lunedì 24 giugno 2024

Recensione - "Tradizioni di famiglia" di Luca Dalla Vecchia

Titolo:
Tradizioni di famiglia
Autore: Luca Dalla Vecchia
Genere: Narrativa
Pagine: 182
Editore: Libero Marzetto
Data di uscita: 8 maggio 2024

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Gori è una città di piccole dimensioni, isolata, immersa in una pianura del Nordest italiano. A Gori si è trasferita la famiglia Kamal. Prima Fatima, la figlia più grande, poi i genitori di lei e alla fine Yassine, l’ultimo dei fratelli, scelto al posto di Noureddine, rimasto in Marocco. Tradizioni di famiglia è un romanzo sullo sradicamento. La storia di una famiglia spaesata, divisa, senza vere prospettive in un Paese straniero. Una famiglia ai cui componenti resta l’amaro in bocca per ciò che avrebbe potuto essere e non è mai stato. Un dramma fatto di decisioni prese per il bene di tutti ma che finiscono per produrre tessere di un mosaico che non combaciano più.

Leggere questo libro mi ha lasciato dentro una profonda tristezza per i tre protagonisti: Fatima, Yassine e Noureddine, oltre alla tanta rabbia per la durezza che ho percepito nella loro madre che mi è sembrata così lontana, emotivamente, dai suoi figli. Una figura per la quale le tradizioni sembrano avere un’importanza che va oltre l’amore per i figli.

Il libro è diviso in brevi capitoli ognuno dei quali dà voce a uno dei fratelli che racconta il momento che sta vivendo, dal suo punto di vista. A volte si torna un po’ indietro nel tempo per mostrare come si è arrivati all’epoca attuale ma questo non crea disagi nella lettura.
La brevità dei capitoli e lo svolgersi degli eventi invoglia a scoprire come proseguirà la storia e cosa succederà a questi fratelli che hanno avuto una vita così travagliata.
Fatima è in Italia con i genitori, successivamente la madre andrà in Marocco a prendere un altro dei figli da portare in Italia e la scelta cadrà su Yassine comportando, anzi ingigantendo, la frattura con Noureddine. Lui non la prenderà per niente bene e cercherà il modo per superare l’ingiustizia di cui si ritiene vittima. La tratta dei migranti è un fenomeno che non viene spiegato ma che emerge da pensieri e dialoghi in tutta la sua drammaticità.
Yassine dall’altra parte del mare cresce con sempre troppi pochi soldi in tasca e affrontando i problemi dell’integrazione in un Paese con lingua e cultura diverse dalle sue. Il libro inizia proprio con un suo racconto che offre uno spaccato perfetto di un qualsiasi istituto professionale dei nostri giorni.
Fatima, più grande, è alle prese con i problemi di un lavoro regolare difficile da trovare e dei lavori irregolari malpagati e, spesso, causa di umiliazioni.
Fatima che ha talmente poca stima di sé da accettare una relazione nella quale non trova certo gratificazione.
Yassine che si sente discriminato per la sua etnia anche da chi sembrava volergli bene e rischia, per sfogare la sua rabbia, di fare cose che potrebbero costargli davvero care.
Eppure, alla fine, anche lui chinerà il capo di fronte alle scelte impostagli dalla madre nel rispetto delle tradizioni che sente ancora sue nonostante tutto. Ma non sarà questo il colpo di scena che scriverà la parola “fine”... ma non dico nulla.
Il libro è scritto bene e in modo corretto. Buone le caratterizzazioni di luoghi e persone. Si legge d’un fiato e mi ha smosso molte emozioni. Assegno quindi quattro belle stelle e ve ne consiglio caldamente la lettura.


Recensione di

1 commento:

  1. Interessante, ma temo non faccia per me; grazie comunque della recensione

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