Autore: Trent Dalton
Genere: Narrativa per ragazzi
Pagine: 466
Editore: HarperCollins
Data di uscita: 12 Marzo 2020
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Eli Bell non è un ragazzino come tutti gli altri, la sua è un'esistenza decisamente complicata. Vive in Australia, a Brisbane, in una squallida periferia dove la malavita regna sovrana. Suo padre non si fa vivo da un bel po', sua madre è una tossicodipendente e il patrigno uno spacciatore. August, il fratello maggiore, è un genio, ma ha deciso di non parlare più e comunica scrivendo nell'aria frasi sibilline. L'adulto più affidabile è Slim, un noto malvivente famoso per essere riuscito a fuggire più volte da un carcere di massima sicurezza. È lui che si occupa, come un vero e proprio babysitter, dei fratelli Bell. Eli fa del suo meglio per sopravvivere in quel mondo caotico. Ha solo dodici anni, ma con un'anima antica e la mente di un adulto cerca di seguire il cuore, imparare a essere una brava persona e realizzare il suo sogno: diventare un famoso giornalista. Ma un giorno Eli e August trovano, dietro l'anta di un armadio di casa, un misterioso ripostiglio. Dentro c'è uno sgabello e sullo sgabello uno strano telefono rosso. Il telefono squilla, e da quel momento la vita di Eli Bell viene catapultata in un'avventura decisamente rischiosa che lo porta al cospetto di Tytus Broz, il più pericoloso spacciatore della città. Eppure c'è qualcosa di ancora più pericoloso che lo attende: sta per innamorarsi, e questo sconvolgerà definitivamente il suo universo...
Questa è una storia che racconta di come è possibile amare qualcuno che ha ucciso. Di come è possibile amare qualcuno che ti ha ferito profondamente. È una storia per coloro che non ci credono, per coloro che invece ci credono e per i sognatori. Ogni anima persa può essere ritrovata. Ogni destino può essere cambiato. Il male può trasformarsi in bene. L'amore conquista ogni cosa.
Impatto iniziale
"Quanta carne sul fuoco", mi sono detto, quasi fosse un romanzo costruito a
tavolino, e mi ha disturbato il modo di parlare e i pensieri del dodicenne
Eli, che mi apparivano esageratamente adulti, colti e densi di espressioni
sui valori della vita, estranei a un ragazzo ingenuo, anche se intelligente.
Mi sono trovato davvero in difficoltà e ho superato questa fase solo grazie
a Simo che ha giustamente insistito perché andassi avanti con la lettura e
potessi fornire un giudizio più appropriato, negativo o positivo che fosse.
Ed è stata una indicazione fortunata.
Cambiamento di rotta
È incredibile come gli elementi che mi erano sembrati eccessivi siano diventati poi familiari e funzionali alla storia di Eli e come Trent Dalton abbia saputo farmi affezionare a lui, al fratello August, che ha deciso che le parole sono inutili per raccontare il mondo incantato che ha dentro. Così come il boss mi si sia trasformato in un maestro di vita, che fornisce a Eli la direzione giusta per il suo diventare uomo, e la trama mi abbia conquistato.
La parola "spiazzante", che ho già usato, è la più adatta a spiegare le impressioni che mi hanno attraversato: ho scoperto il lato umano in tutte le infelici pedine in gioco. Non è una novità letteraria l'immagine dei "diseredati" della vita che nascondono un animo nobile o comunque tenero (in questo mi ha ricordato "Ultima fermata Brooklyn" di Hubert Selby), ma qui il tutto è orchestrato con maestria.
È un romanzo che richiede attenzione perché i fili della trama si attorcigliano e si diramano in direzioni diverse, anche drammatiche e dense di pericolo, coinvolgendo sempre nuovi personaggi, e siamo guidati a seguire anche una svolta arcana e onirica di qualcosa che in certi momenti guida i due fratelli e non ci è chiaro quanto sia frutto di fantasia e quanto sia reale.
Ma nell'andare avanti con la lettura ci si accorge con piacere come questi fili piano piano si riannodino e ci diventino chiari i "perché" e l'umanità dei personaggi di contorno. È un piacere capire che i particolari disseminati qua e là nelle pagine sono tutti importanti e alla fine combaciano pienamente.
Non mi era mai accaduto che un libro mi procurasse considerazioni così diverse, né tanto meno di passare da un sensazione così fortemente negativa a una altrettanto forte e positiva, tanto da ribaltare del tutto il giudizio che me ne ero fatto.
Spero che il resoconto delle mie perplessità possa essere di stimolo per chi si trovasse a provare le mie stesse impressioni iniziali perché, credetemi, è un libro sicuramente importante che vale la pena di leggere e ritengo Trent Dalton un autore da seguire con attenzione.
Per coerenza col mio primo impatto e per certe caratterizzazioni dei personaggi che ho trovato in parte forzate, mi sento di assegnare a "Ragazzo divora universo" un giudizio di 4 stelle e 1/2.
È incredibile come gli elementi che mi erano sembrati eccessivi siano diventati poi familiari e funzionali alla storia di Eli e come Trent Dalton abbia saputo farmi affezionare a lui, al fratello August, che ha deciso che le parole sono inutili per raccontare il mondo incantato che ha dentro. Così come il boss mi si sia trasformato in un maestro di vita, che fornisce a Eli la direzione giusta per il suo diventare uomo, e la trama mi abbia conquistato.
La parola "spiazzante", che ho già usato, è la più adatta a spiegare le impressioni che mi hanno attraversato: ho scoperto il lato umano in tutte le infelici pedine in gioco. Non è una novità letteraria l'immagine dei "diseredati" della vita che nascondono un animo nobile o comunque tenero (in questo mi ha ricordato "Ultima fermata Brooklyn" di Hubert Selby), ma qui il tutto è orchestrato con maestria.
È un romanzo che richiede attenzione perché i fili della trama si attorcigliano e si diramano in direzioni diverse, anche drammatiche e dense di pericolo, coinvolgendo sempre nuovi personaggi, e siamo guidati a seguire anche una svolta arcana e onirica di qualcosa che in certi momenti guida i due fratelli e non ci è chiaro quanto sia frutto di fantasia e quanto sia reale.
Ma nell'andare avanti con la lettura ci si accorge con piacere come questi fili piano piano si riannodino e ci diventino chiari i "perché" e l'umanità dei personaggi di contorno. È un piacere capire che i particolari disseminati qua e là nelle pagine sono tutti importanti e alla fine combaciano pienamente.
Non mi era mai accaduto che un libro mi procurasse considerazioni così diverse, né tanto meno di passare da un sensazione così fortemente negativa a una altrettanto forte e positiva, tanto da ribaltare del tutto il giudizio che me ne ero fatto.
Spero che il resoconto delle mie perplessità possa essere di stimolo per chi si trovasse a provare le mie stesse impressioni iniziali perché, credetemi, è un libro sicuramente importante che vale la pena di leggere e ritengo Trent Dalton un autore da seguire con attenzione.
Per coerenza col mio primo impatto e per certe caratterizzazioni dei personaggi che ho trovato in parte forzate, mi sento di assegnare a "Ragazzo divora universo" un giudizio di 4 stelle e 1/2.
Recensione di
Giangiù
Interessante, grazie della recensione
RispondiEliminaGrazie a te per essere passata <3
EliminaChe titolo meraviglioso ha questo romanzo. Meraviglioso. Il tuo parere positivo è un valore aggiunto!
RispondiEliminaHai perfettamente ragione, il titolo dice molto, e anche il testo si è dimostrato all'altezza!
EliminaMolto interessante questo titolo, questa recensione mi ha incuriosita molto. Sono curiosa di vedere questo divario con l'inizio... spero di leggerlo.
RispondiEliminaOk, questo fa per me, assolutamente <3
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