Autore: Mara Di Noia
Genere: Narrativa
Pagine: 200
Editore: Edizioni Spartaco
Data di uscita: 8 marzo 2024
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Mi capita di far parte di un gruppo di lettrici fortissime
che, appoggiandosi alla pagina Facebook I
Libri Portano Lontano, organizzano presentazioni online invitando gli
autori che si rendono disponibili. Ho conosciuto così questo libro e sono
rimasta affascinata dalla storia di Dosolina tanto che, mentre leggevo i brani
che mi erano stati assegnati, e ascoltavo le dissertazioni dell’autrice, già
facevo ricerche su in rete per saperne di più. Il libro era stato proposto da
un’altra lettrice e non lo avevo ancora letto ma ho provveduto immediatamente
ed eccomi qui. È un romanzo nel quale si intrecciano due storie, una ambientata
nel 1943 a Milano che racconta appunto di Dosolina, e una ambientata ai giorni
nostri in Svizzera. I capitoli alternano le due storie che, incredibilmente, si
avvicinano sempre di più fino a diventare una storia unica. Il momento in cui
questo avviene per me è stato il top dell’emozione. Mi è piaciuto tanto che ci
fossero personaggi estremamente concreti che lottavano ogni giorno per mettere
assieme il pranzo con la cena, oppure con i problemi di salute che arrivano a
colpire come un fulmine a ciel sereno, con altri che invece di concreto avevano
ben poco ma sembravano in comunione con la natura e al corrente di tutti i
fatti della vita, presenti e passati. Per non parlare poi del cameo di cui è
protagonista la poeta con il rossetto
rosso che scrive i suoi versi sui tovaglioli al bar. Mi sono quasi commossa per
il modo perfetto in cui questo personaggio meraviglioso è stato dipinto e
inserito nel racconto, quasi come se tutto il romanzo fosse stato scritto
proprio per poter accoglierlo.
La storia di Dosolina trasuda dolore. È una ragazza che arriva a Milano all'età di soli diciotto anni. Ma ne ha passate tante. Si è
innamorata dell’amore e, come purtroppo capita, non è stata ricambiata per
nulla, anzi. Ma non si può dire che non abbia avuto chi le ha voluto bene. Ci
sono state persone che hanno saputo vedere la sua anima e volerle bene senza
chiedere nulla di quel che era stata costretta a fare. E lei ha saputo
ricambiare e trovare il modo di trasformare tutto il male che le era stato
fatto in azioni d’amore verso i più piccoli. Ed eccola diventata L’Angelo dei
poupon.
Se vi capiterà di essere sui Navigli in una notte di nebbia e
di vedervi sfrecciare a fianco una ragazza in bicicletta dalla lunga coda di
capelli biondi, non spaventatevi e non urlatele dietro. Annusate il buon
profumo di violette che la avvolge e mandatele un bacio per tutto il bene che
ha fatto.
Per quanto riguarda invece l’altra storia conosceremo un
dentista in un particolare momento della sua vita, che gli sta
ponendo di fronte alcune difficoltà. Conosceremo i suoi figli che proveranno a
essergli vicini ognuno a suo modo fino a scoprire qualcosa che non avrebbero
mai sospettato. Il finale è apertissimo a ogni interpretazione. Subito ci ero
rimasta un po’ così ma poi ho concluso che, tutto
sommato, era il finale giusto per portarci, dopo aver semplicemente letto le
due storie, a esercitare un pochino il nostro pensiero.
Assegno cinque belle stelle a questo libro perché è ben
scritto e le due storie si avvolgono e si scambiano in maniera direi perfetta.
La brevità dei capitoli ne facilita molto la lettura, tanto che non si
smetterebbe mai. L’ho letto nei giorni di festa che hanno seguito il Natale e
mi è piaciuto davvero tanto, quindi lo consiglio di vero cuore.
Buona lettura.
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