Editore: Edizioni Nautilus Torino
Data di uscita: 1 dicembre 2024
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Il libro contiene una raccolta di racconti concatenati che nell’insieme costituiscono un suggestivo romanzo redatto da un italo-palestinese che ha vissuto direttamente i drammi della guerra e dell’occupazione. Lo scritto, incisivo e ironico accompagna il lettore in un itinerario nel cuore della Palestina svelando i drammi e le complicazioni della vita in una terra cardine della civiltà.
Sono racconti molto brevi. Potrebbero essere pagine di diario
ma non seguono un ordine temporale. La penna riporta su carta i pensieri che la
mente elabora e possono riguardare momenti della sua infanzia in Palestina a
Nablus o della sua gioventù nel Canavese che è diventato la sua nuova patria.
“In Palestina sono nato, in Italia sono vivo. A Nablus ho imparato a parlare e a camminare, a Ivrea ho imparato la libertà. Impossibile dimenticare chi mi ha dato la vita, impossibile non amare la mia madre adottiva”.
C’è l’amore immenso per i suoi figli e per le loro madri. Ci sono parole buone per tutti. Forse è per questo suo modo di essere che ha trovato persone pronte ad aiutarlo nei momenti bui. E c’è la gratitudine per le persone, per i chilometri macinati in bicicletta, per la montagna.
Ci sono i racconti della distruzione e della fame che devastano la Palestina ma i suoi toni sono sempre pacati. Chi lo segue sui social qualcuno lo ha già letto e magari ha visto che gli è stato chiesto come fa a non arrabbiarsi raccontando certi episodi.
“Sinceramente è
difficile non odiare chi ti ha portato via la casa e tutti gli affetti che
fanno di noi esseri umani. È difficile non odiare quella parte del mondo
cosiddetto civile e intellettuale che chiede ad alta voce all’esercito
israeliano di cancellare Gaza dalla mappa del Medioriente. È difficile non
odiare chi ti chiude dentro un recinto, senza acqua, cibo, luce, gasolio,
medicine, ti bombarda dall’alto e dal mare e prende a cannonate ogni cosa che
si muove con carri armati di ultima generazione. È difficile non odiare chi
parla di pace e finanzia i coloni. È difficile non odiare i paesi fratelli che
ti chiedono di resistere e poi ti abbandonano. È difficile non odiare Dio che
ha creato tre religioni e 29 profeti in un ettaro di terreno. È difficile non
odiare te stesso perché in campo perdi tutte le battaglie.” Eppure non ricordo di aver sentito rabbia
grondare da quelle pagine e lui stesso dice che non sa come ciò sia possibile.
Forse il fatto di sapere di non essere stato educato alla
pace, perché in Palestina dal 1948 non è più esistita la pace, gliela fa
cercare in ogni cosa e in ogni pensiero. Ed è davvero confortante leggere
questo libro senza essere investiti da emozioni negative. Conoscere la storia
che lui ha vissuto, nel bene e nel male, attraverso i suoi ricordi di ragazzino
o quelli che oggi vede raccontati dai telegiornali e sente nelle parole di chi
è ancora laggiù, quando riesce a contattarli. Sono racconti che muovono
qualcosa in chi legge. Sono brevissimi e non smetteresti mai di leggerli.
“Ancora uno” mi dicevo e poi andavo avanti e mi scordavo di preparare la cena.
Unico neo è stata la difficoltà a reperire questo libro non abitando a Torino.
O lo si prendeva sul sito della casa editrice o niente in quanto le librerie della mia zona non riuscivano ad averlo e
nemmeno su Amazon era disponibile. Credo che su questo la casa editrice possa
fare meglio nell’interesse dell’autore.
Assegno 5 stelle e vi consiglio di leggerlo. Mettete questo libro in valigia per le vacanze e immaginate la voce di Masri che vi racconta i suoi ricordi. Per voi saranno tutte carezze. Buona lettura.
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