mercoledì 20 marzo 2024

Recensione - "Un posto dove andare. Un’indagine di Valentina Redondo" di Maria Oruna

Titolo:
Un posto dove andare
Autore: María Oruña
Genere: Thriller
Pagine: 552
Editore: Ponte alle Grazie
Data di uscita: 23 gennaio 2024

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Sul sito di un'antica fortezza medievale viene ritrovato il cadavere di una giovane donna: dall'abbigliamento pare una principessa venuta dai secoli bui. Un caso che si presenta fin da subito complicato per la tenente Valentina Redondo, anche perché la «principessa» non mostra alcun segno di violenza e stringe fra le mani una moneta cinquecentesca... Diventa difficile, stavolta, per la rigorosa Valentina e la sua squadra non smarrirsi nei meandri della Storia, quando una moneta del tutto simile viene ritrovata addosso a un uomo annegato in una vicina palude e la vita della stessa tenente viene scossa dall'improvvisa comparsa dell'ex fidanzata del «suo» Oliver, tornata dall'India imbottita di misticismo orientale e integralismo ambientalista... Ancora una volta, María Oruña intreccia con abilità le indagini di Valentina e le vicende passate, che in questo caso vedono protagonista un assortito gruppo di archeologi, geologi, avventurieri. Sino allo scioglimento in cui la magistrale costruzione si rivela e ogni filo dell'ingarbugliata matassa conduce al finale.

Leggere Oruna è sempre una garanzia. Ho già letto i primi due, "Quel che la marea nasconde" e "Il porto segreto", per lei solo cinque stelle.

Valentina Redondo sta conquistandosi una nuova tranquillità personale quando, un lunedì qualunque si apre con il ritrovamento di un cadavere, che segna l’inizio di una nuova indagine ingarbugliata, che porterà lei e il lettore in una sorta di viaggio nel tempo. I capitoli del libro alternano il racconto di fatti che si stanno verificando con altri avvenuti in momenti temporali diversi più o meno lontani. Dall’intreccio di tutti questi avvenimenti si sviluppa l’intricata storia che la tenente deve districare. L’autrice ha fatto, ancora una volta, un grandissimo lavoro di ricerca ed è questo che me la rende particolarmente apprezzabile. Sapere che quello che sto leggendo è vero nella geografia e nei richiami storici, così come nei riferimenti medico legali, mi permette di apprezzare a pieno la storia romanzata che si va dipanando. Trovo disdicevole che un autore inventi, per esempio, una diagnosi medica o un consiglio terapeutico, che potrebbero diventare armi improprie nelle mani di chi le considerasse veritiere. Oruna, invece, si documenta e lo ricorda in appendice mettendo bene in chiaro ciò che è opera di fantasia e ciò che è frutto di studio e ricerca.

L’indagine è complessa e ricca di rimandi ai romanzi precedenti che creano un legame più forte con il lettore che si sente dentro a una storia che si sta formando.

Sono molti i riferimenti al romanzo Quel che la marea nasconde e spesso nel testo si nomina un posto sicuro o segreto cui tornare che richiama l’altro romanzo Il porto segretoOttima la scelta delle citazioni letterarie a inizio di ogni capitolo. La storia è scritta molto bene e in modo corretto. Insomma un lavoro proprio ben fatto.

La tenente Redondo conserva la sua umanità anche in questa storia che la vede insicura, nel confronto con la ex del suo compagno, e addirittura gelosa. Ma al tempo stesso pronta a dare il consiglio giusto al testimone accumulatore seriale. A qualcuno potrebbe sembrare un gesto inopportuno e invadente, soprattutto con la necessità di privacy che sembra esserci oggi, in special modo da parte di quelle persone che poi scrivono sui social anche quante volte vanno al bagno. Eppure ho avuto modo di constatare quanto una frase, detta col cuore a una persona che ci sembra molto triste seppur inizialmente presa male, sia poi servita come appiglio per sollevarsi da una brutta situazione di disagio psicologico. Quindi ho apprezzato Valentina Redondo quando non si è trattenuta dal dare un consiglio che, nel seguito, ha portato ottimi risultati sia al testimone che all’indagine in corso.

Tra un capitolo e l’altro sono inserite anche delle riflessioni compiute da un personaggio misterioso che hanno lo scopo di far meglio comprendere i meccanismi di pensiero che hanno portato ai fatti su cui si sta indagando. In una di queste ho trovato una bella frase che mi fa piacere riportare:
“Il pensiero è uno strumento pericoloso. Il fatto che sia astratto e intangibile lo rende ancora più minaccioso (…) con un po’ di fortuna, alcuni pochi eletti arriveranno a comprendere che un uomo con pensieri saldi è terribilmente potente. Non è forse questo che bramano gli uomini, il potere?”.
Mi chiedo quanto desiderio di potere, mascherato dalla volontà di salvare il mondo, ci fosse dietro le azioni criminose compiute in questo thriller.
Un altro punto che voglio condividere è una riflessione di un testimone che si sente chiedere se è sicuro di quanto sta riferendo:
“Non c’è mai nulla di certo tenente. Lei vuole sapere. Io ho il dovere di informare. Ho visto qualcosa nell’acqua. Ho capito subito cos’era o l’ho solo intuito? Vi ho chiamato subito o ho aspettato di confermare quello che in realtà già sapevo? Lei ha visto il cadavere come l’ho visto io o l’ha solo guardato distrattamente? Vedere, guardare…sono le sfumature a dare ricchezza alle nostre parole. La certezza su quello che le racconto è solo una questione di fiducia. Quella che io le ispiro, quella che io voglio darle. Tutto è un gioco in cui niente è completamente sicuro, non crede?”
Questo filosofeggiare che esce dalla bocca di un vecchio strampalato mi ha lasciata a bocca aperta per la sua profondità. Mi sono fermata a rileggerlo e a riflettere su quanto sia difficile per le forze dell’ordine indagare, avvalendosi anche di testimonianze che possono realmente risentire di molteplici influenze soggettive nelle percezioni che ognuno ha della realtà. Oruna lo spiega davvero in modo esaustivo questo fatto e ce lo fa dire non da un suo collega con un linguaggio forbito ma dall’ultimo personaggio, in un libro zeppo di professoroni, da cui ce lo potremmo aspettare.

Credo davvero che consigliare questa lettura sia doveroso. Se amate le indagini complicate qui le trovate. Se amate conoscere la vita dei protagonisti della storia che leggete, qui li conoscerete senza mai eccessi in smancerie. Se vi piace chiudere gli occhi e immaginare i luoghi in cui si svolgono le azioni qui le descrizioni sono vere e accurate e quindi la vostra fantasia è facilitata. Se siete curiosi delle tecniche utilizzate dalla scientifica o dal medico legale qui troverete tutto ben spiegato, senza mai appesantire la storia. Insomma leggete questo libro e, se non lo avete già fatto anche i precedenti due  sempre editi da Ponte Alle Grazie.

Assegno cinque belle stelle perché la storia, e tutto il lavoro che c’è dietro, lo meritano senza dubbio.
Buona lettura.


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