mercoledì 21 maggio 2025

Recensione - "Profondo nulla" di Fabio Tittarelli

Titolo:
Profondo nulla
Autore: Fabio Tittarelli
Genere: Narrativa
Pagine: 224
Editore: Genesi Editrice s.a.s.
Data di uscita: 29 settembre 2023

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Il titolo dell’ultimo romanzo di Fabio Tittarelli potrebbe evocare un giallo di Dario Argento, con quell’aggettivazione iniziale così compromettente, ma il sottotitolo devia l’orientamento verso una ricerca emotiva ed eudenomica: è possibile vivere la vita alla ricerca della felicità? Il vaglio delle emozioni rappresenta il cammino corretto per vivere felici? Bisogna leggere l’intero libro, in gran parte in forma di diario confessionale, per avere una ragione profonda del nulla o del tantum che può attenderci sull’esito della ricerca anabatica, se conduce alla pignatta aurea posta al termine dell’arcobaleno oppure a una inutile dispersione dei nostri talenti. La vicenda è molto accattivante: la prima protagonista, Luna, è una donna che si perita di cambiare la sua vita soffocata in una dimensione di coppia inconsistente e priva di prospettive con una nuova vita – non a caso ambientata in Costa Rica, uno dei Paesi che vanta tra i più alti indici di soddisfazione civile e psicologica della sua popolazione – affidando l’aspirazione al cambiamento a un diario, rinvenuto per caso, a distanza di molto tempo, dalla seconda protagonista, la giovane Serica, che vive angosciata in una città marinara che sta sprofondando in un mare incattivito e inquinato. 

Non è il mio genere il distopico, ma questa lettura ha saputo catturare la mia attenzione da subito.

È un libro che parla di emozioni, di cambiamento climatico e di donne. Gli uomini sono figure in secondo piano. Forse perché la dimensione emotiva è più legata, nell’immaginario collettivo, alla donna? Per molti uomini è difficile, in effetti, riconoscere le proprie e altrui emozioni. Non per cattiveria ma perché non vengono educati a farlo, a guardarsi dentro. Gli uomini devono essere pratici e forti e alle donne è invece concesso di perdere tempo per delle “sciocchezze”, addirittura di piangere talvolta. Eppure sono così importanti le emozioni per uno sviluppo equilibrato delle persone, quale che sia il loro sesso.

Le due storie che si intrecciano a formare la trama di questo libro si svolgono in dimensioni temporali molto diverse. La prima quando ancora si poteva cercare di fare qualcosa per non distruggere completamente l’ambiente e la seconda quando ormai i giochi sembrano purtroppo fatti.

La terra è sempre più ostaggio di eventi climatici estremi oscillando tra alluvioni e aridità, la stessa aridità che Serica riconosce in sé stessa. Le emozioni sono sparite dal vivere quotidiano e, come per l’acqua e l’aria pulite, se ne apprezza il valore proprio quando mancano.

Il ritrovamento di un vecchio quaderno nelle cui pagine è racchiusa la vita di Luana, che avrebbe voluto essere chiamata Luna, permette a Serica di confrontare l’aridità dei sentimenti con cui fa i conti ogni giorno, con la forza di quelli di Luana che la spingono a enormi cambiamenti.

È un libro che offre tantissimi spunti di riflessione sia sul proprio modo di vivere e di “sentire”, sia sul comportamento che ognuno di noi tiene, in modo più o meno responsabile, nei confronti del piccolo pezzetto di pianeta che occupa. Ci penso spesso quando cammino per i boschi e vedo tra i cespugli bottigliette di plastica o lattine, perché? O quando, come ieri, arriva la notizia del terzo (?) incendio di una azienda che si occupa di rifiuti e il conseguente invito di Arpav a chiudersi in casa. Come se servisse. Come se le polveri contenute in quei fumi non andassero a depositarsi sugli orti che si trovano attorno alla zona industriale. Mi succede spesso di chiedermi dove stiamo andando, che mondo lasciamo ai nostri figli e ai nostri nipoti.

Ecco, questo libro permette di fare tanti bei ragionamenti e, nel contempo, regala una bella lettura piacevole e ben strutturata. E pure un uso corretto della lingua che è sempre una cosa apprezzabile.

Assegno cinque belle stelle e ve ne consiglio la lettura.


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