sabato 23 aprile 2022

Recensione - "Momento critico" di Paolo La Paglia

Buongiorno a tutti. Oggi Monica ci parlerà di un thriller della Nua Edizioni, uscito un paio di giorni fa. Anche se va un po' fuori dai suoi ideali, la lettura è stata piacevole e la tensione soddisfacente.
Titolo:
 Momento critico
Autore: Paolo La Paglia
Genere: Thriller
Pagine: 242
Editore: Nua Edizioni
Data di uscita: 21 aprile 2022

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Una strada piatta e assolata dell’Arkansas. Un uomo con un occhio solo entra in una caffetteria sulla statale 530 e uccide a sangue freddo uno dei clienti, apparentemente senza motivo. Da quel momento, comincia un turbinio di orrore che sembra non avere fine. A fronteggiare questa emergenza viene chiamato Victor Mc Allister, negoziatore dell’ F.B.I. che sta vivendo una crisi interiore. Ma i fantasmi del suo passato dovranno essere messi da parte, perché si renderà presto conto di essere di fronte alla negoziazione più difficile della sua carriera.
Chi è l’uomo asserragliato nel locale? Perché non dice ciò che vuole? Quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a compiere un gesto di così grave entità? Chi sono le persone che lo stanno aiutando e perché?
Libro estremamente coinvolgente in un crescendo che ti accompagna a un finale inaspettato sotto vari punti di vista. Peccato per qualche refuso di troppo. Magari sono io che sono pignola.
Oltre alla storia che ti pone di fronte a continui interrogativi sul perché, per come e per chi, mi sono piaciuti molto i momenti introspettivi dei vari  personaggi. Ci si trova, infatti, di fronte ad uno spaccato di varia umanità. C’è il cattivo marcio dentro, che gode nel fare del male e c’è il buono che, in realtà, tanto buono non è, ma siccome se la prende coi cattivi ti porta ad empatizzare. 
E allora la domanda nasce spontanea: “E’ il poliziotto giustiziere la soluzione ai mali della società?”
Personalmente non sono sicura che questo sia quello che vorrei da chi è deputato a difendermi. E poi c’è il buono diventato cattivo e vendicativo dopo che gli è stato fatto molto male. E anche lì mi sono chiesta:“Come avrei reagito al suo posto?”.
Ma la domanda forse dovrebbe essere: “Come è giusto reagire, al di là della comprensibile rabbia?”
È accettabile la sete di vendetta che ti fa ragionare in termini di “Occhio per occhio e dente per dente” o deve prevalere il senso di giustizia, il non voler essere come chi ti ha fatto del male?

È estremamente facile accettare la logica del buon vendicatore. In fondo è pur vero che, chi ha commesso reati molto gravi, si merita di essere punito in modo molto severo e spesso la giustizia non riesce a farlo. Quindi è giusto fare da soli se se ne ha l’opportunità o se si riesce a crearsela? 
Mi sono fatta tantissime domande leggendo questo libro perché, come ho già scritto, mi piace comprendere ed empatizzare con i personaggi ed è stato facile farlo con molti protagonisti di questa storia pur coi loro difetti. Ho lasciato il giudizio morale da una parte e mi sono lasciata coinvolgere dalle intricate vicende che si intervallavano nello spazio e nel tempo. Molto apprezzato, infatti, il continuo rimando a eventi precedenti che venivano a spiegare quello che stava accadendo nel presente. Tutto quello che succede è sempre legato a qualcos’altro e averne una visione completa aiuta a comprendere meglio le motivazioni dei comportamenti tenuti dalle persone. Certamente gli episodi all’origine dell’evento narrato sono quanto di più terribile possa capitare a normali famiglie, prova ne sia che quando alla fine verranno disvelati anche i più professionali tra gli agenti dell’FBI avranno difficoltà ad ascoltarli. E le reazioni anche in questo caso saranno diverse. Qualcuno cercherà di mantenere la freddezza necessaria a prendere le decisioni giuste, quelle che possono limitare i danni collaterali al massimo. Qualcun’altro si lascerà prendere dal desiderio di intervenire con una azione di forza senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze. E qualcuno, pur mantenendo una calma apparente, deciderà cosa fare, ma soprattutto, come farlo affinché la storia abbia l’epilogo che non intendo assolutamente svelare.

Credo che la lettura di questo libro dia un doppio beneficio: il coinvolgimento in una storia ad alta tensione con diversi colpi di scena, che già di per sè è cosa buona; l’opportunità di riflettere su quanto la rabbia stia divenendo una emozione sempre più dilagante nella nostra società. Su come funziona la giustizia e quanto i cittadini si sentano tutelati. Su quanto noi riusciamo a mantenerci coerenti con noi stessi e con i nostri buoni propositi con il nostro comportamento nei confronti degli altri e di noi stessi.
Non sentirò la nostalgia di questi personaggi che in modo diverso, hanno tutti posto se stessi e il proprio pensiero al di sopra della giustizia. Il messaggio che mi è arrivato non è quello in cui credo perché gli eroi negativi non sono i miei eroi. Mi lasciano tanta tristezza dentro. Forse sono una inguaribile idealista, dato il mondo in cui mi trovo a vivere, ma io vorrei che le cose andassero in modo diverso.
Eccomi quindi a concludere che, nonostante tutto quanto fin qui detto, ho apprezzato molto questa narrazione e quindi assegno quattro stelle perché quando un libro riesce a coinvolgerti al punto di non andare a cena finché non lo si è finito vuol dire che è scritto bene.Vi auguro buona lettura, ma vi raccomando di tenere sempre presenti i valori importanti nella vita.

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