domenica 21 marzo 2021

Recensione "E allora le foibe?" di Eric Gobetti

Ciao a tutti! Non so da voi ma qui a Palermo son due giorni che piove e non da speranza che smetta, non mi lamento di certo, mi piace la pioggia, l'aria diventa fresca, i marciapiedi si puliscono però mi piace anche la luce del sole... e in questi giorni è sempre tutto grigio e buio T_T passerà...
Per quanto riguarda i libri invece oggi vi propongo la lettura di Monica, un saggio che ammetto non conoscevo e che non avrei mai preso in considerazione, ma che al suo interno racchiude un argomento molto interessante.
Titolo:
E allora le foibe?
Autore: Eric Gobetti
Genere: Saggio
Pagine: 136
Editore: Laterza
Data di uscita: 14 gennaio 2021

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«Decine di migliaia», poi «centinaia di migliaia», fino a «oltre un milione»: a leggere gli articoli dei giornali e a sentire le dichiarazioni dei politici sul numero delle vittime delle foibe, è difficile comprendere le reali dimensioni del fenomeno. Anzi, negli anni, tutta la vicenda dell’esodo italiano dall’Istria e dalla Dalmazia è diventata oggetto di polemiche sempre più forti e violente. Questo libro è rivolto a chi non sa niente della storia delle foibe e dell’esodo o a chi pensa di sapere già tutto, pur non avendo mai avuto l’opportunità di studiare realmente questo tema. Questo “FactChecking” non propone un’altra verità storica precostituita, non vuole negare o sminuire una tragedia. Vuole riportare la vicenda storica al suo dato di realtà, prova a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. Con l’intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una ‘versione ufficiale’ molto lontana dalla realtà dei fatti. È un invito al dubbio, al confronto con le fonti, nella speranza che questo serva a comprendere quanto è accaduto in anni terribili.
Ho deciso di leggere questo libro spinta dalla curiosità verso un argomento che non ho mai affrontato a scuola. Con l’attuale organizzazione dei cicli scolastici,  infatti si ripete diverse volte la storia antica ma si arriva raramente a quella più recente. Mi auguro che si ponga presto rimedio a questo vuoto nella formazione dei nostri studenti anche se, personalmente, non amo particolarmente la storia. 
Quando ho letto che Gobetti aveva ricevuto minacce dopo l’uscita di questo testo mi sono però incuriosita. Sull’argomento avevo già letto qualcosa, ma mi ero resa conto che non si trattava di punti di vista neutri e ne ero rimasta delusa. Credo, infatti, che per quanto alcuni eventi possano essere drammatici sia indispensabile attenersi ai fatti e non farne un racconto strumentale.

Fin da quando, solo nel 2004, è stato istituito il Giorno del Ricordo al fine di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”, è stato chiaro che una certa parte politica voleva farne la propria festa. Si è parlato di genocidio ma il significato del termine stesso, (metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli individui e l'annullamento dei valori e dei documenti culturali) mostra che non si è trattato di quello.Sono stati dati numeri che ad una analisi storica sembrano poco veritieri. Eppure non è nemmeno una questione di numeri a non rendere paragonabile la questione Shoah e la questione Foibe come appunto si vorrebbe fare. Gobetti nella sua ricerca prova a dare un resoconto dei fatti che tenga conto di qualcosa che per quanto riguarda ciò che accadde al confine orientale è indispensabile da considerare: il contesto in cui si svolsero i fatti. Quello che avvenne prima e quel che accadde dopo. Perché come scrive l’autore “la storia è sempre composita e multiforme, la verità sta nelle sfumature, nelle pieghe, nei chiaroscuri”. Questo libro “parla di morte e di violenza, di sofferenza e di esilio... Ma esiste uno scarto profondo tra ciò che oggi consideriamo come violenza lecita e ciò che lo era allora”. E si deve tenerne conto non per giustificare, la violenza non si giustifica mai, ma per comprendere. 
Leggere queste pagine mi ha fatto riflettere molto su come si sono comportati i politici dopo la fine della guerra e sul fatto che nessuno abbia avuto il coraggio di dire la verità. In ogni loro scelta si è sempre tenuto conto di quel che conveniva alla propria fazione.E  il brutto è che talora anche fazioni opposte hanno avuto interesse a tenere nascosto o mistificare quel che accadde. Il punto di vista di Gobetti è senza dubbio diverso da quello degli autori che avevo letto in precedenza e, personalmente, preferisco la sua visione che fa riflettere su fatti storici a quelle che confondono il rosso della bandiera comunista con quello della bauxite istriana pur di avvalorare la tesi dei comunisti cattivi che hanno ucciso i fascisti buoni.
“Il Giorno della Memoria della Shoah è stato istituito quando la vicenda storica era stata ampiamente studiata, divulgata, immagazzinata: era diventata, nei decenni precedenti, parte dell’immaginario collettivo. Ciò non è successo con il Giorno del Ricordo, istituito per commemorare una serie di eventi poco conosciuti ancora oggi, dopo quindici anni dalla sua proclamazione”. Da molte parti si vede, ogni anno, il tentativo di raccontare la vicenda delle Foibe capovolgendo la realtà. Così come è sotto gli occhi di tutti che le amministrazioni comunali di diverso orientamento politico danno una rilevanza diversa ai Giorni della Memoria e del Ricordo. Questo fatto non è rispettoso in primis nei confronti delle vittime. 
“Pensato nell’ottica della riconciliazione nazionale tra opposti schieramenti ideologici, il Giorno del Ricordo è diventato invece fortemente divisivo, fonte di continue tensioni non solo all’estero, ma anche all’interno del nostro stesso paese.”
È sufficiente andare a leggere le recensioni di questo libro su Amazon per vedere che una parte lo esalta e un’altra parte lo condanna come fazioso. Non ci sono vie di mezzo. È mia opinione che queste recensioni non siano state scritte da persone che cercavano di comprendere i fatti accaduti ma che, semplicemente, cercavano un avvaloramento della tesi che già avevano per fede di partito.
Assegno 4 stelle, perché mi è sembrato un buon lavoro di ricerca con una ricca bibliografia che mi ha incuriosita molto a proseguire la mia personale ricerca e vi auguro buona lettura.

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