Autore: Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), a cura di Carlo Musso
Genere: Autobiografia
Pagine: 3400
Editore: Mondadori
Data di uscita: 14 gennaio 2025
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Avevo appena iniziato a leggere questo libro quando il Papa è
stato ricoverato all’ospedale. Devo dirvi che è stato difficile continuare a
leggerlo. Ho fin da subito provato molta simpatia per Papa Francesco perché un
Neo eletto pontefice che si affaccia al balcone e chiede alla piazza di pregare
con lui un’Ave Maria per me fu un messaggio molto forte del suo voler essere
pastore. E quel suo invito continuo, a non dimenticare di pregare, per lui mostra
la sua consapevolezza di essere comunque un essere umano soggetto a sbagliare.
Leggendo queste pagine mi è capitato di pensare a come
avrebbe raccontato lui i vari episodi della sua vita, la sua pronuncia, i suoi
“errori” e devo dire che questo ha accresciuto le emozioni che stavo provando.
Sicuramente Carlo Musso ha fatto un ottimo lavoro di
riscrittura creando un racconto fluido, piacevole e molto corretto e io, che
sono abbastanza maniaca in questo senso confesso che mi sono mancati i piccoli
refusi che caratterizzano l’eloquio del nostro Pontefice.
A parte ciò il libro ripercorre tutta la lunga vita di
Bergoglio iniziando con pagine estremamente toccanti che descrivono il fenomeno
della emigrazione italiana verso l’America a cavallo tra ‘800 e ‘900. Una vita
a cavallo dell’Oceano con legami famigliari molto forti, seppure non siano
mancati, come in tante altre famiglie, i motivi di contrasto anche aspri. In
particolare vengono evidenziati i rapporti di Papa Francesco con la nonna e la
madre dalle quali lui sente di aver ricevuto molti valori importanti che ha
conservato gelosamente fino a oggi (e non parlo di preziosi in oro e argento).
Il racconto spazia in lungo e in largo nel tempo e negli
eventi di una vita lunga e intensa, vissuta con entusiasmo e speranza. Il Papa
lo dice chiaramente: se si perde la speranza si perde la vita. Ne è un esempio,
afferma il Pontefice, anche la scritta che Dante pone all’ingresso
dell’Inferno, ovvero “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”.
La speranza ci dà la forza per affrontare la vita con tutti
gli ostacoli che può metterci davanti. E il sorriso è un altro pilastro al
quale possiamo appoggiare il nostro percorso. Lo definisce terapeutico,
addirittura e sono assolutamente d’accordo con lui. Affronta molti temi: la
guerra, il clima, l’inquinamento, l’immigrazione, l’amore, l’amicizia, la fede…
ne parla con estrema semplicità perché non sono necessari i paroloni o i
ragionamenti complessi. Vivere in armonia con sé stessi, con gli altri e con la
terra che ci ospita dovrebbe essere estremamente semplice. Affronta anche la
tematica del dubbio che definisce molto importante. Guai a chi ritiene di avere
tutte le risposte. Il Papa lo definisce un “falso profeta, che strumentalizza
la religione, che la usa per sé stesso”.
Non tralascia di raccontare gli errori commessi, il rimorso,
la difficoltà di conviverci. Perché, lo abbiamo visto, Papa Francesco è
istintivo e può attuare comportamenti spontanei a volte inopportuni, ricordiamo
lo schiaffetto sulla mano alla donna che lo strattonava in Piazza San Pietro. È
forse da condannare per questo? O la sua umanità e fallacità ce lo rende ancora
più vicino?
Oltre alla speranza il Papa ci esorta a seguire la strada
della tenerezza che non è sinonimo di debolezza ma di vera forza. Secondo lui
quella strada è stata percorsa dagli uomini e dalle donne più forti e
coraggiosi.
Ci esorta nella sua biografia a percorrere la strada della
tenerezza, della speranza e del coraggio. Non ci dice di seguire il suo esempio
o quello di altri grandi uomini e donne. Forse teme che nel confronto potremmo
scoraggiarci. Lui ci esorta a tirar fuori quello che abbiamo dentro: la nostra
speranza, la nostra tenerezza e il nostro coraggio. Se ognuno fa del suo
meglio, nel suo piccolo, il mondo sarà sicuramente migliore.
Per la ricchezza spirituale che trasmette questo libro,
indipendentemente dalla fede religiosa di chi legge, assegno cinque stelle e vi
invito a leggerlo perché in un mondo dove i vari influencers ci tengono a farci
sapere quanti peli hanno sotto le ascelle, conoscere la
vita di una persona come Papa Francesco credo non possa che farci bene.
Buona lettura.
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