martedì 6 settembre 2022

Recensione - "L’angelo custode" di Leo Giorda

Esce oggi per Ponte alle Grazie il primo libro di Leo Giorda, un giallo misto a commedia divertente e molto piacevole. Monica, la mia collaboratrice lo ha letto in due giorni e oggi con la sua uscita presenta la sua personale recensione. 
Titolo:
L’angelo custode
Autore: Leo Giorda
Genere: Mistery
Pagine: 233
Editore: Ponte alle Grazie
Data di uscita: 6 settembre 2022

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Un macabro ritrovamento, nel cuore del quartiere San Lorenzo, a Roma, sconvolge la tranquilla routine estiva della polizia: bisogna agire in fretta, un delitto del genere non può restare impunito a lungo, chi lo ha compiuto dev’essere fermato, subito. Il vicequestore Giacomo Chiesa ha un indiziato perfetto, ma le cose si complicano quando quest’ultimo per scagionarsi si rivolge al più improbabile degli investigatori privati…Qui entra in scena Woodstock. Maestro elementare, hippie fuori tempo massimo, scapestrato impenitente, Woodstock ha un dono. Quando fa uso di droghe diventa capace delle più acrobatiche deduzioni: uno «Sherlock Holmes tossico», come lo definisce un cliente. E mette le proprie abilità al servizio dei disgraziati, dei derelitti a cui nessuno mai presterebbe aiuto. E così il rigido e incorruttibile Chiesa e il generoso avanzo di centro sociale si troveranno a percorrere le stesse strade, in una vorticosa indagine ricca di colpi di scena. Personaggi memorabili, un intreccio avvincente, un ritmo sempre incalzante, sullo sfondo di una Roma vitale e umanissima, fanno dell’Angelo custode un esordio dirompente. È arrivato Leo Giorda, un giovane giallista di razza. E con lui Woodstock, un detective originalissimo e capace, nel giro di poche pagine, di diventare un fedele amico del lettore.
La storia inizia con la scoperta di un crimine talmente efferato da non essere esplicitato se non dopo qualche pagina. È uno di quei delitti che non può lasciare indifferenti. Il lettore è, quindi, subito catturato. Deve sapere chi è stato.
Uno alla volta vengono presentati i personaggi. Il vicequestore Chiesa, dovrebbe essere il buono ma in realtà si comporta con una dose di arroganza con i suoi sottoposti da farlo risultare molto antipatico. Le sue priorità sono il lavoro e la carriera ed è disposto a sacrificare relazioni amicali e familiari pur di raggiungere il suo obiettivo e diventare questore. Non gli mancano i contatti giusti anche tra gli altri prelati in Vaticano. Esilarante il colloquio con il porporato dove a fianco del parlato virgolettato l’autore ha pensato bene di mettere il pensato in corsivo. Da bravo investigatore individua subito il sospettato ideale. Talmente ideale da fargli escludere ogni altra pista.
E se invece il sospettato, tale Claudio Gatto, fosse solo un povero diavolo perseguitato dalla cattiva sorte che nella vita ha già subito tanto?
Se così fosse servirebbe l’intervento di qualcuno molto in gamba per tirarlo fuori dal pantano in cui si trova ora.
Ed ecco Woodstock:
“Sembra un normalissimo tipo da centri sociali, capello lungo, codino, felpona, pantaloni larghi.”
Eppure ha una caratteristica che lo rende perfetto per Gatto:
“Riesce a vedere cose che gli altri non vedono”.
Il problema è che per poterlo fare ha bisogno di farsi una canna, o qualche altra sostanza.
Questo fa di lui un individuo quanto meno sospetto per le forze dell’ordine con le quali invece, almeno per questo caso, ha bisogno di collaborare.
E forse solo per lui, che è l’Angelo dei quartieri popolari di Roma dove aiuta grazie al suo potere le persone che si trovano nei guai, avviene il miracolo. Quando incontra il vicequestore tra di loro si innesca qualcosa che fa capire ad entrambi di trovarsi di fronte la persona che può aiutarli a risolvere il caso.
Quando Chiesa si trova in mano elementi tali che potrebbero giustificare l’arresto di Woodstock, non si deciderà a farlo. Riuscirà a mettere a tacere la voce che glielo indica come possibile complice di Gatto. Anzi, si creerà una collaborazione reciproca che porterà i due alla soluzione del caso.
Per arrivare al colpevole sarà necessario ripercorrere ricordi della gioventù di Woodstock che erano rimasti per tanti anni ben chiusi in un angolino della mente. Chiesa non si fa scrupoli di approfittare di una sua conoscenza in Vaticano pur di avere le informazioni necessarie dopo il ritrovamento di un’altra vittima. Mancano altri due scomparsi all’appello e si vorrebbe ritrovarli vivi. Riusciranno i nostri eroi ad arrivare in tempo?

Devo dire che questo romanzo mi ha catturata e l’ho divorato in due giorni. Vuoi la storia, vuoi la narrazione molto piacevole e naturale. Anche la scelta di capitoli molto brevi mi è piaciuta. Diventano un po’ come le ciliegie, si dice sempre “ancora uno e poi basta” e si continua a leggere sempre più curiosi e sempre alla stessa distanza dalla soluzione fino a quando non saranno i nostri due investigatori a condurci al colpevole.
Risolto il caso, Chiesa si troverà a fare i conti col suo ex sospettato alla ricerca di un riscatto che, indubbiamente merita, e con le richieste quanto meno poco lecite del suo superiore. Le cose non gli vanno meglio in ambito famigliare.
Il finale è molto aperto e questo fa ben sperare che Chiesa e Woodstock torneranno a indagare assieme su nuovi crimini. Leo Giorda è giovane e ha tanto tempo per regalarci nuove avventure di questi due personaggi così diversi eppure così accattivanti.
Il libro è ben editato, ben presentato e della giusta misura per essere comodo da leggere. Peccato per un paio di refusi ma solo due e si possono perdonare.
Assegno cinque stelle perché mi sono proprio divertita a leggerlo. E ve lo consiglio caldamente. Buona lettura.

Recensione di

3 commenti:

  1. Giallo interessante, grazie per la recensione

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  2. Un libro interessante che altrimenti mi sarei persa. Sembra proprio bellino, ispira anche me che non amo particolarmente i gialli. Bellissima recensione ❤️

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  3. Grazie a voi, e si è scritto in modo molto accattivante...

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