lunedì 9 ottobre 2023

Recensione - "Siccità" di Giulio Boccaletti

Titolo:
 Siccità
Autore: Giulio Boccaletti
Genere: Saggio
Pagine: 256
Editore: Mondadori
Data di uscita: 12 settembre 2023

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Nel marzo del 2022, dopo mesi di temperature elevate e precipitazioni sotto la norma, un carro armato è spuntato dalle secche del Po. Poco più di un anno dopo, i fiumi della Romagna hanno rotto gli argini sommergendo case, aziende e coltivazioni. L'Italia sta affrontando un cambiamento climatico tra i più difficili in Europa. Siccità e ondate di caldo ogni anno più soffocanti si alternano a piogge monsoniche e alluvioni imprevedibili. Non stiamo vivendo una tragica e sfortunata sequenza di eventi catastrofici, ma la statistica di una nuova normalità. Il clima sta cambiando e ci sono scelte importanti da fare. Eppure, il dibattito pubblico e politico sembra concentrarsi su questioni marginali. Il risultato? Poca chiarezza sui problemi raramente produce soluzioni efficaci. Tra i massimi esperti di sicurezza ambientale e risorse naturali, Giulio Boccaletti affronta luci e ombre di una questione urgente e attuale, mostrando patologie, opportunità e complicazioni di un paese alle prese con una transizione fondamentale.
Questo è decisamente un testo, ricco di dati e di fonti come un buon saggio dev’essere. È comunque molto avvincente, almeno per chi abbia un minimo di preoccupazione per l’emergenza idrica che si presenta alle nostre porte.
L’autore è molto chiaro nel raccontare il ruolo dell’acqua nelle varie comunità umane. Sostiene che le leve da azionare per risolvere il problema della scarsità dall’acqua sono:
- aumento di produttività per unità di acqua. E con questo non intende solo una maggior efficienza ma anche maggiori investimenti in agronomia.
- avere un sistema di diritti e di licenze sull’acqua più dinamico di quello stabilito negli anni trenta del secolo scorso.
- un buon uso del commercio internazionale di acqua.
 
Se ho interpretato bene le sue parole per quanto ognuno di noi provi a limitare lo spreco di acqua, tale comportamento non sarà di alcuna utilità se non vengono azionate queste leve.
La crisi idrica in Italia non sarebbe comunque un'anomalia dovuta a incompetenza e noncuranza, ma deriverebbe dal fatto che il nostro paese si è adattato a un clima diverso da quello verso il quale stiamo andando.
L’autore fa anche una distinzione nello stabilire chi deve occuparsi della gestione dell’acqua, se lo Stato o la Repubblica e sostiene che il compito tocchi alla Repubblica ovvero a noi tutti in quanto:
“L’acqua definisce la geografia e il ritmo della vita del Paese. Gli investimenti che facciamo per gestirla rappresentano una scommessa sul nostro futuro economico e sociale. Il successo finanziario di quegli investimenti dipenderà dalla nostra visione collettiva del territorio. È nostra responsabilità. Quando si parla di transizione ecologica, e soprattutto quando si parla di acqua, ci si trova dunque di fronte ad una questione che non è tecnica, bensì politica. Tutti vogliono sicurezza. Ma rimane il problema di capire quale sia, nell’Italia del XXI° secolo, una trasformazione del territorio idrologicamente efficace, economicamente produttiva e politicamente legittima.”
Passa poi ad analizzare la questione delle cosiddette guerre dell’acqua, argomentando come l’acqua in genere non abbia portato al conflitto ma alla cooperazione per la gestione della stessa. E lo fa citando la situazione di vari fiumi che si trovano ad attraversare più stati in una disanima davvero interessante.

Se dovessi trovare dei difetti a questo libro, direi che avrebbe potuto parlare un pochino di più del Vajont, argomento invece appena toccato come se ancora si temesse di pestare i piedi a qualcuno affrontando quei fatti. In seconda battuta mi sarebbe comunque piaciuto avere delle indicazioni pratiche perché, se da un lato dice che non risolviamo nulla usando meno acqua per la doccia, poi però ci attribuisce la responsabilità per la gestione delle risorse idriche e allora qualche istruzione in più ci stava.
Sostiene infatti Boccaletti che:
“L’acqua importa. Gli eventi degli ultimi anni, dalle siccità sempre più lunghe alle alluvioni distruttive, lo hanno dimostrato. Se non ci prepariamo per quello che verrà, la responsabilità non sarà del clima che cambia. Sarà nostra.”
Però io non ho recepito cosa ognuno di noi, nel suo piccolo, dovrebbe fare. Mentre è chiaro il concetto che è necessaria la cooperazione a livello locale, regionale, statale e via crescendo per la gestione delle risorse idriche in modo consapevole e corretto.
È un libro ben scritto ed estremamente ben editato. Sufficientemente scorrevole per essere una piacevole lettura per chiunque voglia saperne un pochino di più su uno dei beni più preziosi che gli abitanti del mondo si trovano a condividere.
Assegno quattro stelle e vi auguro una buona lettura.

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