martedì 22 ottobre 2019

Recensione "Volpe" di Suki Fleet


Buongiorno a tutti!
La settimana, appena iniziata, ha ripreso con i soliti ritmi e tra l'altro ha portato con se una piccola ma bella novità. Vi voglio presentare infatti una mia nuova collaborazione: Giangiù, mio carissimo amico, che contribuirà saltuariamente con le sue recensioni. Oggi ci farà conoscere Volpe di Suki Fleet, un romance contemporaneo male to male.
Titolo: Volpe
Autore: Suki Fleet
Genere: Romance M/M
Pagine: 274
Editore: Kydala Publishing
Data di uscita: 23 Settembre 2019

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Quando il corpo di Dashiel viene ritrovato abbandonato in un campo nell’est di Londra, il suo migliore amico Danny comincia a cercare il suo assassino. Ma per Danny è difficile interagire con le persone e ha bisogno di mantenere il suo mondo piccolo per riuscire a sopravvivere. Di giorno vive in una piscina abbandonata e ripara apparecchi elettronici che scambia con quello che gli serve. Ma di notte, da solo, va a caccia di squali, alla ricerca temeraria di quegli uomini pericolosi che predano sui più vulnerabili…Un incontro casuale con un ragazzo americano che si prostituisce per strada getta nel caos la sua esistenza solitaria. Micky è pieno di problemi e fragile e Danny sente un bisogno disperato di proteggerlo, anche se non sa esattamente da cosa. Quando Danny scopre di più sulla vita di Micky, capisce che quello da cui Micky deve essere salvato è l’unica cosa che Danny non sa come combattere. Per salvare Micky, Danny deve rischiare di allargare il suo mondo e affrontare qualcosa che lo spaventa più di qualunque squalo: credere di poter essere accettato per chi è davvero. Questo, ovviamente, se lui e Micky non verranno prima separati da un inverno gelido passato per strada, da un dottore sadico e da quattromila chilometri di distanza.
Mentre leggevo questo libro ho sentito chiaramente che avrebbe meritato una recensione approfondita, per cui ho cominciato a trasportare prima su carta e poi su un file i momenti e le frasi più significative che incontravo, affinché non andasse perso niente.
Ben presto ho dovuto smettere perché mi sono trovato praticamente a ricopiare l'intero romanzo. Un romanzo, lo dico subito, che mi ha colpito profondamente e che non dimenticherò mai.
L'autrice, Suki Fleet, ci trasporta magistralmente in una Londra notturna, che pare un unico sobborgo fosco, popolato di personaggi dalla grande umanità, negativi o positivi che siano. E' un popolo che vive di espedienti, accontentandosi della vita che raccoglie.
Fra tutti si muove un ragazzo di diciotto anni, Danny, a caccia degli "squali", cioè di quegli uomini che vagano di notte alla ricerca di emozioni torbide; uno di questi ha ucciso Dashiel, il suo migliore amico. È più corretto dire il suo "unico" amico, perché Danny è un solitario, anche se il suo enorme cuore straripa di una bontà che riversa su tutti coloro che sono ancora meno fortunati di lui, persino su quelli che gli fanno del male. Vive in una piscina abbandonata e le sue notti sono tutte spese nell'ostinata ricerca del suo "squalo". Ma non è questa la trama del romanzo; è solo un pretesto per farci entrare nella meravigliosa testa del protagonista, nel suo sentirsi sempre inadatto e indegno di amore. Danny si nasconde al mondo, con le cicatrici che porta dentro e quelle, altrettanto dolorose, che lo segnano vistosamente nel viso e nel corpo. Quando nelle ultime pagine del libro ho scoperto il motivo di questo suo strazio fisico, sono rimasto ancora più sconvolto dal comportamento gentile e altruista che ha verso tutti.
Nelle sue veglie notturne, fra i personaggi che incontra, mai del tutto cupi e sempre credibili, c'è Micky, con un telefono rotto che viene affidato a Danny perché lui "sa aggiustare le cose". Ma è Micky ad essere veramente rotto e ripararlo diventa per lui il compito principale.
Non posso andare oltre nel racconto della trama perché va veramente vissuta con gli occhi e con il cuore e anche perché, come ho già detto, il senso del libro non è negli avvenimenti in se stessi ma risiede tutto nei pensieri di Danny, nelle parole che dice, nel suo chiedersi "Ma come?" quando riceve amore e si stupisce che qualcuno possa provare qualcosa di così grande per uno come lui.
È una storia che mi ha commosso pagina dopo pagina, fino a farmi piangere; però è un libro che mi ha lasciato felice.
Sento la necessità di citare anche il lavoro della traduttrice, Cristina Massaccesi, che ha contribuito sicuramente alla bellezza dei dialoghi e delle descrizioni.

Recensione di
Giangiù

5 commenti:

  1. Benvenuto nel "Club di SimiS"...leggerti è stato un vero piacere..

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  2. Bella recensione, però a me il libro non ispira molto. Ho visto su Fb il passaparola, ma le storie troppo profonde e serie per adesso non fanno per me.

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