mercoledì 16 ottobre 2024

Recensione - "Viola e il blu" di Matteo Bussola

Titolo:
Viola e il blu
Autore: Matteo Bussola
Genere: LGBT, Narrativa
Pagine: 256
Editore: Salani Editore
Data di uscita: 10 maggio 2024

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Questa è la storia di Viola, una bambina che gioca a calcio, sfreccia in monopattino e ama vestirsi di Blu. Viola i colori li scrive tutti con la maiuscola, perché per lei sono proprio come le persone: ciascuno è unico. Ma non tutti sono d'accordo con lei, specialmente gli adulti. Tanti pensano che esistano cose 'da maschi' e cose 'da femmine', ma Viola questo fatto non l'ha mai capito bene. Così un giorno decide di chiedere al suo papà, che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende. È maggio, un venerdì pomeriggio, il cielo è azzurrissimo e macchiato di nuvole bianche, il papà è in giardino che cura le genziane. Le genziane hanno un nome da femmine, eppure fanno i fiori Blu. Però ai fiori, per fortuna, nessuno dice niente. Non è come con le persone, pensa Viola. Un fiore va bene a tutti così com'è... In questa storia, ispirata dalle conversazioni con le sue figlie, Matteo Bussola indaga gli stereotipi di genere attraverso gli occhi di Viola, una bambina che sa già molto bene chi è e cosa vuole diventare. Un racconto per tutti, che celebra la forza della diversità e l'importanza di crescere nella bellezza e nel rispetto delle sfaccettature che la vita ci propone. Una storia dedicata a tutti quelli che vogliono dipingere la propria vita con i colori che preferiscono. Età di lettura: da 7-15 anni.
Di Bussola avevo letto solo Notti in bianco e baci a colazione e ritrovarlo è stato davvero piacevole. Viola e il Blu sarebbe davvero da leggere assieme ai nostri figli quando ancora sono bimbi. Ma anche se sono cresciuti. Perché, a volte, ci accorgiamo che nonostante non fosse nostra intenzione, qualche stereotipo di genere glielo abbiamo trasmesso. Ho lo hanno appreso per strada nonostante noi.
Sì, perché capita spesso che bambini dell’asilo mandino via una bambina perché il gioco che stanno facendo è da maschio. Oppure che l’unico maschio in un gruppo di femmine, sostiene che sta a lui decidere il gioco da fare, proprio in virtù del suo genere.
Ecco. Questi bambini hanno genitori giovani che non sono riusciti a non trasmettere almeno qualcuno di questi brutti pensieri.
Eppure sono sicura che le loro mamme, quand’erano ragazzine, rivendicavano la parità di genere e la stessa libertà dei loro amici maschi. Cos’è successo poi?
Magari oggi sono proprio quelle mamme che non permettono al loro bambino di comprare un giornalino o un giochino considerato da femmina, o viceversa.

Viola e il suo papà ragionano su tanti stereotipi di genere partendo dai colori definiti maschili e femminili. Ma vanno oltre. Ci portano a riflettere su quanto questi preconcetti portano a star male anche i maschi, non solo le femmine.
Per quale motivo un bambino non può amare giocare con le bambole o con altri giochi solitamente indicati per le femmine?
Perché nei negozi per giocattoli i reparti bambine vedono un predominare di rosa e di strumenti in miniatura per la cucina e le pulizie. Se c’è una sorta di “Piccola Chimica” è finalizzata a produrre profumi o cose simili?
Margherita Hack e Madame Curie non ci hanno insegnato proprio nulla?
E perché un padre che si occupa dei figli deve sempre sentirsi chiamare “mammo”?

Matteo Bussola sa perfettamente di cosa parla a questo proposito e lo fa con chiarezza e pacatezza, educando le sue bimbe cercando di lasciare questi stereotipi fuori dalle mura di casa.
Scrive bene, si legge volentieri e propone riflessioni importanti, se solo si vuol far la fatica di affrontarle, magari, ripeto, assieme ai propri figli.
Ne consiglio caldamente la lettura e assegno 4 belle stelle. Buona lettura.



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