lunedì 10 maggio 2021

Recensione in Anteprima - "Dal letame nascono i fiori" di Vincenzo Galati, uscirà il 19 maggio!

Buongiorno a tutti! Ricomincia la settimana... che palle, stavo meglio ieri ahhahaha 
Cooooomunque... oggi vi parlo in anteprima di un libro molto divertente e spassoso. Mariagrazia aveva già letto il primo libro di questa serie e con tanto piacere ha voluto leggere la seconda commedia poliziesca di Vincenzo Galati, con protagonista Olga, l'arzilla vecchietta che si improvvisa investigatrice. Un po' come la signora in giallo che si infila ad ogni indagine. Anche questa volta l'autore ha fatto centro!
Titolo:
 Dal letame nascono i fiori
Autore: Vincenzo Galati
Genere: Mistery
Pagine: 230
Editore: Oakmond Publishing
Data di uscita:  19 maggio 2021

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Olga è vicina agli ottanta ed è appassionata di enigmistica, libri gialli, vecchi film e sigarette. Ha un grande talento per la soluzione dei misteri e una spiccata propensione a cacciarsi nei pasticci, ma ha anche una vocazione per coltivare la terra. In fondo, cosa c'è di più innocuo dell'amore per l’orticoltura e il giardinaggio?
Così Olga comincia a lavorare in un orto comune senza immaginare che fiori, pomodori, insalata, zucchine e cetrioli possano essere il prologo al suo prossimo caso. E quando rinviene il cadavere di un suo amico non si fa trovare impreparata iniziando subito la sua indagine personale che la farà infilare in un ginepraio ancora più folto del solito. Per venirne fuori dovrà ricorrere all'aiuto dei suoi strampalati amici, ignari dei rischi cui si espongono.
I loro metodi, per quanto poco ortodossi, risulteranno molto efficaci per risolvere un caso che rischia di far morire… dalle risate.
Qualche anno fa mi è capitato di leggere Beata Gioventù (QUI la recensione) un romanzo molto spassoso con una banda di vecchietti con a capo un’arzilla nonnina di nome Olga che indagava con la polizia per smascherare un colpevole. Dopo anni ecco che l'autore ci regala un'altro capitolo della serie: “Dal letame nascono i fiori” e altro... aggiungo io, altrimenti... 
L’interprete di questo romanzo è un “orto” in cui Togno, l'anziano coltivatore che se ne prende cura memore della sua gioventù in Sardegna, offre a Olga la possibilità di collaborare insieme a un gruppo di ragazzi giovani, che cercano di imparare pensando anche al loro futuro. 
L'immagine che ho di Olga, quasi ottantenne, è una figura leggermente curva, vestita discretamente con tanto di cappellino e scarpe alla Mary Poppins, manca l’ombrellino che però lo porta la sua cara amica Berta. Olga corre avanti e indietro con mille impegni in mezzo ai “caruggi” di Genova e, nonostante l’età, ha quello spirito d’animo giovanile che la distingue da tutte le sue amiche. Non perde quindi la sua esuberanza nel condividere il lavoro in questo orto, zappando e seminando, e non si pone nessun problema per questo hobby, anche perché cambiare abitudini quando si è anziani non è sempre facile, anzi diventa a volte un dilemma. Entra subito in sintonia con la terra, con Togno e i ragazzi; è felice tanto che non ricordava più da quando tempo non piantava un seme e non vedeva crescere una piantina.
Non ha nessun obbligo per questo orto, così continua a mantenere i suoi impegni come volontaria al centro anziani, ma quando è libera non vede l’ora di infilarsi i vecchi indumenti e correre a zappare.
Nessun luogo ha per Olga tanta poesia come questa parte di Genova, dove nelle giornate di sole la luce fende a malapena certe altezze vertiginose e batte sul selciato. Ogni volta che vi si addentra è per lei un’emozione fisica, un vortice di contrasti che le coinvolgono i sensi…
Fino a quando un giorno Togno non si presenta e viene trovato morto nel suo piccolo appartamento tutto sottosopra. Olga sente il dovere di collaborare con la polizia e soprattutto con il maresciallo Schiappacasse, già conosciuto nel precedente libro. Si mette a disposizione per chiarire il mistero di questa morte, anche se non si conoscevano da molto Olga non vuole fermarsi. C’è un indizio molto importante ed è lei che informa la polizia; è lei che interroga ed è lei che coordina le indagini. Non si arresta, si sente parte indispensabile, tutto deve risolversi al più presto per dare una conclusione soddisfacente.  Deve seguire una linea, deve percorrerla, noncurante dei pericoli a cui mette a rischio se stessa e chi le è vicino.
Questo albero è stato piantato in memoria di Togno. In un modo o nell’altro ci ha aiutati tutti quanti. Ci ha dato un rifugio, un posto per venire a lavorare e stare in pace.
Olga è un  personaggio vivo, trascinante; quello che sente deve farlo, niente la ferma, anche quando viene invitata da Schiappacasse per un chiarimento, è lei che analizza tutta la situazione, dalle varie rapine, i furti, ai vari sospetti. E' una vera professionista del ramo. 
Bravo l’autore a creare un personaggio come Olga, non si può che amare questa vecchietta investigatrice che non si perde, gira di giorno, di notte, non ha nessuna paura della pioggia o del buio...
E ancora sorrido vedendola nell’orto per la raccolta di cetrioli, rape, lattuga e fiori che ha coltivato con altri. In questo romanzo mi sono sentita partecipe alle sue azioni, avrei voluto gridarle di fermarsi e stare attenta, ma lei è contenta così e sono certa che spesso sussurra piano qualche canzone in dialetto genovese. Un personaggio immaginario che si fa subito amare anche durante le sue indagini sempre con tanto coraggio. Una lettura veloce che scorre anche perché Olga non lascia assolutamente il tempo di rilassarsi, lei incalza con continue situazioni da risolvere e mi auguro che l’autore prosegua  ancora con altri racconti di “Commedie in giallo” e ovviamente con protagonista: Olga. 

Recensione di

2 commenti:

  1. Sicuramente un giallo diverso dai soliti, ottima recensione, grazie

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  2. Ricordo la recensione del primo libro. Storia molto simpatica, leggerò anche questo.

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