Autore: Daniela Larentis
Genere: Narrativa
Pagine: 373
Editore: Reverdito Editore
Data di uscita: 1 settembre 2023
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Altra chicca recuperata in un mercatino di libri usati. Ho
trovato l’immagine in copertina molto accattivante. Questa bimbetta sui tre
anni vestita a festa e con un grande fiocco in testa, su sfondo nero molto
semplice come si usava in quegli anni, mi ha preso subito il cuore. Il titolo
poi, La custode dei sogni, mi riporta alla mente una bella fiaba
sull’importanza di non smettere mai di sognare.
Eliana è una bambina particolarmente vivace ma non per questo meno amorevole con la sua famiglia e ligia ai suoi doveri. Anzi, è sempre pronta a fare qualcosa per aiutare chi le sta vicino anche a costo di sacrificare sè stessa. I luoghi vengono caratterizzati per le loro funzioni oltre che per le loro particolarità fisiche. Ad esempio il ruolo aggregante della fontana nel cortile, dove i bambini si ritrovavano a giocare. I colori e i profumi della natura che permettevano a Eliana di costruire sempre nuovi sogni e progetti. La passeggiata in montagna che permette a Cesare di schiarirsi le idee sui suoi progetti di lavoro e di vita.
La nostra protagonista muove i primi passi durante la seconda
guerra mondiale e pur crescendo in un piccolo paese della provincia trentina
sviluppa il desiderio di vedere e conoscere altro. Incredibilmente riuscirà a
farlo e senza fratture con la famiglia che si affiderà al suo buon senso e ai
valori trasmessi. La ritroveremo ad affrontare un percorso di studi che le
permetterà di trovare un primo lavoro in città e poi in Svizzera. Poi un ulteriore
anno di studio per prepararsi alla carriera di puericultrice che la porterà a
Roma e a Venezia. Tutto questo nei primi vent’anni della sua vita, o poco più.
Eliana non perderà mai di vista il rispetto per sé stessa e per gli altri che
aveva imparato fin da piccola e che la guiderà sempre a un comportamento corretto
e dignitoso. Non cederà mai alle facili tentazioni del “carpe diem” né durante
la permanenza in Svizzera né in una Roma dipinta davvero come luogo dalle mille
tentazioni. Anzi mi è particolarmente piaciuto il passaggio in cui viene
descritto come la giovanissima Eliana è contenta, durante l’anno trascorso in
Svizzera, di essere stata accolta sotto l’ala protettrice di Suor Ruperta che
si preoccupa per lei come farebbe la madre. Quante volte oggi si sentono le
adolescenti rivendicare la privacy anche nei confronti dei genitori,
escludendoli in pratica dalla loro vita, tranne quando servono come bancomat,
ovviamente.
Mi è piaciuta Eliana, forse perché mi riconosco nel tipo di
educazione che ha ricevuto, o perché è una donna che ha saputo inseguire e
realizzare i suoi sogni senza venir meno ai propri principi. Ricordo che quando
trovai il mio primo lavoro in un ufficio lontano da casa, circa quarant’anni
fa, la raccomandazione che mi fece mio padre fu: “Sii modesta”. È un consiglio
che custodisco nel mio cuore ancora oggi così come Eliana custodisce quelli
ricevuti dai suoi genitori.
Bellissimo poi il regalo di nozze di Suor Ruperta: un
prezioso libricino di inizio secolo contenente i consigli per essere una brava
moglie. Eliana non si smentirà anche in questo caso ma non intendo anticipare
nulla in merito.
Che dire, dunque, è un romanzo che mi porterò nel cuore
perché i buoni sentimenti, il senso del dovere, i valori morali sono ancora,
secondo me, le “testate d’angolo” di una società in cui il rispetto e l’amore
prevalgono sull’odio e il rancore.
Assegno cinque stelle a questo testo anche perché è scritto
davvero bene e in modo molto corretto.
Buona lettura.
Non penso faccia per me, ma grazie della recensione
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