martedì 12 luglio 2022

Recensione - "Ancora viva" di Kate Alice Marshall

Buongiorno a tutti! Siamo ormai nel pieno dell'estate tra caldo e tanta voglia di ozio e relax. Anche le letture per quanto mi riguarda stanno subendo questa voglia di rallentamento... ma è così, almeno per me, ad ogni arrivo del caldo. Invece Monica che legge sempre e comunque, oggi ci parlerà di un libro che tratta un tema particolare: la resilienza. Una ragazzina rimasta completamente sola, che oltre alla propria sopravvivenza, vuole vendicare il padre... con lei solo il suo cagnolone Bo. 
Titolo:
Ancora viva
Autore: Kate Alice Marshall
Genere: Avventura per ragazzi
Pagine: 336
Editore: HarperCollins
Data di uscita: 1 luglio 2022

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Oggi: Jess, 16 anni, è sola. L’incendio ha completamente distrutto il suo capanno. Sa che se non agirà in fretta il freddo la ucciderà prima che possa preoccuparsi del cibo. Ma è ancora viva, per ora… Ieri: Sono più di dieci anni che Jess non vede suo padre, un survivalista che vive totalmente isolato nella natura selvaggia; ma a seguito di un grave incidente in cui sua madre rimane uccisa e che la lascia gravemente ferita, è costretta a trasferirsi nel capanno del padre, in una remota località del Canada raggiungibile solo in idrovolante. Il rapporto tra Jess e suo padre è tutto da ricostruire e, non appena cominciano a riconoscersi, un oscuro segreto del passato li raggiunge, causa la morte del padre e lascia Jess completamente abbandonata a se stessa. L’inverno è ormai alle porte, e per sopravvivere Jess deve procurarsi il cibo con la caccia o la raccolta di bacche, costruirsi un riparo e tenersi al caldo. L’unica creatura amica in quell’ambiente ostile è Bo, e a volte la sensazione che la natura crudele voglia annientarla rischia di sopraffarla, ma Jess è molto più forte di quanto abbia mai immaginato. Ed è decisa a sopravvivere. A qualunque costo. Perché sa chi ha ucciso suo padre… e vuole vendetta. Emozionante, commovente e ricca di colpi di scena, Ancora viva è un’appassionante storia di resilienza e di scoperta della propria forza interiore, sullo sfondo affascinante di una natura selvaggia e incontaminata. Età di lettura: da 14 anni.
“Sono sola. Ho poche provviste. La temperatura sta precipitando. Nessuno verrà a cercarmi.”

Tredici parole ed ero già catturata da questa avventura. Jess spiega passo passo quel che le succede da quando rimane sola in mezzo alla foresta con l’unica compagnia del cane Bo. Si rende conto che il poco cibo che è riuscita a salvare dall’incendio della baita durerà pochissimo e che, se vuole sopravvivere, deve imparare a fare quello che il padre non ha avuto il tempo di insegnarle. E che, comunque, lei non avrebbe voluto imparare perché non voleva vivere lì. Le manca il padre, ora. Non sa se questo significa che gli voleva bene o se, semplicemente, le dispiace di non essere riuscita a conoscerlo quando ne aveva la possibilità. Ora vorrebbe poter tornare indietro e non perdere tempo a combatterlo, ma stare ad ascoltarlo mentre le spiega come si sopravvive da soli in mezzo alla natura.
Lui ci aveva provato e lei sa che da qualche parte nella sua memoria può recuperare quelle istruzioni. E le parole del padre, per fortuna, le tornano in mente a mano a mano che la situazione lo richiede.
“Il freddo ti ucciderà per primo, quindi costruisciti un riparo. La sete ti ucciderà in un giorno o due, quindi trova dell’acqua. La fame non ti ucciderà per molto tempo, ma ti indebolirà, quindi trova del cibo. Il fuoco è l’ultima cosa. Il fuoco è calore, cibo e acqua pulita, ma ci vuole molto tempo per ottenerlo, e la gente muore perché si occupa solo del fuoco e non di trovare l’acqua o di costruire un rifugio.”
Non è facile, da adulta, leggere un libro scritto con il linguaggio e il punto di vista di una sedicenne. Mi ha ricordato quando ho letto “Vuoi conoscere un casino” di Alex Astrid. Stesse difficoltà. Mi ritrovavo a pensare “ma come parla, ma come si comporta…” e poi “diamine quanto sono vecchia”. Perché poi ti ricordi che a quell’età ragionavi e parlavi allo stesso modo e allora tutto diventa più chiaro. 
Ogni giorno Jess si chiede se ce la farà a sopravvivere, o se è destinata a morire lì senza che nessuno lo scopra mai. E ad ogni pagina ci mostra come si sbaglia per inesperienza e come, però, questo sia il modo migliore per imparare. 
Da vegetariana che era impara a cacciare e pescare, a pulire e cucinare gli animali che uccide. Non esistono più i capricci legati al cibo. Si mangia tutto quello che può permettere di vivere ancora un giorno e poi un altro.
Impara a porsi obiettivi e a pianificare il modo per raggiungerli, a mettere in conto che si può fallire ma si può anche riuscire. Nei giorni in cui non riesce a procurarsi cibo ripensa con rabbia a quando diceva con disinvoltura che stava morendo di fame e doveva assolutamente mangiare qualcosa. Era una vita fa. Ora ha imparato che le parole hanno un significato e a volte ce lo dimentichiamo. Certo trovarsi in quella situazione fa mettere in discussione tutta quella che è stata la tua vita precedente. Chi ha figli adolescenti potrebbe trovare molti spunti per parlare con loro in questo libro. Per esempio il valore delle cose, come cambia a seconda della situazione in cui si vive. Jess, a un certo punto, rinviene un borsone pieno di soldi ma per lei non hanno alcun valore. E riesce a vivere senza telefono, televisione e internet. Anzi, dopo aver imparato le basi per sopravvivere, non senza rischiare anche la vita, arriva a pensare di poter vivere lì per sempre con il suo cane.

Nel suo rifugio ha scritto delle frasi per aiutarsi a tener duro:
“Furba, non forte.” come le diceva suo padre: doveva sopperire con la furbizia alla mancanza di forza.
“Fai sempre attenzione al vento.”
“Precipizio a est dell’albero morto.”
“Dì qualcosa ad alta voce almeno una volta al giorno.”
“Ricorda che loro torneranno.”
“Non è abbastanza.” Per ricordarsi di non accontentarsi di sopravvivere.

Cova un forte desiderio di vendetta, Jess, e forse è quello che la aiuta nei momenti più difficili. 
“..l’unica ragione per andare avanti. Per vincere l’inverno. L’unica ragione per sopravvivere al freddo, alla fame, alla solitudine: la vendetta.”
Tiene in tasca una pallottola a quel fine, ma al momento di usarla si rende conto che non è facile.
“Solo che… solo che mi immaginavo che fosse come uccidere un coniglio, un cervo. Non avevo mai considerato che avrei dovuto guardarli negli occhi.”
È un libro che ti prende per mano e ti fa sentire la paura della protagonista, la sua rabbia, il suo coraggio. Allo stesso tempo ti permette di sentire il profumo della foresta, il rumore della neve che cade e il respiro tranquillo del cane che dorme vicino al camino.
È un libro che non vedi l’ora di finire per capire cosa succederà a Jess e Bo ma che poi ti lascia dentro una gran malinconia. Mi manca la foresta e mi mancano Jess e il suo cagnone così indipendente e protettivo. Tutto questo più il fatto che è scritto ed editato molto bene mi portano ad assegnare 4 stelle e ad augurarvi buona lettura, ovviamente.


Recensione
di

2 commenti:

  1. Sembra interessante e diverso dal solito; ottima recensione, grazie

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  2. Avevo letto la segnalazione su questo blog! Lo ammetto, non è il genere ma mi hai comunque incuriosita. Se mi capita l'occasione probabilmente lo leggerò ❤️

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