lunedì 3 luglio 2023

Recensione - "La centenaria con la pistola" di Benoit Philippon

Titolo: 
 La centenaria con la pistola
Autore: 
Benoit Philippon
Genere: Narrativa
Pagine: 432
Editore: Ponte alle Grazie
Data di uscita: 13 giugno 2023

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Un piccolo villaggio nel Massiccio Centrale francese. L'alba. Risuonano degli spari. Un'anziana signora ha imbracciato la doppietta e si è messa a far fuoco contro il vicino di casa, poi contro i poliziotti sopraggiunti. È così che l'ispettore André Ventura incontra la centoduenne Berthe Gavignol, cinque volte vedova, ancora piuttosto arzilla e ancora dotata di buona mira. Nell'interrogatorio che segue, l'ispettore e il lettore impareranno a conoscere la vivace vecchietta dalla lingua affilata e dal grilletto facile, indotta a ripercorrere gli episodi principali della sua lunga vita e della sua carriera criminale. Chi è stata davvero Berthe: una serial killer, una sorta di Barbablù al femminile o una donna libera, una femminista ante litteram, capace di conquistarsi l'emancipazione a colpi di pistola?
Se non avete ancora comprato il libro da portarvi in vacanza prendete questo. Ma non da solo, perché avrete fretta di finirlo, e quindi ne serviranno anche altri. Forse desidererete, addirittura, una giornata di pioggia per riuscire a immergervi nella lettura senza rimpianto alcuno. A me è successo. 
Berthe è una nonnina che di primo impatto sembra molto scorbutica e dura ma, ascoltandola si arriva a provare molta tenerezza per lei. Ed è esattamente quello che succede all’ispettore che si trova a raccogliere la sua testimonianza. La semplicità e, al contempo, la crudezza con cui questa donna racconta la sua vita è davvero disarmante. E nemmeno l’uso disinvolto delle forme verbali riesce a disturbare la lettura anzi, se possibile, la rende ancora più accattivante. La figura principale della vita di Berthe è la nonna Nana, che per essere una donna nata a fine 1800 già incarnava molti valori del moderno femminismo e li ha tramandati alla nipote. Due donne che non avevano paura a stare da sole, che non ritenevano che ci fossero lavori da donna e da uomo ma semplicemente lavori da fare. Due donne che non avevano timore ad ascoltarsi così da capire quali fossero le scelte giuste da fare per loro stesse. Berthe affronta la vita a testa alta, consapevole dell’effetto che il suo corpo produce sugli uomini. Non si fa scrupoli a usare questi ultimi per avere quello che la vita le ha negato. E non si ribellerebbe a loro se le fosse riconosciuto lo stesso rispetto che è pronta a dare. Ma quando si accorge che non è così non ci pensa due volte a usare la Luger del nazista che era andato a casa sua con uno scopo ben preciso. Ma non ne era più uscito.
E così Berthe racconta la sua storia e tutte le volte in cui si è scontrata con il pregiudizio della gente, o con le botte degli uomini. Lo dice con amarezza che quando un uomo non ha argomenti per trovar ragione alza le mani e riduce al silenzio la donna. Lo spiega molto bene parlando del suo primo marito:
“Berthe aveva un modo di ragionare moderno, capace di far vacillare i costumi dell’epoca. Quantomeno, il suo interlocutore. Ma piuttosto che articolare un’antitesi convincente, Lucien ha scelto un’argomentazione più forte: l’ha schiaffeggiata. Metodo antichissimo per mettere le donne al loro posto senza dover giustificare una mancanza di intelligenza. L’uomo l’aveva sempre fatta franca in questo modo, quindi perché cambiare?”
Ma chi ha provato a farlo con lei non ne è uscito bene, o meglio, non ne è uscito e basta. E questa è anche la frase che ho immaginato scritta per me dato che mi occupo di questa tematica da diversi anni.
Ma non solo di violenza di genere parla questa arzilla vecchina. Con poche parole e spietate immagini ci racconta il razzismo vissuto dagli afroamericani negli Stati Uniti ma anche qui, nella vecchia Europa. E poi tra tanti uomini sbagliati c’è quello giusto che resta con lei per tutto il tempo che la crudeltà di altri uomini gli permetteranno. 

Ecco è strano come non viene mai da associare ai delitti di Berthe il termine crudeltà. Forse per il modo in cui si racconta forse perché, in fondo, lei fa quello che in circostanze simili faremmo anche noi. O magari penseremmo solo di fare se solo fosse legale.
Sta di fatto che la lucidissima Berthe tiene incollati al libro con le sue avventure e, complici, i brevi capitoli viene sempre il desiderio di leggerne ancora uno prima di smettere. Anche il finale sarà lei a deciderlo e, sinceramente, non era quello che mi aspettavo ma mi è piaciuto. Diciamo pure che non poteva essere diverso. 
Devo poi confessare che sono stata molto contenta di aver letto questo libro su cartaceo con copertina morbida. È stato davvero un piacere toccarlo e sfogliarne le pagine. Uso anche il Kindle ma non con la stessa soddisfazione.
Il libro è davvero ben scritto e strutturato e credo proprio che sotto l’ombrellone, o sdraiati nel bosco sarà un’ottima compagnia.
Assegno a questo libro quattro belle stelle. Non cinque perché razionalmente ho trovato abbastanza poco credibile che la nonnina killer sia sempre riuscita a farla franca, ma è talmente accattivante questa storia che sono disposta a chiudere entrambi gli occhi e a consigliarlo caldamente.
Buona lettura.

Recensione di

1 commento:

  1. Ho acquistato il libro, ma non sono ancora riuscita a leggerlo. Devo rimediare al più presto

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