giovedì 27 gennaio 2022

Recensione - "Quando scende la notte" di Jennifer Robson

27 gennaio. E' il giorno della memoria. Per commemorare questo giorno, Monica ha letto Quando scende la notte, ambientato in Veneto durante la caccia agli ebrei. Si parla sempre di storie tedesche, ma qui siamo in Italia, e anche se il libro è una storia romanzata, si ispira a fatti realmente accaduti.
Titolo: Quando scende la notte
Autore: Jennifer Robson
Genere: Romance storico
Pagine: 398
Editore: Harper Collins
Data di uscita: 20 gennaio 2022

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Terrore e speranza, amore e sacrificio: un romanzo ispirato a una storia vera.

1943. Per gli ebrei italiani la situazione si fa di giorno in giorno più difficile e pericolosa. I nazisti hanno occupato gran parte del paese, e il rischio di essere imprigionati e deportati è sempre più concreto. Per Antonia Mazin, ormai, l’unica speranza di sopravvivere è lasciare la città e i genitori, cambiare nome e rifugiarsi in campagna insieme a un uomo che conosce appena, Niccolò Gerardi.
Nico studiava per diventare prete prima che le circostanze lo costringessero a lasciare il seminario, ma un idealista dall’animo puro come lui non può assistere passivamente ciò che fascisti e nazisti stanno facendo, e per portare Nina al sicuro nella fattoria della sua famiglia accetta di fingere che lei sia la sua sposa.
Ma la vita in campagna non è semplice per una ragazza di città come lei, che sognava di diventare medico come suo padre: i vicini faticano ad accettare quella sconosciuta dolce e istruita, e quel che è peggio la loro diffidenza è condivisa da un ufficiale nazista che nutre sentimenti di vendetta nei confronti di Nico.
Per i due giovani, il passo dalla finzione alla realtà è breve, i loro sentimenti diventano a poco a poco più profondi e in breve i due ragazzi si scoprono innamorati. E iniziano a temere che prima o poi qualcosa, o qualcuno, finirà per separarli…
Ho iniziato a leggere questo romanzo con la convinzione che sarebbe stata una lettura riposante e rilassante. All’inizio ero un po’ disturbata dall’uso di qualche parola in dialetto per esempio: “gheto” invece di “ghetto”. Non so il motivo ma mi sembrava svilire una storia che si andava delineando interessante. Dopo una ventina di pagine però io non ero più una lettrice ipercritica ma ero Nina, la protagonista. Con lei ho vissuto lo sgomento di vedere crollare il mondo che conoscevo, di dover abbandonare l’affetto dei genitori e il calore della casa in cui ero nata perché, improvvisamente quel posto non era più sicuro, affidando la sua vita a Nico un perfetto sconosciuto.  Toccante il saluto al padre:
“…si guardarono negli occhi, imparandosi a memoria, lasciando che il silenzio parlasse per loro.”
E non capire il motivo di tutta quella sofferenza. Ho percorso stradine sterrate che dal veneziano mi hanno portata nel paesino di Mezzo Ciel in provincia di Treviso dove ho imparato a fare tutti i lavori di casa che non avevo mai fatto e persino a lavorare nell’orto per dare una mano alla famiglia che, inconsapevole del rischio che correva, mi aveva accolto.

La storia si svolge dal 1943 alla fine della guerra ed è ispirata a eventi realmente accaduti in Veneto, tra le province di Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Treviso. È la mia terra, che conosco bene e forse anche per questo ci sono scivolata dentro.
Perché la storia della Guerra è sempre narrata coi grandi numeri e spesso ci si dimentica che i grandi numeri sono dati dalla somma di numeri piccoli. Questo libro parla di numeri piccoli, di luoghi che sembravano risparmiati dalle brutture legate al conflitto e alle leggi razziali che invece poi arrivano fin lì e sconvolgono la vita di un ragazzo semplice che viene costretto dai Nazisti ad assistere all’impiccagione dei partigiani catturati attorno a Bassano. E tra quei partigiani riconosce anche i suoi amici. Riusciamo a immaginare come possa essersi rivisto quella scena mille e mille volte mentre percorreva sulla sua vecchia bicicletta i chilometri che lo separavano dalla presunta sicurezza di casa sua?
E ancora prima di parlare dei grandi e tristemente famosi lager tedeschi e polacchi parla dei “nostri” campi di transito (a Fossoli) e di concentramento (Risiera di San Sabba). E peccato che l’autrice  non conoscesse il piccolissimo campo di concentramento di Vo’ Euganeo sulle colline padovane.
Da tutti questi campi sono partiti convogli carichi di persone che non sono più tornate ai loro affetti.
Eppure tutta questa storia, anche la descrizione della vita nei lager, per quanto triste viene fatta con delicatezza pur nella sua crudezza. 
Vengono narrate gesta eroiche ma lo si fa come se fossero azioni che qualunque persona dovrebbe e potrebbe fare in certe situazioni perché…
“…le tue azioni di oggi faranno la differenza. … Per tutti quelli che continuerai ad aiutare nei mesi a venire. Ed è con queste azioni che si fa pendere la bilancia a nostro favore. Qualche grammo oggi, qualche grammo domani. È così che vinceremo”.
E quando tutto sembrerà perduto la disperazione farà uscire dalla bocca di Nina un'accusa pesante al suo persecutore:
“Ci avete reso tutti dei martiri, non ve ne accorgete? La storia ricorderà uomini come Niccolò e mio padre, ma per voi e per quelli della vostra specie non c’è altro che la tenebra”.
E io mi sono vissuta ogni esperienza di Nina provando un senso di vuoto enorme arrivata alla fine del libro. Vuoto perché tutti quegli eventi restavano là ed io dovevo uscirne per tornare alla mia vita. Ma l’ho fatto guardando tutto con occhi diversi e rendendomi conto di quanto sono fortunata. 
Davvero credo che, quando si leggono storie del genere, che si tratti di storie romanzate come questa o di storie assolutamente vere come nei libri della Senatrice Liliana Segre, dovremmo imparare a guardare le nostre vite attraverso gli occhi di quelle persone. Forse ci permetterebbe di essere meno egoisti e più grati. E allora vivremmo sicuramente in un mondo migliore consci che 
Questa è la vita che abbiamo. Questo è tutto quello che abbiamo, e non voglio sprecare neanche un momento con i dubbi. Basta con i “se solo…”
Come dice ad un certo punto Nina.
Ecco mi auguro che leggerete questo libro e che proverete le stesse emozioni che ha dato a me. Assegno quattro stelle e confesso che sono stata talmente presa dalla storia da non far caso a eventuali refusi. E questo è tutto dire. Buona lettura

Recensione di

5 commenti:

  1. Ottima recensione... è sempre un piacere leggerti...ciao

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  2. Certi libri vanno letti proprio per ricordare ciò che è stato; certi avvenimenti fanno parte della Storia, di NOI, e VANNO ricordati. Ottima recensione

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  3. È proprio così. Grazie, buona lettura.

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  4. Una bella recensione. Un libro da leggere, messo nella mia lista desideri libri. Non bisogna dimenticare. Ciao

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