lunedì 7 ottobre 2024

Recensione - "Mathilda. Il quinto sigillo" di Gianni Ferrante

Titolo:
Mathilda. Il quinto sigillo
Autore: Gianni Ferrante
Genere: Fantasy
Pagine: 256
Editore: Scripta Edizioni
Data di uscita: 10 maggio 2024

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Vinta l'ultima battaglia con le Ombre, Ethan e Susan sono convinti che nulla possa più turbare il loro equilibrio faticosamente conquistato. La vita scorre serena, i bambini crescono e il passato sembra lontano, sepolto per sempre in luogo remoto. Ma non è così...La guerra è tutt'altro che vinta e questa volta sarà Mathilda a doverla affrontare. Mathilda, la piccola di casa, bambina di poche parole ma dalle idee chiare, dovrà combattere contro qualcosa che nemmeno comprende e affrontare situazioni ai confini dell'immaginazione. Improvvisamente le parole vaghe sentite per caso dai genitori acquistano senso e Mathilda capisce cosa l'attende: un confronto epico con le forze del Male. Ora lo sa, il suo è un destino diverso e speciale. Ma non sarà sola in questa battaglia: ad aiutarla ci saranno tanti amici e, soprattutto, il Dono ricevuto in custodia dall'Alto. In questa seconda puntata della saga del Sigillo, la battaglia tra Bene e Male assume i contorni di una spietata normalità che si fonde con il mondo onirico dell'infanzia, in un racconto ricco di cambi di scena ma anche di amore e amicizia. E matematica.

È arrivato il secondo romanzo fantasy di formazione di Gianni Ferrante che avevo conosciuto come narratore della storia del paese che gli ha dato i natali, Villa Bartolomea. Devo dire che, come nel precedente dal titolo “Il terzo sigillo”, ancora una volta sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla narrazione scorrevole e pulita di una storia che ripropone l’annosa lotta tra il bene e il male propria della vita di ognuno di noi.

Ferrante ne scrive con estrema naturalezza riportandomi alla mente il diavoletto e l’angioletto che nei cartoni della mia infanzia si litigavano le azioni di Paperino stando sulle sue spalle.

Ma qui non si parla di personaggi dei cartoni ma di bambini, ragazzi e adulti attorno ai quali si muovono le Ombre e gli Angeli. Questi esseri possono assumere anche le sembianze di esseri umani e riconoscerli diviene allora davvero difficile. A parte che per il loro sguardo. La protagonista di questo libro, Mathilda, è bravissima a capire chi si trova davanti guardandone gli occhi. Fin da bambina lei ha capito, un po’ sentendo di nascosto i discorsi di mamma e papà, un po’ per la sua estrema sensibilità, e aiutata anche dai suoi amici, invisibili ai più, che non siamo soli a percorrere le strade della vita. Ha accettato queste presenze senza eccessive paure consapevole che alcune erano buone e l’avrebbero aiutata.

Ho amato questa ragazzina amante della matematica e dello studio in generale che non disdegnava, però, di gettarsi a capofitto nelle avventure con gli amici. La sua capacità di mantenere la lucidità e di cercare una soluzione ai problemi della vita, proprio come la mamma le ha insegnato a fare con i problemi matematici.

Mi è piaciuto il modo di raccontare i fatti da punti di vista di diversi protagonisti così da far capire per bene al lettore cosa provava ogni personaggio dinnanzi ai medesimi fatti.

Anche in questo libro c’è un riferimento al bullismo che, troppo spesso, riguarda molti studenti delle scuole di ogni ordine e grado e l’autore riesce a farci sentire molto bene il disagio vissuto da chi ne è vittima.

Come nell’episodio precedente anche in questo il ritmo della storia e gli avvenimenti più importanti sono scanditi dalla voce del dj di Radio Lake e accompagnati da riferimenti a grandi successi musicali che, a mio avviso, danno un tocco di piacevolezza in più alla lettura permettendo alla nostra fantasia di farci sentire sia la voce del dj che le musiche citate.

Avrei preferito un carattere leggermente più grande perché con l’età la mia presbiopia sta peggiorando, ma non posso certo farne una colpa all’autore o alla casa editrice. Ho notato alcuni piccoli refusi che non hanno creato disagi alla lettura ed avrei scambiato qualche parolina forte, che però riconosco far parte del linguaggio comune, con un po’ di virgole che ben posizionate non avrebbero reso necessaria una seconda lettura in alcuni punti. Ma niente di trascendentale e poi, mi dicono che anche io ne uso meno di quelle che necessiterebbero quindi non posso certo puntare il dito. Ho divorato anche questo libro come il precedente perché la lotta tra il bene e il male è un tema che mi affascina molto così come il sentire delle presenze, buone o cattive che siano, attorno a noi ha rappresentato da sempre una realtà per me. Lo confesso a costo di farvi dubitare della mia sanità mentale ma, è così. E tanto per essere sincera del tutto, qualche dubbio in merito ce l’ho pure io.

Non posso che consigliare la lettura di questo libro da affrontare con lo spirito di un bambino che sta scoprendo il mondo e non si è ancora creato degli schemi mentali fissi. Sarebbe bello essere tutti un po’ Mathilda, pronti ad accogliere gli altri, visibili o invisibili che siano, senza preoccuparsi di cosa le persone possono pensare di lei. E pure coraggiosa e razionale anche quando sembra che nulla di quanto ci sta succedendo attorno risponda ai canoni della razionalità. Concludo con un plauso alla copertina tutta in bianco e nero dove Mathilde appare di spalle in un campo di grano sovrastato da un cielo nero nero, indossando una maglietta rossa, unico punto di colore. Il motivo lo capirete leggendo.

Assegno quattro belle stelle e vi auguro buona lettura.



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