mercoledì 31 luglio 2024

Recensione - "1580: Morte a Siviglia" di Susana Martìn Gijòn

Titolo:
1580: Morte a Siviglia
Autore: Susana Martìn Gijòn
Genere: Thriller storico
Pagine: 544
Editore: Ponte Alle Grazie
Data di uscita: 24 maggio 2024

AMAZON

Anno del Signore 1580. Siviglia è una delle più ricche e fiorenti città d'Europa. Dal suo porto sta per salpare la flotta delle Indie: dovrà riportare alla Corona spagnola parte di quei tesori del Nuovo Mondo che la stanno facendo grande. Ma l'orrore è in agguato. Sulla polena della nave da guerra che guiderà la spedizione appare la pelle di un volto di donna, scuoiato, dai capelli rossi... Il crimine è raccapricciante, ma più nefasto ancora è il presagio che la superstizione dei marinai riconosce nella cruenta insegna. A cercare con tenacia la verità è Damiana, prostituta mulatta della Babilonia, una delle più rinomate case di tolleranza della città, collega della vittima. Damiana ignora però di essere molto più coinvolta di quanto creda, e la sua decisione di cercare aiuto presso l'amica d'infanzia Carlina, ora suor Catalina, carmelitana scalza, avrà nuove terribili conseguenze.

Non mi sono mai piaciuti i romanzi storici. Ma ho voluto dar fiducia alla proposta di Ponte Alle Grazie, che non mi ha mai delusa, e provare a vincere la mia avversione. Ed è stata cosa buona e giusta. Anzitutto perché, come scrive l’autrice nelle note finali:
“Alcuni personaggi appartengono al territorio della finzione e sono vissuti solo nella mia testa e in queste pagine, mentre altri fanno parte della nostra storia, il che ha reso il viaggio senza dubbio più appassionante”.
Ed è proprio così. I riferimenti storici hanno reso la lettura di questo libro, per altro davvero ben scritto ed editato, estremamente piacevole e avvincente.

Sono stati messi in luce alcuni argomenti piuttosto importanti. Innanzi tutto la condizione femminile. Lo sfruttamento della prostituzione che riguardava anche bambine di undici anni. La violenza cui erano sottoposte quotidianamente e, oserei dire, normalmente è qualcosa che mi ha devastata. Il fatto poi che non fosse previsto che le prostitute potessero gestirsi da sole ma fosse necessario che un “padre” si occupasse di loro mi è sembrato davvero ulteriormente umiliante.
Ho trovato conforto nel leggere di Suor Maria De San Josè che, per il suo essere suora appartiene anche all’altra dimensione che mi ha colpito, ovvero la situazione religiosa tra vita quotidiana e Santa Inquisizione. 
Suor Maria De San Josè, uno dei personaggi storici del libro, era una studiosa, credeva nell’importanza di acquisire conoscenza in un’epoca in cui la maggior parte delle sue consorelle pensavano che le arti intellettuali portassero al peccato della superbia. Aveva pagato con mesi di prigione questo suo amore per i libri. L’autrice riporta una frase dal suo epistolario che trovo quanto mai moderna e attuale:
“Siamo donne! E mi domando:
quando ci daranno ascolto?
Ancor meno ci ascolteranno
se cadiamo in quei mali
che vado intuendo!”
Anche nell’ambito religioso era praticata con normalità la violenza nei confronti di chi era considerato eretico. Ma non solo. Si avrà modo di vedere come, spesso, la violenza agita su ordine di alti prelati non aveva lo scopo di ricondurre sulla retta via le “pecorelle smarrite” ma era dovuta a motivazioni biecamente economiche.
Basti pensare a come molti religiosi giustificarono le stragi fatte dai colonizzatori ai danni delle popolazioni indigene nei territori oltre oceano. D’altronde quelle persone non erano che dei “selvaggi senza Dio”.
Ecco in mezzo a questi macro argomenti si inseriscono le storie di Damiana e Carlina. Cresciute assieme in estrema povertà hanno imboccato strade estremamente diverse pur conservando un grande affetto reciproco. Carlina custodisce qualcosa di molto importante per la vita di Damiana.

Le pagine del romanzo ambientato nel 1580 sono talora intervallate da pagine scritte in corsivo, a volte non semplice da leggere per il carattere scelto ma questo rende più credibile il tutto, a partire da tre secoli prima. Personalmente ci ho messo un po’ a capire di cosa si trattava e l’importanza che quelle pagine avevano per la storia ma era giusto che fosse così.
I personaggi che gravitano attorno a Damiana e Carlina sono diversi e gli intrecci, a volte velati di mistero, sono ancora più numerosi. Si vive pienamente la confusione del porto, la paura legata alla superstizione e agli atti criminosi inspiegabili che vengono compiuti. Tutto risulterà alla fine legato con un unico filo. Il finale apocalittico sarà comunque in grado di sorprendere il lettore. A me ha lasciato una domanda nel cuore relativa alle due protagoniste ma non ho intenzione di condividerla. Mi piacerebbe però sapere se solo a me rimane quel dubbio o anche ad altri che leggeranno questo libro.
E dunque è un bel libro e, per gli appassionati dei romanzi storici, è pure corredato di mappe dell’epoca. È scritto davvero bene. La storia intriga e appassiona. Che si può volere di più? Quattro belle stelle sono tutte meritate.
Vi auguro una buona lettura.


Recensione di

1 commento:

I vostri commenti alimentano il mio blog!
Se quello che ho scritto ti è piaciuto, lascia un segno del tuo passaggio. Te ne sarò grata.