lunedì 28 novembre 2022

Recensione - "L’ampolla di vetro" di Beatrice da Vela


Titolo:
 L'ampolla di vetro
Autore: Beatrice da Vela
Serie: Storie della nostra Storia #1
Genere: Narrativa
Editore: Nua Edizioni
Data di uscita: 25 novembre 2022

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Mentre in Italia si avvicina l’ombra lugubre della Grande Guerra, in Val d’Elsa, la terra del vetro verde nel cuore della campagna toscana, si intrecciano le vite di quattro giovani, che il destino deciderà di unire.
Nanni è un gigante, attaccabrighe e amante delle belle donne, cresciuto con il mito della nazione e della patria. Sua moglie, Verdiana, lo ha sposato per amore, perdendo famiglia e ricchezze.
Felice è un colto vetraio socialista che non tollera le ingiustizie.
Anita, determinata a diventare maestra, sogna una vita di avventure come quelle delle eroine dei suoi libri.
Intorno a loro si sviluppano la quotidianità, le delusioni, gli amori e i misteri di due comunità, quella di Certaldo e quella di Castelfiorentino.
La storia di quattro persone, la storia di tutti: il primo capitolo di una nuova saga familiare.
Inizialmente la sensazione che ho avuto leggendo non è stata completamente positiva. Mi sembrava una narrazione troppo lenta. Mano a mano che scorrevano le pagine, però, sono entrata nella storia. È stato come un viaggio nel tempo che mi ha portato in un’epoca lontana un secolo. È incredibile come la società sia cambiata in modo così radicale in un lasso di tempo tutto sommato non lunghissimo. Devo dire che ho provato tanta tenerezza nei confronti dei personaggi di questa storia. La bontà dei sentimenti, i tempi dilatati, i ritmi più umani di quelli odierni mi hanno ispirata anche tanta nostalgia. In primis la relazione tra i due fidanzatini che si conoscono quando lei è una bambina ma aspetteranno che lei sia sufficientemente grande prima di frequentarsi. Lui che la accompagna a casa e dopo la serata trascorsa assieme non le chiede altro che un bacio sulla guancia. Anzi quasi quasi gli sembra di essere troppo audace. Impossibile non fare il confronto con quello che succede ai nostri giorni. Lei che ci tiene a finire gli studi e a crearsi una carriera sua e lui che rispetta la sua intenzione, e anzi la incoraggia. Questa coppia è avanti anni luce rispetto agli standard dell’epoca, ma, addirittura, rispetto a molte coppie di oggi.
L’altra coppia è più identificabile nei costumi dell’epoca. Lui grande e grosso e lavoratore, lei di buona famiglia che ha rinunciato agli agi per amore. Tra questi sposi, pur legati dall’amore, non c’è lo stesso rispetto appena visto. Intanto Nanni non si fa fermare dal senso di colpa se ha l’occasione di andare con altre donne. Inoltre  non vuole che Verdiana lavori perché 
“Non esiste che un del Fiano non sappia sfamare la propria famiglia”
Preferisce ammazzarsi di lavoro ma sua moglie deve stare a casa e non ci sono margini di trattativa. È lui l’unico protagonista di una famiglia che risponde ai canoni di una tradizione patriarcale.
Nanni ha già fatto il soldato e ne è orgoglioso. È cresciuto con il mito della nazione e non vede l’ora di rimettersi la divisa per conquistare nuove terre che possano dar lavoro ad altri patrioti come lui.
Felice, che pure lo stima come lavoratore, è invece di idea completamente diversa politicamente. Si scontrano quando parlano della possibile guerra che si sta prospettando:
“Ma che ne sai tu, che in guerra non ci sei mai stato? Il nostro popolo è grande e coltiva da secoli la rabbia contro lo straniero…se non fosse per quelli come me che hanno preso le armi l’Italia sarebbe ancora divisa sotto il giogo dell’Austria”.
“A morire, però, da una parte e dall’altra, mica sono i signori, sono sempre i poveri cristi come noi”.
E anche Anita la pensa come lui. Frequentano lo stesso circolo politico di stampo socialista che accoglie anche le donne e le idee delle donne. Anche se a volte il contrasto uomo/donna si fa sentire. Ecco che parlando con un compagno al quale aveva chiesto perché ad alcuni uomini piacesse tanto la guerra questo le si rivolge con le parole:
“Tu non puoi capire, sei una donna. La guerra è una roba da maschi.”
“Spiegatemelo. Cosa c’è di tanto bello nell’ammazzare altri poveri diavoli?”
“Il valore, l’onore, la patria… E poi se non li ammazzi te, ti ammazzano loro.”
“Ma se amate così tanto la patria, perché uccidere i suoi figli? E poi non cantiamo sempre che “nostra patria è il mondo intero”?”
Verdiana invece non può partecipare alle riunioni di partito del marito. La guerra per lei rappresenta la solitudine e l’angoscia ma accetta la scelta del marito. Perché così le hanno insegnato.
Quando poi arriva la guerra la vita nei paesi lontani dalla linea del fronte cambia. Verdiana, trovandosi in ristrettezze economiche, dato che i sussidi promessi alle famiglie dei soldati non arrivano, si trova un lavoro. E alla fine anche il marito lo accetterà dato che la permanenza al fronte perdura ben oltre le sue aspettative. 

È stato davvero interessante vivere le dinamiche di quel tempo difficile. Sia per la vita civile nei paesi e nelle città come Siena, Firenze e Milano sia per quella del fronte che a lungo andare vede andare in crisi anche i militari che erano partiti con tanto entusiasmo ed amor di patria. Se solo si imparasse dalla storia credo si potrebbe vivere molto meglio tutti.
La cosa che più mi ha affascinata sono stati gli scambi epistolari tra i fidanzati e tra i coniugi divisi dalla guerra. Specialmente per questi ultimi passavano settimane prima che una lettera arrivasse a portare notizie. E si sopravviveva. Davvero incredibile.
Questo primo volume della collana “Storie della nostra storia” si conclude il giorno in cui finisce la prima guerra mondiale lasciando nel lettore la curiosità di scoprire cosa succederà nel prossimo capitolo.
Per questo viaggio in un tempo fatto di fatica, di buoni sentimenti, di grande rispetto e di sempreverdi contrasti politici assegno quattro stelle a questo libro ben scritto e ben editato. Buona lettura

Recensione di

3 commenti:

  1. Sembra davvero un bellissimo libro e anche un modo per Fare un salto indietro nel tempo e scoprire qualcosa in più sui modi di vivere e pensare di quel periodo ❤️

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  2. Ottimo modo per ripassare quello che in un certo senso è anche il nostro passato; ottima recensione, grazie

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  3. Grazie a voi sempre attive, si è un libro piacevole che fa rimpiangere i buoni sentimenti

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