Autore: Ivan Sciapeconi
Genere: Narrativa storica
Pagine: 208
Editore: Piemme
Data di uscita: 18 gennaio 2022
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Estate 1942. Alla stazione di Nonantola, in provincia di Modena, scendono quaranta ragazzi e bambini ebrei. Sono scappati dalla Germania nazista grazie all'organizzazione di Recha Freier e, con i loro accompagnatori, stanno cercando di arrivare in Palestina, ma la guerra li ha costretti a continui cambi di direzione: prima la Croazia, poi la Slovenia, ora l'Italia. A Nonantola vengono sistemati appena fuori dal paese, a Villa Emma. Sembra che il peggio sia passato. Ci sono lezioni, assemblee e i più grandi imparano mestieri che un giorno potrebbero essere utili. Tra i ragazzi e le ragazze di Villa Emma c'è anche Natan, che inizialmente vede tutta questa attenzione con sospetto. Bruciano ancora il ricordo del padre trascinato via nella notte, l'addio della madre e del fratello più piccolo. Eppure, a Villa Emma non ci sono stelle gialle da appuntare al cappotto, né ghetti, né retate nella notte. Sembra di essere in un mondo completamente nuovo, dove i contadini portano cibo, il falegname i letti, dove ognuno può fare la propria parte. Con l'otto settembre del 1943, però, a Nonantola iniziano ad accamparsi le truppe naziste e per i ragazzi di Villa Emma c'è una nuova fuga da organizzare. Questa volta non sono soli, però, questa volta hanno un intero paese a lottare per loro. Una storia luminosa, inedita e sorprendente. Una storia vera. Uno squarcio di ottimismo nell'orrore della Shoah, 40 ragazzi messi in salvo da un'intera cittadinanza. Questo libro è per loro, per i salvati e i salvatori, perché non siano mai dimenticati. Ma anche perché ancora oggi la normalità del loro eroismo ci commuove e ci sfida a non abbandonarci a facili paure e all'indifferenza.
“Ci aveva tenuti nascosti come topi… in quei giorni ho capito il perché… niente liste con i nomi, niente elenchi, niente schede, solo cosi potevamo scappare…”
Non viene tralasciato nemmeno lo studio da parte di Josko come loro insegnante, si danno da fare per il miglioramento della situazione e finivano le loro giornate stancamente, sapendo che la stanchezza copriva la paura e su questo erano tutti d’accordo.
Arriva l’8 settembre '43. Vicino a Villa Emma si sono accampati i nazisti e i ragazzi non sono più al sicuro. I tedeschi possono fare il bello e il brutto, specialmente ora che non si sa chi comanda. Fa freddo e hanno la necessità di coprirsi, così tutte le donne del paese lavorano giorno e notte per confezionare 40 cappotti marroni. I ragazzi sono ricercati e devono partire subito e, per non insospettire i tedeschi, confezionano una specie di divisa, come se partissero per una gita. Tutto il paese si mette all'opera per aiutare questi ebrei, che poi in fondo erano solo dei bambini in fuga.
Ormai sono trascorsi 80 anni e quando arriva questo anniversario non si può fare a meno di ricordare. Quanta sofferenza veder partire i figli senza avere la certezza di rivederli domani e noi, mamme, non possiamo immaginare il dolore provato da queste donne, il rammarico di non poter fare nulla, di non vederli crescere e seguirli nell’età adulta.
La narrazione è fatta in prima persona da Natan, fuggito da Berlino dopo aver assistito alla cattura del padre da parte delle “camicie scure”. Natan è l’unico frutto di fantasia di questo romanzo, tutti gli altri sono da ricordare: Don Arrigo, Schoky, Dott. Moreali, Boris, Josko e tanti altri. Tutto è documentabile, con i nomi dei ragazzi presso la Villa, ancora oggi sede di manifestazioni. Il 14 luglio di quest'anno ricorrerà l'anniversario dei primi profughi ebrei arrivati a Villa Emma.
Provincia di Modena? Mi sa che sto libro finisce in wish list, visto che io sono Modenese! Ottima recensione, grazie
RispondiEliminaCiao Benedetta...sicuramente sarà molto interessante fare una visita nei dintorni di Modena fino a Villa Emma di Nonantola....grazie ciao
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