mercoledì 14 maggio 2025

Recensione - "Qualcuno di noi" di Pietro Grossi

Titolo:
 Qualcuno di noi
Autore: Pietro Grossi
Genere: Narrativa
Pagine: 528
Editore: Mondadori
Data di uscita: 14 gennaio 2025

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Ci viene incontro come un io, e ci racconta di sé, di un'infanzia dentro le soffici spire di una famiglia agiata, della pratica della menzogna come sofisticata strategia di salvezza, di un'adolescenza che si riconosce nelle notti alcoliche, nel precipizio di sentimenti non governati, nel rabbioso esercizio della violenza. Ci racconta di sé, e più racconta più ci prende in contropiede il sospetto che quell'io stia vagando in una pluralità del sentire che detta le nuove avventure della giovinezza, che apre al noto e all'ignoto dell'America, ai deserti degli allucinogeni e alle frequentazioni metropolitane. E mentre ci spinge, quel narratore plurale, a contemplare i contraddittori viluppi della scoperta del mondo, avvertiamo il suo avvicinarsi alla scoperta luminosa dell'amore e al destino della scrittura. Emozioni e caratteri salgono sul ponte di una nave ideale con nomi e nomignoli: a ognuno una funzione. Come in una continua, infiammata sessione parlamentare ciascuno vuole la parola, ciascuno vuole rileggere passato e presente e ipotecare il futuro. Siamo immersi nel flusso inarrestabile dell'accadere, dentro le movimentate gesta di un equipaggio in attesa di un "noi" non arreso all'equivoco della verità. Ambizioso, spazioso, tropicale e selvaggio, "Qualcuno di noi" è l'opera matura di uno dei più grandi scrittori italiani, finalmente davanti alla cruciale occasione di visitare se stesso e di accompagnarci tutti dentro un abisso in cui si gioca senza regole, sul ciglio del nonsenso.

Ho finito questo libro da giorni e non mi decidevo a scriverne. Durante la lettura, che per i miei standard è durata tantissimo, una parola mi girava per la testa fin dalle prime pagine: “disturbante”. E questo è quello che mi ha trasmesso: disturbo e fastidio. Il narratore che parla usando la prima persona plurale fa pensare a dei gemelli ma gli viene risposto sempre usando la seconda persona singolare. Questo crea un po’ di curiosità. Magari può essere originale ma a mio modesto parere mancava una struttura narrativa che lo rendesse tale. Ho trovato poco interessante la biografia di questo rampollo di una famiglia agiata che, non avendo problemi economici, si è potuto permettere di mettere a tacere comportamenti devianti e di vivere esperienze che per molti, certamente più meritevoli, sono e restano solo sogni. E anche questo mi ha disturbato molto. Quando leggo un libro mi piace imparare qualcosa, o provare qualcosa. Questo libro mi ha annoiata tanto, disturbata tanto e infastidita moltissimo per la presenza di ben tre bestemmie scritte a chiare lettere e in modo completo, senza nessun asterisco pietoso. Ora uno può essere credente, e se lo è perché bestemmiare, oppure non credente e, a maggior ragione, perché bestemmiare. Non concepisco proprio questa cosa e non perché io sia una fervente cattolica praticante ma semplicemente perché trovo la bestemmia un intercalare orribile.

Ho voluto arrivare in fondo al testo con la speranza che ci fosse quel colpo di teatro che rivalutava una lettura che avrei tanto voluto non aver fatto, e anche perché trovo poco corretto scrivere di un libro che non ho letto. Colpo di teatro non pervenuto. Ho lasciato decantare diversi giorni il mio pensiero ma la mia opinione è sempre questa e così la scrivo e archivio definitivamente la vicenda. Il libro è comunque ben scritto ed editato, ma il contenuto mi manca proprio. Finora mi era capitato il contrario: buoni contenuti editati molto male e pieni di refusi, che mi infastidiscono sempre tanto. Oggi devo riconoscere che un libro ben scritto ma con una storia che si trascina inutilmente per centinaia di pagine e nelle quali vengono inserite a freddo tre bestemmioni, mi infastidisce molto di più.

Assegno due stelle per la scrittura. Non mi sento di darne di più né di consigliarlo. Poi sentitevi liberi perché non è detto che quel che non piace a me non possa piacere ad altri.

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