giovedì 8 aprile 2021

Recensione "La casa del gelsomino bianco" di Sara Serra

Buongiorno a tutti... sono ormai confusa e non so se è solo da noi o in tutta Italia, ma noi in Sicilia siamo tornati rossi XD sta sembrando una tarantella... sopratutto per le cretinate che concedono di fare, come fare visita ad amici e parenti ma due alla volta... in fila per 4 col resto di 2.... ormai la prendo a ridere, ma c'è da piangere, se facessero come l'anno scorso forse non saremmo a questo punto ma siamo tutti ormai speranzosi che il vaccino faccia il miracolo. 
Cooooomunqueeee.... parliamo di libri.... oggi vi propongo la recensione di Monica sull'ultimo libro della Royal Books Edizioni. Un buon libro che però non è riuscito a fare breccia nel suo cuore.
Titolo:
La casa del gelsomino bianco
Autore: Sara Serra
Genere: Narrativa
Pagine: 366
Editore: Royal Books Edizioni
Data di uscita: 30 marzo 2021

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La famiglia è un dono prezioso, dal valore inestimabile. Ed è proprio in una famiglia protettiva e amorevole che crescono Alena Demeo ed Ethan Loi, in una tenuta tra le campagne Picene dove imparano già da piccoli ad amare la terra, il vigneto, l’orto dei nonni e i mercati biologici della domenica. Alena ed Ethan non sono fratelli ma la sorte li ha uniti sin dalla nascita, promettendo loro di tenerli insieme per sempre. Il destino, però, a volte è beffardo, soprattutto quando sono i pregiudizi a mettersi in mezzo tra il fato e il libero arbitrio. Eppure, sebbene molti le chiamino streghe, le donne Demeo superano ogni pregiudizio entrando nel cuore di chiunque varchi la soglia di “Villa Sole”. Ma quando tutto sembra scritto, prevedibile e predeterminato, un paio di occhi color cioccolato, quelli di Cristian, mettono in dubbio ogni certezza acquisita. Il destino è forse pronto a rimescolare le sue carte? Tra segreti e verità taciute, tra antiche spezie e qualche ingrediente magico, osteggiata dai rimorsi del passato e con mille aspettative per il futuro, Alena è pronta a far rinascere l’azienda di famiglia e la vecchia tisaneria delle zie. Ma sarà capace di fidarsi ancora del destino?
La casa del gelsomino bianco è un libro che ci porta a riconsiderare il concetto di famiglia. Quella protagonista di questa storia, non è la classica famiglia tradizionale. Ci sono i nonni, una mamma, una zia, due sorelline, una cugina e poi un ragazzino che viene accolto e cresciuto come un figlio/nipote per sottrarlo ad un padre che beve e diventa violento. Eppure ciò che indubbiamente la trama ci racconta è che è una famiglia vera, con legami forti tra tutti i suoi componenti. A volte, mi viene da dire, troppo forti. Ci sono, certo, anche degli attriti, come in tutte le famiglie, che possono sembrare imputabili al brutto carattere di uno dei personaggi ma che si disveleranno a poco a poco fino all’esplosione finale.
Il racconto viene fatto a due voci. Ethan, il protagonista maschile, ci narra la storia della sua vita e di come si è intrecciata a quella della famiglia Demeo. Alena, la nostra protagonista femminile, invece ci racconta principalmente quello che succede oggi, seppur con frequenti tuffi nel passato. 

Gli ingredienti per una bella storia ci sono. In primis, secondo il mio punto di vista, la caratteristica delle donne Demeo di “sentire” in modo particolare le persone e gli eventi che ruotano loro attorno. Questo le ha portate ad essere vittime di pregiudizi e maldicenze coi quali hanno dovuto imparare a convivere. Alena, in particolare, ha ereditato il “dono” dalla nonna ed è questo, assieme al suo essere buona d’animo e sempre positiva nei confronti degli altri, che me l’ha fatta particolarmente amare. Non serba rancore e non medita vendette; è pronta a rinunciare alla sua felicità per quella delle persone a cui vuole bene. Ma quando è troppo è troppo e anche lei ad un certo punto dirà “Basta, adesso tocca a me!” e nessuno potrà darle torto.
Diversamente non ho apprezzato particolarmente la figura maschile che viene in un primo momento dipinta come un povero bimbo in difficoltà, che cresce con sani principi e diventa un gran lavoratore. Il proseguire della storia rivela, invece, di avere avuto poco carattere. Il suo comportamento, tipico di chi vuol tenere il piede in due scarpe, ha creato tanto dolore alla famiglia che pure non smette mai di volergli bene.
E qui la riflessione passa sulla difficoltà di compiere delle scelte. Credo che essere adulti sia proprio dato dal conoscere i propri sentimenti e quelli delle persone a noi vicine e dal cercare di tenere comportamenti che non siano causa di sofferenza altrui.
Certo, a volte non è facile prendere una decisione, specialmente quando ragione e sentimento si scontrano ma in quel caso non è meglio prendersi il tempo di pensarci per bene prima di fare cose di cui ci si potrà pentire? Lasciarsi guidare dall’istinto non è caratteristica dell’uomo ma dell’animale che non ha una coscienza a cui rispondere. Magari sono un po’ dura ma questi sono i motivi per cui non ho empatia per Ethan e, anzi, mi sta proprio antipatico.

Ci sono poi due comprimari: la cugina Cleo, dipinta come una grande antipatica. Il suo comportamento fa riflettere sulla differenza fondamentale tra uomini, sempre molto collaborativi tra di loro e pronti a coprirsi, e donne, troppo spesso in competizione. 
Se noi donne imparassimo a volerci un po’ più di bene e parlassimo dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni senza tenere a lungo i segreti di pulcinella (che restano tali solo perché noi stesse non li vogliamo vedere) ci risparmieremmo tante sofferenze.
Per finire Cristian, troppo bello per essere vero e con questo ho detto tutto. Pure lui con una notevole difficoltà a dire le cose come stanno. 
Come dicevo gli elementi per una bella storia ci sarebbero stati. Ma… sì c’è un ma… sono state usate troppe parole che non avevano un'utilità narrativa. I personaggi sono stati dipinti con troppa enfasi e a tinte pastello anche quando si son comportati davvero male. Ho letto libri lunghi il doppio tutti d’un fiato, questo invece in alcuni punti mi ha visto in difficoltà a proseguire, perché sembrava quasi che si tirasse in lungo tanto per far pagine, e non dovrebbe essere quello lo scopo. La lettura è stata disturbata anche da un certo numero di refusi che non vorrei mai trovare. Sono certa, comunque, che questa autrice potrà piacevolmente stupirmi in futuro. Per il momento, a questo libro mi sento di assegnare tre stelle tutte per Alena.


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