Editore: Libreria Editrice Vaticana
Data di uscita: 17 aprile 2025
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Per la prima volta una delle nuove voci più interessanti della narrativa italiana racconta di sé e del proprio rapporto con il sacro. Paolo Malaguti, affermato narratore del NordEst, condivide con il lettore la propria educazione in una famiglia cattolica “vecchio stile” attraverso continui richiami a una tradizione contadina secolare in cui la fede si confondeva con la quotidianità. Con ironia, partecipazione e uno sguardo sereno alla semplicità di un mondo passato, Malaguti offre confidenze di sé che diventano una dichiarazione di amore per un certo senso del vivere. Prefazione di Andrea Monda.
Mi piacciono i libri di Malaguti e, soprattutto, mi piace il
suo modo di inserire il nostro dialetto in modo fluido e naturale nell’italiano.
Inoltre mi interessa l’argomento “religione” e quindi non potevo esimermi dal
leggere questo libro. Mi sono divertita tantissimo a ritrovarmi nell’esperienza
dell’autore con le strane formule latine di cui nessuno spiegava il
significato. Eppure le imparavamo e le ripetevamo, come ci riusciva, e nel
sentire i nostri genitori e i nostri nonni le sentivamo come testimonianza vera
di fede. C’erano parole, oggetti, riti che si tramandavano e che poi, in
qualche modo si sono persi. Anche io mi sono resa conto di aver lasciato andare
tante belle abitudini che avevano un significato religioso, e leggendo questo
libro ho provato tanta malinconia.
Forse la voglia di essere moderni ci ha fatto lasciare
indietro molti valori ed oggi si sente che manca qualcosa.
Anche le esperienze fatte come catechista e animatore hanno
inciso molto nella vita del Malaguti, come nella mia. Bello il parallelismo che
fa tra liceo e ACR. Ora magari i liceali non si distinguono più, come accadeva
un tempo, dagli studenti delle altre scuole, ed anche i professori non li
“pompano” come succedeva ai tempi, ma certamente il clima competitivo più che
cooperativo esiste ancora.
Questo testo è una raccolta di articoli che l’autore ha
scritto per L’Osservatore Romano e nei quali racconta le varie sfaccettature
della trasmissione della religione in una famiglia dalle forti radici
cattoliche soprattutto ad opera dei nonni in un latinorum che ha sempre quel sapore
di mistero e di incenso. Come diceva Papa Francesco “la religione si trasmette
in dialetto” e, se mischiata con un po’ di latino, diventa ancora più vera.
È un libro breve e davvero simpatico, adattissimo per il
tempo lento delle vacanze cui assegno cinque belle stelle.
Buona lettura.





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