lunedì 8 gennaio 2024

Recensione - "L'educazione delle farfalle" di Donato Carrisi

Titolo:
L'educazione delle farfalle
Autore: Donato Carrisi
Genere: Narrativa
Pagine: 463
Editore: Longanesi
Data di uscita: 7 novembre 2023

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La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne. Nel silenzio della neve che cade si sente solo il ruggito del fuoco. E quando la casa di legno crolla, restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo.
Ma qualcosa non è come dovrebbe essere. I conti non tornano. E il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena.
Se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola «madre».
Lei è lo «squalo biondo», una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza. Lei è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone.
Ma dopo l’incendio allo chalet tutto cambia, e Serena inizia a precipitare nel peggiore dei sogni. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo?
E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?
Questo non è semplicemente l’ultimo capolavoro di Donato Carrisi. Perché Serena non è un personaggio come gli altri, e questa non è una storia come le altre. Questo è un viaggio inarrestabile alla scoperta degli angoli più oscuri del nostro cuore e delle nostre paure, al termine del quale il nostro modo di vedere il mondo, semplicemente, non sarà più lo stesso.
Non ringrazierò mai abbastanza mio figlio per avermi fatto conoscere Donato Carrisi. Mi era piaciuto tanto La casa delle luci ma L’educazione delle farfalle è davvero superlativo.
Serena non è davvero un personaggio come gli altri. È una donna che all’inizio è antipatica, snob, molto libera nei costumi. Al lavoro la chiamano lo squalo biondo ed è un nomignolo che le si adatta a meraviglia.
Ma la vita riserva sempre grandi sorprese e riesce a scombinare i piani anche dello squalo biondo che, nonostante la sua sbandierata libertà di essere e di fare ciò che vuole, si ritrova a piegare la testa di fronte alla maternità che non voleva. Ma lo fa a modo suo, sempre senza rinunciare a un lusso ostentato e al suo lavoro avvalendosi di diverse collaborazioni che le permettono di gestire la sua bimba come meglio crede.
Tutto procede per il meglio finché non si incrociano realtà e leggenda. Due minuscoli personaggi uno buono, forse, e uno cattivo.
La vita di Serena cambia improvvisamente e lei non è più la donna perfetta pronta a calpestare chiunque per i propri scopi e ad usare gli uomini per il proprio piacere.
Farà di tutto per mantenere la facciata inalterata ma un dolore troppo grande è impossibile da nascondere e rischierà di farsi davvero tanto male.
Poi il suono di una campana che non ha mai dimenticato e alcune immagini instilleranno in lei il dubbio.
E il dubbio la porterà a lanciarsi in una avventura che ha dell’incredibile e dalla quale uscirà rovinata. O forse no. Forse ne uscirà rinata, che è meglio.
Un pezzetto alla volta rimetterà insieme la sua vita, che assomiglia di più alla vita dei poveri mortali che lei tanto disprezzava e Serena diventa, improvvisamente, simpatica e umana. Una donna come tante che cerca di andare avanti come meglio può.
E un giorno, quando meno se lo aspetta, una vecchia immagine in bianco e nero riaccende la speranza e quel dubbio che le aveva già causato tanti guai. Nonostante ora non sia solo lei a rischiare non può far finta di niente e torna dove tutto ebbe inizio decisa ad andare fino in fondo, costi quel che costi.
Perché  “Quando scoprirai la verità, sarà troppo tardi per fuggire da questa storia”.
Eppure io mi sto ancora chiedendo quale sia la verità. In particolare relativamente a due piccoli personaggi sospesi tra leggenda e realtà che sembrano farla da padroni in questa storia.
Ho avuto inoltre l’impressione che Carrisi, oltre a scrivere, un romanzo davvero strabiliante abbia voluto inserire alcuni messaggi legati alla attualità. Per esempio ad un certo punto fa riferimento, con malcelato disprezzo, agli uomini che credono di poter disporre delle donne come se fossero di loro proprietà. E ancora del senso di colpa che a volte le donne si trovano a provare quando vengono maltrattate così da poter assolvere il loro maltrattante o, quanto meno, giustificarlo. Chissà se è stata solo una mia impressione…mah.

Consiglio assolutamente la lettura di questo libro scritto davvero benissimo, strutturato in capitoli brevi e accattivanti. Confesso che per finirlo ho fatto nottata. Ma merita assolutamente e, per questo, assegno 5 stelle.
Buona lettura.

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