venerdì 26 maggio 2023

Recensione - "Al mare non importa" di Manuel Bova


Titolo:
Al mare non importa
Autore: Manuel Bova
Genere: Narrativa
Pagine: 215
Editore: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 14 febbraio 2023

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Trentasette anni, una laurea che non gli serve, un lavoro che non ama. Nella vita, Massimo accetta quello che arriva, e quello che non arriva si vede che non doveva arrivare. Tutto il resto è il calcetto, la PlayStation e i tortellini di mamma. Una vita usata poco, come dice lui. Non sa però che la vita è pronta a sorprenderlo nel più inaspettato dei luoghi: una sala d'attesa. È qui che incontra Sara: quattro chiacchiere, strafalcioni, mani sudate, mezze frasi. Poi Sara entra dal medico e, quando esce, sparisce da quella sala d'aspetto così come dalla vita di Massimo. Massimo inizia a cercarla ovunque, in ogni foto, tra le amicizie, sui social. Ma proprio mentre nel suo cuore si fa spazio un nuovo sentimento, qualcos'altro lo costringe a fare i conti con tutto quello che finora ha sempre accettato senza reagire: il lavoro che non gli piace, la sua solitudine, l'amore. Genova fa da sfondo a una storia divertente e profonda in cui, tra gioie, dolori e sorprese, il protagonista dovrà mettere in discussione tutti i suoi punti fermi, stropicciando un po’ quella vita usata poco.
Di Manuel Bova leggevo e leggo con molto piacere i brevi racconti che condivide sui social, in particolare quelli che lo vedono protagonista con i nonni di divertenti avventure famigliari in cui il suo ruolo è quello di “Bimbetto”. Mi è capitato per le mani questo libro e l’ho affrontato con molta curiosità e tante aspettative che non sono state deluse. 
La storia è sempre narrata con una visione disincantata della vita ma con molta ironia per cui risulta piacevole anche se, talora, dissacrante. È scritto, almeno questa è l’impressione che si ha leggendolo, d’istinto. Frasi brevi, molto brevi, e nessuno spazio a ghirigori mentali: giusto l’essenziale. Eppure le emozioni che devono passare ci sono tutte, e arrivano. L’apatia con cui il protagonista si lascia trascinare dagli eventi della vita, che troppo spesso ritrovo nelle persone che sembrano aver perso interesse per tutto. Che non riescono a tenere in mano un libro quasi temessero, staccandosi dai social o dalla televisione, di non essere più in linea con il mondo. Oppure non trovano la forza di lasciare il comodo divano di casa per uscire a incontrare gli amici o per andare a teatro o a un concerto. Ma in poche brevi frasi Bova riesce a trasmettere anche il dolore fortissimo che si prova per la perdita di una persona cara. Ti arriva diretto, come un pugno allo stomaco e te ne rendi conto solo dopo. 
Sembrano, le sue frasi, pennellate veloci e scoordinate che, incredibilmente, formano un dipinto emotivo di ciò che il protagonista del suo romanzo, così come il lettore che si trovi o si sia trovato nell’identica situazione, sentono sgorgare dal cuore. Almeno per me leggere questo libro è stato un confrontare le mie emozioni, presenti o passate, con quelle del protagonista.  È molto ben mostrato il suo innamoramento per “Sara della sala d’attesa” con tutti gli sviluppi che ne sono seguiti. Ho apprezzato il suo tentativo di dare una svolta alla sua vita cercando un cambiamento che, per vari motivi, gli faceva paura anche se poi si è trovato sulla strada un ostacolo pressoché insormontabile… perché a volte i vari fatti della vita hanno un modo di incrociarsi davvero bizzarro.
Poi sembra che tutta la storia torni nella bolla di apatia iniziale quando un finale assolutamente al cardiopalma rimetterà in gioco tutto in un unico colpo di scena dal quale non mi sono ancora ripresa. Però mi è piaciuto davvero un botto. 
Il libro è ben scritto e, secondo la mia modesta opinione, mostra tanto e parla poco. Le oltre 200 pagine potrebbero sembrare tante ma scorrono velocissime perché le frasi sono brevi e si va spesso a capo riga. Quindi non fatevi spaventare dal numero.
Lo consiglio, parla di mare quindi per le vacanze è la morte sua.
Buona lettura.

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