Genere: Mistery
Pagine: 516
Editore: Ponte alle Grazie
Data di uscita: 18 aprile 2023
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Pagine: 516
Editore: Ponte alle Grazie
Data di uscita: 18 aprile 2023
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Oliver è nato e vive a Londra, ma una parte della sua famiglia è legata alla Cantabria. Quando, alla morte della madre, Oliver eredita una grande casa coloniale nella cittadina costiera di Suances, decide di cambiare vita e stabilirvisi per fare di Villa Marina un hotel sulla spiaggia. Ma durante i lavori di ristrutturazione, nel seminterrato viene scoperto il cadavere murato di un bambino: accanto a lui oggetti desueti, come in una tumulazione rituale. La scoperta causa un brivido in tuttala piccola comunità, e subito si sussegue una serie di omicidi in varie cittadine della regione. Fra autopsie che non quadrano e la paura che sale, la tenente Valentina Redondo si ritroverà a dover affrontare una minaccia nascosta e antica, e sarà costretta a un viaggio indietro nel tempo, fino alla Guerra civile e alle origini di un crimine terribile.
Dopo aver letto “Quel che la marea nasconde” della stessa autrice ho accettato con entusiasmo di leggere ancora Maria Oruna. Quando ho visto le cinquecento pagine mi sono un pochino spaventata, lo ammetto, ma devo dire, in tutta onestà, che sono filate via senza quasi che me ne accorgessi. Questa autrice ha una scrittura pulita, chiara e, soprattutto, ben costruita.
Si sente il grosso lavoro di ricerca che c’è dietro. Dal modo in cui lavora la Guardia Civile, all’operato del medico legale alle affermazioni in campo legale e psicologico c’è sempre uno studio ben fatto e che ci arriva bene. Eppure nei ringraziamenti l’autrice si scusa nel caso avesse riportato qualche inesattezza con grande modestia. Solo per questo la considero una brava professionista. Poi le sue storie sono sempre intricate quel tanto che basta e per questo estremamente accattivanti. I capitoli brevi sono un’esca ulteriore per me. Come se mi trovassi di fronte a un cesto di ciliegie: “Ancora uno, poi basta” e poi arriva l’alba.
La storia è mostrata attraverso una normale narrazione intrecciata a un diario, che uno dei protagonisti compone in un dialogo immaginario con un presunto lettore; quasi a voler fissare per sempre sulla carta un vissuto di circa settant’anni prima che costituisce il terreno su cui stanno germogliando i fatti attuali sui quali sta indagando Valentina Redondo con la sua squadra.
Confesso che sia la storia in corso che quella passata mi hanno coinvolta molto e ho apprezzato tantissimo le descrizioni che l’autrice fa delle emozioni e dei pensieri dei protagonisti. C’è un passo che ho riletto più volte perché l’ho trovato davvero toccante e quanto mai attuale:
“Questa mattina di freddo denso del 1937, Carmen ha compreso che gli uomini di entrambe le fazioni iniziano a oltrepassare la linea dell’etica condivisa, la linea dell’onore, della giustizia e di quello che definiamo umano. Gli uomini, sfondata la barriera della ragione e dell’equilibrio morale, diventano pericolosi, perché imprevedibili.”
In tutte le guerre si è visto e si vede questo ed è terribile. Carmen è la madre di quattro figli. È una famiglia di modesta estrazione che vive del lavoro di tutti i suoi componenti e la Guerra Civile spagnola li porta alla disperazione. Quei bambini si troveranno a guardare cose che cambieranno per sempre le loro vite e il lettore lo vedrà con i suoi occhi.
I fatti di cronaca fanno sorgere molti interrogativi e piano piano si viene accompagnati a rispondere a tutti. Come nella costruzione di un puzzle con pazienza ogni pezzettino trova la sua collocazione e va a comporre un quadro completo in ogni sua parte.
Saranno poi gli anni che passano, ma trovo sempre molto piacevole leggere storie che riportano usi e costumi dei tempi passati e credo, davvero convintamente, che siano tanti i valori che ci siamo persi per strada in nome di una libertà che, non so fino a che punto, si possa definire tale.
Poi è pur vero, e viene ben mostrato, che anche un tempo la morale si metteva da parte se c’era da ottenere qualcosa di importante, ma ho trovato così teneri i primi approcci tra i due fidanzatini con lei che cede un pochino ma no, “quello no”.
Peccato che poi il male prevalga sul bene e pur di conquistarsi una posizione si sia pronti a rinunciare ai sentimenti e a commettere nefandezze inaudite, salvo poi rendersi conto troppo tardi di quanto si è perso.
Bene ha fatto Ponte alle Grazie a decidere di pubblicare le indagini di Valentina Redondo. Se manterranno questo livello di attrattiva sono convinta che piaceranno ad un pubblico molto vasto. Anche la traduzione e l’editing sono fatti molto bene, come sempre del resto, e questo per un lettore è sempre molto apprezzabile.
È un libro che ho divorato, che non ho mai trovato noioso, che non ha mai perso il ritmo e per questo assegno cinque belle stelle e lo consiglio caldamente.
Buona lettura
Lettura interessante, grazie per la recensione
RispondiEliminaAnche a me è piaciuto, soprattutto la scelta di alternare i due momenti narrativi.
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