sabato 2 maggio 2020

Recensione "La memoria delle farfalle" di Annamaria Piscopo

Prima recensione di maggio, il mese delle rose e della festa della mamma. Quest'anno sarà il 10, come sempre la seconda domenica del mese! Oggi voglio parlarvi di un libro della Rizzoli con una storia molto intensa, una bella storia non c'è che dire, profonda e delicata che tratta un tema molto importante. Come sempre di seguito la mia opinione!
Titolo: La memoria delle farfalle
Autore: Annamaria Piscopo
Genere: Narrativa per ragazzi
Pagine: 288
Editore: Rizzoli
Data di uscita: 3 Marzo 2020

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Giulia ha sedici anni, pochi grilli per la testa e un'amica del cuore, Alice, con cui trascorre tutte le sue giornate tra la scuola e il tempo libero. Finché un giorno Alice muore sotto i suoi occhi e il mondo di Giulia va in pezzi. Una sera incontra Mattia: diciotto anni, capelli ribelli, un ragazzo dolce e semplice che nelle ore libere dal liceo lavora in un allevamento di farfalle, la sua passione. Anche lui ha subito una perdita, sua madre è morta pochi mesi prima e sta ancora cercando di ricostruire la sua vita attorno a quell'assenza. Giulia e Mattia si cercano, si innamorano, si perdono, fino al momento in cui capiscono che insieme possono essere più forti. Ma con il passare dei mesi, Giulia si rende conto che la realtà intorno a sé nasconde delle ombre. Alice aveva dei segreti e lei, forse a causa del trauma della perdita, li aveva dimenticati. Un passo alla volta, Giulia deve trovare il coraggio di affrontare il dolore, le cose non dette e quelle che ha dimenticato, arrivando a scoprire quanto può essere forte l'amore, in tutte le sue forme.
Ho iniziato questo libro senza sapere bene dove mi avrebbe condotta, sapevo solo che era un libro per ragazzi ma con una trama che trattava un argomento delicato e serio: la morte. La perdita di una persona cara, che può essere una migliore amica, un genitore, un fratello... il dolore è ugualmente grande per tutti. 
C'è chi affronta la morte in un modo, c'è chi ha accanto la famiglia o persone che possono aiutare, persone vicine e amorevoli. Ma nonostante tutto non è facile...
Giulia, sedici anni, e Mattia, diciotto, vanno nella stessa scuola, conoscono le stesse persone... Sono adolescenti normali, che crescono, hanno le cotte, cercano di prendere la patente.
Mattia lavora in un allevamento di farfalle, ho apprezzato questo lato naturalistico della storia, tra l'altro alla fine capiremo anche la similitudine con la storia. 
Ma quello che pian piano leggendo mi ha catturata è stato il mistero che aleggia nella storia. La morte di Alice, la migliore amica di Giulia, è misteriosa, c'è qualcosa che andremo scoprendo, insieme a Giulia e ai suoi ricordi che mano a mano vengono alla luce. Ha dimenticato qualcosa e noi vogliamo sapere che cosa...

Prima di continuare voglio però parlare di due fattori che non mi son piaciuti. C'è una cosa che proprio non sopporto leggere nei libri, e cioè l'inserimento qua e là dei dialetti,  in questo caso prima il romano, poi il napoletano, quest'ultimo mi ha messa in difficoltà anche per leggerlo e comprenderlo. È più forte di me non posso farci nulla, è una cosa che proprio mi infastidisce. Già nel primo capitolo alla prima frase avevo pensato di abbandonare la lettura se fosse stato tutto così (scusate, sono esagerata lo so), ma per mia fortuna le espressioni dialettali sono sporadiche e quindi buon per me! Altro fattore per me negativo è il parlare della città come se la conoscessimo tutti, nominare i quartieri, le vie, le zone come se fosse ovvio sapere dove stiano; personalmente mi tiene estranea alla storia, sottolineando la mia ignoranza e dandomi noia. Ma queste sono ovviamente osservazioni personali e ricordo sempre a chi legge le recensioni che i libri sono soggettivi così come i gusti.

La storia comunque è molto interessante; grazie ai POV (point of view = punto di vista) alternati dei due ragazzi vivremo le loro vite che si incrociano. Il libro è diviso in due parti, e la  prima finisce con un capitolo dal punto di vista della psichiatra che ci lascia con un interrogativo pazzesco. È chiaro che il proseguimento della lettura deve essere immediato per capire cosa le sue ultime parole volevano significare.
Il mistero è incalzante e la curiosità mi ha tenuta incollata alle pagine. Prevedevo qualcosa di particolare, invece il finale mi ha spiazzata... immaginavo infatti una rivelazione più eclatante, le aspettative erano alte, ma in ogni caso è stato avvincente e per niente deludente.
Mi è piaciuto davvero, non me lo aspettavo, mi ha affascinata il lato psicologico... le sedute, gli intrecci, tutte le situazioni che si vengono a creare e poi la poesia dietro alle farfalle.
Quando esce dalla crisalide, ha le ali accartocciate, e in meno di un'ora le distende poco alla volta e le lascia asciugare. [...] La farfalla si aggira speranzosa nello spazio ristretto in cui è confinata. È questo il momento, secondo molti, in cui si accende la sua memoria. Registra la presenza dell'osservatore, le sue mani e i suoi occhi quando la lascia andare. E secondo molti esperti se ne ricorderà. La memoria delle farfalle è ancora oggi oggetto di studio.
Finito il libro sono rimasta a riflettere. Tre protagonisti che devono affrontare il lutto. Perdite importanti della loro vita. Mattia e Giulia sono due cuori che battono all'unisono, che si incontreranno e si daranno forza, ognuno a modo loro cercheranno di superare la perdita trovandosi e supportandosi a vicenda. La storia è bella, profonda... ma anche triste.

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