mercoledì 23 agosto 2023

Recensione - "Anime alla deriva" di Ava Reed

Titolo:
 Anime alla deriva
Autore: Ava Reed
Serie: Whitestone Hospital #2
Genere: Romance
Pagine: 324
Editore: Mondadori
Data di uscita: 20 giugno 2023

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Arrivare al Whitestone Hospital per Sierra Harris non ha solo significato fare un passo importante verso la realizzazione del suo obiettivo, ovvero diventare la migliore specializzanda di cardiochirurgia in circolazione. Ma anche incontrare colleghi che inaspettatamente, senza che possa opporsi, le stanno entrando nel cuore. Per una come lei, che ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per terminare gli studi e ottenere quel posto e che, per riuscirci, non si è mai concessa distrazioni né la possibilità di costruire legami duraturi e profondi con chi la circonda, questa è una rivoluzione. Qualcosa che non conosce e che per questo la spaventa. In fondo le è stato sempre insegnato che le emozioni complicano tutto e non servono a niente. E che, anzi, troppo spesso fanno addirittura male. 
E Sierra, dopo tutta la fatica fatta, non ha certo intenzione di permettere a nessuno - in particolare a un arrogante come Mitch Rivera - di rubarle la scena... tantomeno il cuore.

Questo libro non lo faccio decantare. Non servirebbe a nulla. È il classico romanzo rosa ambientato in una clinica dove gli specializzandi tendono ad accoppiarsi tra di loro anche perché, con gli orari che fanno non sembrano avere alternative. Mi sono ricordata di quando, adolescente, leggevo gli Harmony, lo stile è quello. Confesso che al tempo mi piacevano ma adesso mi sono proprio annoiata. A parte il modo di scrivere molto scolastico, anche la performance scadente in fatto di congiuntivi non ha permesso alla storia di diventare accattivante.

Che poi…un minimo di dubbio su come si svolgerà la storia ci dovrebbe essere, ma qui no. Appena leggi due nomi capisci subito che sarà la prossima coppia a entrare in gioco. Unica suspense nel finale dove un evento inaspettato chiude il secondo volume della saga, lasciando qualcuno in una situazione parecchio rischiosa.  Ma una pagina, non di più, e chiusa in modo molto frettoloso. Tanto che mi è pure venuto il nervoso. Davvero ho letto libri di emergenti italiani che mi hanno tenuta inchiodata dalla prima all’ultima pagina, ma questo proprio no. I capitoli sono intitolati con il nome del personaggio che, di volta in volta, racconta la storia. Ci sono alcuni passaggi un po’ asciutti che non sono esattamente di mio gradimento. Ma almeno si capiva chi era a parlare.

Sono riuscita a trovare comunque uno spunto sul quale voglio riflettere con voi.

Quando la protagonista lascia la casa in cui vive con la madre, alla quale è legata da un rapporto davvero complicato, lo fa senza dirle nulla. Non mi è sembrato bello da parte sua. Certamente aveva tutte le migliori ragioni per andarsene ma, una persona adulta non lo fa come un ladro. Non ha paura di metterci la faccia. Lo dice e basta.

Ovviamente la madre arriva sul più bello e si arrabbia molto. C’è, naturalmente, il principe azzurro che la salva dalla regina cattiva. Se non aveva avuto il coraggio di dire alla madre che se ne andava figuriamoci se se la sarebbe cavata da sola davanti alla sua collera. In seguito si accorge che la madre ha tentato di chiamarla decine di volte e le ha scritto altrettanti messaggi. E che fa la nostra eroina?

“Invece di aprire i suoi messaggi, li cancello e blocco il suo numero, anche se farlo mi dà il voltastomaco. Dopotutto rimane pur sempre mia madre e … qualcosa dentro di me le vuole ancora bene. Ma non basta. Non è abbastanza. Non ha importanza chi o che cosa si ami: non appena ci ferisce sarebbe meglio staccarsene.”

Ecco questa frase mi ha fatto pensare che è più semplice farlo con la madre che con un uomo che dice di amarti e intanto ti maltratta, almeno secondo la mia esperienza. Proseguendo nel libro, infatti, un’altra protagonista si trova ad essere stalkerata dall’ex e non reagisce con questa identica fermezza. Non ne parla con l’attuale compagno. Non blocca il tipo dubbiosa che possa essersi ravveduto, anche se già in precedenza aveva cambiato numero per sfuggirgli. Pure questo passaggio mi ha infastidita. Non so se l’autrice abbia sviluppato così questi punti per farci riflettere su queste cose o se le sia venuto spontaneo in base al suo background culturale. Quest’ultima opzione mi rattristerebbe molto.

In questo libro, così come in altri, la madre disfunzionale viene descritta nei suoi aspetti peggiori senza possibilità di appello e redenzione.  La figlia che prima ha subito le sue angherie a un certo punto acquisisce consapevolezza della cattiveria materna e la abbandona senza pensarci un attimo. La stessa figlia che accetta, però, di essere maltrattata dal compagno o da chiunque altro trovando per loro molte giustificazioni.

Non voglio ergermi a difensore della categoria madri cattive ma vorrei che le donne venissero dipinte come capaci di allontanarsi da chi le maltratta sia che si tratti della madre sia che si tratti del compagno. Potrebbe essere un’utile indicazione per tante di loro che vivono situazioni drammatiche dalle quali non trovano la forza di tirarsi fuori.

Ecco a parte questo non ho trovato altro degno di nota. Se volete leggerlo sotto l’ombrellone potrete immaginarvi le scene di Grey’s Anatomy in tutta tranquillità perché di quello si tratta. Ho scoperto soltanto dopo che si tratta del secondo libro di una serie, Come potete immaginare non ho intenzione di leggere il primo o i seguiti... comunque anche non sapendo del precedente l'ho potuto leggere senza problemi.

Sarà una lettura senza scossoni, tranquilla tranquilla. 

Per me troppo tranquilla e per questo assegno tre stelle, ma comunque buona lettura.


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