rima per lui:
Tra tre esplosioni di gaudio, alzata di dito (medio)
Oh, mio divin superiore
Possa tu schiattar di crepacuore.
Ah, ma mica subito subito
Non prima che tu abbia subito
Eh sì, una tortura ‘si tosta
Quanto a me la tua risposta!
Uh, dimenticavo un particolare,
la Ferrari t’ho rigato, su col morale!
Iiih iiih iiih sai che risate,
tutte a te destinate.

Sono fuori, in questo mondo fuori posto, ma dentro di me è tutto in ordine. Ho di fronte chiaro e limpido quello che devo lasciar dietro per non farmi influenzare da ciò che potrebbe mandare in bestia chiunque. Chiunque tranne me.
Biiip! Biiip!
Sono fuori di casa, dentro l’auto e il suono del clacson mi ricorda che a qualcuno la patente di guida è stata data con i punti della tessera del supermercato. Mi taglia la strada un SUV, quindi m’attacco ancora al clacson: Biiip! Biiip!
«brutto biiip, faccia di biiip, guarda dove vai altrimenti di rompo il biiip!»
Il clacson funziona alla grande, che splendida giornata!
C’è anche meno traffico del solito e questa mattina per arrivare in ufficio i soliti tre chilometri riesco a farli in trenta minuti risparmiando ben quattro minuti da quel biiiip del mio vicino di casa che, poco saggio, decide di andare a piedi verso la stessa destinazione.
Per questo il mio umore migliora e sfrutto i minuti guadagnati per andare ad acquistare un coltello da cucina proprio nel negozio di fronte alla sede di lavoro. Oggi è il compleanno della segretaria dell’amministratore delegato e sicuramente porterà una torta per festeggiare, ma sbadata com’è non si ricorderà che serve anche qualcosa per tagliare le fette e distribuirle a tutto lo staff. Entro in ufficio e trovo il mio capo ad aspettarmi con una busta in mano e con un ghigno famelico stampato su quella faccia di biiip che si ritrova. Apro la busta e della lettera ivi contenuta leggo solo le prime parole in grassetto:
Lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo
Finalmente libero. La giornata vira dallo splendido al magnifico: sono svincolato da tutti e posso finalmente liberare il mio io migliore. Tiro fuori il coltello appena acquistato e lo affondo nel ventre del capo. Il suo ghigno si trasforma in espressione di stupore, poi in smorfia di dolore e crolla a terra. Terra. In quel momento la mia mente torna a quando ero bambino e recito a memoria la fine, la fine di una filastrocca che rimbomba da sempre nella mia testa: “Casca il mondo casca la terra, tutti giù per terra.”
Scendo lentamente le scale fino al piano terra, sorrido alla affascinante signorina dietro la reception e scendo ancora. Sono nello scantinato, nel buio fondo del palazzo del mio ufficio. “Giro giro tondo, il mare è fondo, tonda è la terra, tutti giù per terra
Il mare. Di fronte a me la visione delle onde agitate che sciacquano quel che resta dello sporco che avevo dentro. Libero da tutti. Libero da tutto. Mi libero dei pantaloni, sfilo la cintura e la passo intorno ai tubi del riscaldamento che vagano per il soffitto del seminterrato come se fossero un tortuoso labirinto, contorto e senza fine. Non è labirintica la mia mente, non è mai stata così lucida, liscia come il collo intorno al quale sto legando la cintura. Libero. Mi lascio andare.
***
Il cadavere di un uomo di circa cinquant’anni è stato ritrovato nello scantinato di un palazzo già teatro di un tentativo di omicidio (fortunatamente non finito in tragedia) in quello stesso giorno. Nella macabra scena una vena tragicomica si avvertiva osservando le gambe nude della vittima, pantaloni calati alle caviglie e un foglietto stretto tra le mani su cui erano scritte, con mano ferma e sicura, le seguenti parole:
Che due biiip! Mi avete rotto le palle!

Bio vincitore
Andrea Garetto


Aedeone sono io, squisito squilibrato scrittore e un po’ poeta.
Aedeone, ovviamente uno pseudonimo, è nato per gioco in un gioco sul web ed è un equilibrista della parola: cresciuto nell'anno 2000 come redattore di articoli umoristici per alcuni siti web a tema Fantacalcistico, in realtà il suo interesse lo ha portato a spaziare (con una immensa dose di ironia) dalla musica al calcio passando per l’arte culinaria. In seguito, si è formato trasformandosi in poeta per esigenze di copione (praticamente la poesia è stata da sempre un medicamento per il mal di vivere del suo alter-ego o, meno drammaticamente, per le emozioni negative da positivizzare).

Il racconto che ho preferito

 "Sbarcare il lunario" di Stefano Pagni

Che due biiip! Mi avete rotto le palle!
Lo scrittore alzò gli occhi dallo schermo e guardò il produttore in mutande a cavalcioni sul divano: roteava il cordone della tenda a mo’ di lazo.
Iu- uuu! Mi avete proprio rotto le biiip!
Lanció il cappio verso il vaso Ming e lo centrò alla perfezione; poi con uno strappo cercò di chiudere la stretta, ma il vaso, sbilanciato, cadde per terra e si frantumò.
Maledetti Gelatai, vi ucciderò tutti!
Lo scrittore ricominciò a battere sui tasti; parlava a bassa voce, come dettando a sé stesso.
“… maledetti Gelatai, vi ucciderò tutti”
Qui siamo al giro di boa - continuò eccitato il cow-boy da salotto - Siamo al secondo tempo, adesso inizia il bello!
Lo scrittore sbuffò e guardò il soffitto; erano ancora a metà sceneggiatura e il protagonista aveva già attraversato l’Universo una ventina di volte e in ogni dimensione temporale possibile; era morto e resuscitato quattro volte e si era reincarnato anche nella trousse di Belen Rodriguez.
Forse dovremmo focalizzare meglio il conflitto - azzardò lo scrittore.
Non dire cazzate, ragazzo- fece il vecchio, con un’espressione un po' nasale, come se parodiasse un qualche attore di film western anni ‘50. Poi prese i cuscini e li lanciò in aria.
Bang! Bang! Azione ragazzo! Togliti dalla testa tutte quelle minchiate che ti hanno insegnato ai corsi di scrittura. Azione! Azione! Il pubblico vuole solo questo.
L’uomo al pc rilesse a voce alta l’ultima frase. Poi aspetto che l’anziano produttore palesasse il continuo della storia.
Avanti Roncismondo, fedele destriero, distruggiamo i rompitori di biiip, del pianeta di biiip, nel regno di biiip!
“… nel regno di biiip”- ripete’ lo scrittore tra sé, digitando con calma.
Approderemo sul misterioso pianeta di Vega 575.
E’ la terza volta che approdiamo su Vega 575, – obiettò l’uomo al pc - ormai non può esserci più nulla di misterioso. Io credo che…
Silenzio scribacchino! – disse il produttore salendo in piedi sulla groppa del divano – Cosa ne sai tu dell’Universo?
Lo scrittore abbassò gli occhi sulla tastiera.
“…approderemo sul misterioso pianeta Vega 575” – disse accarezzando rudemente i tasti.
L’anziano produttore riprese allora la postura da cavaliere e con un colpo di tallone sembrò spronare il divano al galoppo. I capelli candidi parvero davvero volare controvento.
Dov’è la mia Rosmunda?
La che?– chiese lo scrittore
La spada, idiota!– ribatte’ furioso il vecchio
“… Dov’è la mia Rosmunda?” – ripete l’uomo al pc, picchiando ora con un certo risentimento sulla tastiera.
Aaaaah! Sono stato colpito! Muoio! – disse all’improvviso il produttore e si lasciò cadere per terra.
“… Aaaaah! Sono stato colpito! Muoio!”
Seguì un silenzio di qualche minuto, durante il quale il produttore restò immobile e lo scrittore si guardò bene dall’intervenire. Poi l’anziano uomo di cinema si alzò e salì di nuovo a cavallo del divano.
Eccomi ancora a voi malefici Gelatai del regno di biiip, il Dio Ariston, signore di tutte le cucine, mi ha graziato e fatto reincarnare nel figlio segreto di Giucas Casella!
Forse sta facendo confusione… – si lasciò sfuggire lo scrittore
Silenzio! – sbottò il vecchio
“… figlio segreto di Giucas Casella”
Il vecchio a un tratto sembrò frenare la corsa del divano, e con una pedata sullo schienale parve arrestarlo del tutto.
Questa è la battaglia finale – annunciò con tono solenne, guardando la parete bianca di fronte a sé come avesse davanti un orizzonte infinito.
Il climax – precisò d’istinto lo scrittore
Nooo, non pronunciare quella dannata parola! Non la voglio sentire! Qui non siamo in una scuola di scrittura per segaioli. Questo è cinema, ragazzo, qui si fa sul serio, non ci si masturba con le regolette.
Lo scrittore preso in contropiede arrossì e pensò che avrebbe volentieri fracassato il pc sulla testa del vecchio; si trattenne a fatica e poi attese che l’uomo continuasse.
Il momento è giunto
“… giunto”
La sesta luna dirà se l’Universo sarà infettato dal Grande Gelataio o se il Bene trionferà per sempre. Avanti Roncismondo, al galoppo!”
“… Roncismondo, al galoppo!”
In quel momento si apri la porta ed entrò un uomo vestito di bianco; con poca delicatezza fece smontare l’anziano dal cavallo immaginario e l’aiutó a rivestirsi.
Maledetti Gelatai! Morirete tutti!
L’infermiere si avvicinò allo scrittore e gli allungò una busta; lui l’apri e contò come sempre due banconote da cento; infilò tutto in tasca e uscì della villa senza salutare. Due master in scrittura creativa in America, un diploma alla scuola Holden, un corso con Diego Di Dio, dodici pubblicazioni in self, tre corsi di editor online e alla fine si era ridotto a recitare la parte dello sceneggiatore per un produttore milionario rincoglionito. Ripensò a quando suo padre gli aveva detto che sbarcare il lunario da scrittore non era facile. Forse era ancora in tempo a rilevare la rosticceria di famiglia… Certo erano soldi facili, ma anche un colpo alle sue aspirazioni. Doveva smettere? Per la via di casa cambiò idea una decina di volte, poi s’impose a sé stesso: no, non avrebbe tollerato ulteriori pagliacciate!
La mattina successiva si vestì e uscì. Al cancello della villa si colpì sulla coscia per darsi coraggio. Entrò ripetendo il mantra: “ora basta, ora basta, ora basta.”. Aprì la porta dello studio e vide il produttore come sempre in mutande a cavallo del divano.
Eccoti, scribacchino dei miei stivali. Siediti subito, Roncismondo sta scalpitando!
Cercò di contrastare l’istinto di sedersi, ma una voce nella sua testa iniziò una litania che ben conosceva: “Gas, acqua, luce, assicurazione, affitto, gas, acqua, luce… “. Così segui le sue gambe e si sistemò al tavolo del pc; lo accese e guardò lo schermo blu, mentre il vecchio produttore iniziava a cavalcare felice come un bambino.
Maledetti Gelatai! Che due biiip! Mi avete rotto le palle!
“… Che due biiip! Mi avete rotto le palle!”

Temi passati

1 commento:

  1. Bellissimo racconto!! Speriamo di trovarci presto con qualcosa di nuovo

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