lunedì 30 ottobre 2023

Recensione - "Quella linea sottile" di Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Titolo:
 Quella linea sottile
Autore: Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Genere: Raccolta di racconti
Pagine: 168
Editore: Self
Data di uscita: 19 novembre 2021

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Cinque racconti tessuti col filo di un'inquietante quotidianità, tra emozioni che scalpitano, percorsi tortuosi, scelte opinabili, sogni realizzabili e l'umano desiderio di avere ancora nuove
opportunità.
C'è una linea sottile che separa gli accadimenti, un orizzonte invisibile che gli occhi non vedono e la ragione non coglie.
Solo il sentimento allora ci viene in soccorso.
Chi scrive può… sovvertire l'ordine delle cose, dare ampio spazio alla fantasia, risvegliare i sogni per farvi entrare la vita, far respirare i pensieri e ridare il battito ai cuori già spenti.
Il narratore rivendica il diritto di cambiare le storture e ridisegnare vite trasformando gli incubi in sogni, ma spesso affida al lettore il compito di immaginare, ipotizzando nuovi scenari, perché le narrazioni, come tante pagine della nostra vita, sono fatte di scelte, di bivi, di direzioni obbligate e a volte anche di possibilità di ritorno. 
Ogni narrazione, ci ricorda Italo Calvino, "è uno dei tanti mondi possibili, un'isola in un arcipelago, un corpo celeste in una galassia.".
C’è un dipinto che mi ha sempre affascinata. Si tratta de La ragazza con l’orecchino di perla di JanVermeer. Quando ho conosciuto Maria Teresa Lezzi Fiorentino sono rimasta affascinata allo stesso modo dal suo modo di porsi e di essere. E da quel filo di perle che indossava anche quando il caldo era per me insopportabile. Mi sono sempre sentita non all'altezza di questa donna sempre impeccabile, misurata, elegante, oserei dire perfetta. Tutta questa introduzione per dire che mi ha sorpreso molto quando mi ha voluto regalare questo suo libro che non sapevo avesse scritto. L’ho ritenuto davvero un gesto molto bello da parte sua. Mano a mano che procedevo nella lettura in ogni parola ritrovavo l’immagine di Terry. La sua scrittura è elegante, precisa, dettagliata. Mi è venuto davvero spontaneo pensare a lei come alla “scrittrice con la collana di perle”. Ecco, lo dovevo proprio scrivere, perdonatemi ma è proprio così. Passiamo al libro. 

Si tratta di una breve raccolta di cinque racconti, molto diversi l’uno dall'altro, il primo parla di uno scrittore di horror perseguitato dalle ispirazioni macabre delle sue storie alle quali lui decide, però, di cambiare il finale per dare una svolta alla sua vita. Un racconto, quindi, fatto di tanti brevi racconti che l’autore (lo scrittore horror) decide di riscrivere facendo intervenire l’amore perché, come dice l’autrice: “Non c’è altro rimedio per costruire ponti e superare incomprensioni e ostilità inutili”Se solo lo capissero i grandi del mondo, quanto dolore verrebbe risparmiato all’umanità.
C’è poi la storia di Emy che in un periodo molto difficile della sua vita decide di infilarsi una maschera e farla finita con la sua emotività e sensibilità che, troppo spesso, la rendono vulnerabile. Ma è davvero possibile chiudere le emozioni fuori dalla nostra vita? O queste, appena le spingiamo fuori dalla porta, non fanno che rientrare dalla finestra?
La storia di Genny pur richiamandosi a due fiabe, Cenerentola e Pelle d’asino, tratta un argomento molto delicato. Ma lo fa con estrema delicatezza tanto da poter pensare di usare questo racconto proprio per affrontare il tema “abusi e molestie” con le ragazzine. Quando la famiglia diviene il luogo da cui si vorrebbe fuggire trovare il modo di dirlo, da un lato, e di capire quello che sta accadendo, dall’altro, è fondamentale. È l’unico modo per uscirne e ricominciare a vivere.
Se i primi due racconti sono introdotti da versi dal primo Canto dell’Inferno di Dante, il quarto racconto vede protagonisti i tre tomi della Divina Commedia al cui interno Clotilde troverà gli indizi utili a risolvere un mistero. Mi piace come l’autrice descrive questa casa zeppa di libri e poi che, proprio dai libri, arrivi la risposta alle domande nate nella testa di Clotilde. Credo anch'io che i libri possiedano le soluzioni che ognuno di noi cerca.

La dipendenza dal gioco, infine, può devastare una famiglia e le persone che attorno ad essa gravitano. Maria Teresa Lezzi Fiorentino lo narra con maestria, facendo parlare appunto tutte le persone coinvolte dal devasto che ha colpito la vita di Paride e della sua famiglia.
Credo che il bello di questo libro, al di là dei contenuti ricchi e importanti, sia proprio la modalità con cui è scritto, l’eleganza, il garbo con cui anche argomenti scottanti sono toccati con estrema intelligenza. È un libro che si legge tutto d’un fiato, per la capacità di incuriosire e coinvolgere.
È un libro ben scritto ed editato che ci porta a guardare più in là di quello che abbiamo sotto gli occhi e ben lo mostra una breve poesia della stessa autrice che introduce alla lettura:
“Guarda
quella linea sottile
che appare
e scompare
tra cielo
e mare,
realtà
e fantasia,
vita e morte,
normalità e follia.
Lo vedi
anche tu
il nuovo
orizzonte?”
Per me è stata una di quelle letture che riconciliano con la vita, per questo assegno quattro belle stelle e ve ne consiglio la lettura. Magari iniziatelo un giorno in cui vi sentite un pochino malinconici, preparatevi una buona tisana, sedetevi nella vostra poltrona preferita con una calda coperta sulle gambe e lasciate che le parole di Maria Teresa Lezzi Fiorentino vi coccolino un pochino.
Buona lettura.

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