lunedì 22 gennaio 2024

Recensione - "La custode dei sogni" di Daniela Larentis

Titolo:
La custode dei sogni
Autore: Daniela Larentis
Genere: Narrativa
Pagine: 373
Editore: Reverdito Editore
Data di uscita: 1 settembre 2023

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1940. In Trentino, ad Aldeno, un paese adagiato nella stretta Valle dell'Adige, nasce Eliana. Trascorre l'infanzia in famiglia confortata dall'affetto della nonna e della sorella Adele. A nove anni si trasferisce in un maso di campagna presso alcuni parenti. Lontana da casa avrà modo di maturare lavorando alacremente, ma anche di scoprire giorno dopo giorno l'incanto di una natura fatta di colori, sensazioni e profumi ancor prima che di persone. È proprio in questo periodo che nasce nell'animo un forte desiderio di indipendenza, di una vita fatta di sogni e di poesia, molto lontana da quella condotta dalle donne da lei finora conosciute. Tornata ad Aldeno, trova lavoro a Trento. Eliana, però, sogna una vita avventurosa e, se pur trattenuta da forti legami famigliari e frenata da un ferreo senso del dovere, l'innata curiosità e una smisurata sete di libertà la spingeranno ad allontanarsi dalla propria terra e dalla famiglia, emigrando in Svizzera. Dopo un anno ritorna a casa. L'anno seguente si reca a Roma dove trascorrerà un lungo periodo, sullo sfondo della dolce vita romana. Tuttavia, l'ambiente frivolo di quegli anni non fa per lei, semplice ragazza di provincia. Decide così di andarsene dalla capitale, appena possibile. Dopo essersi fidanzata con il ragazzo che è sempre stato nel suo cuore fin dalla prima adolescenza, e che non ha mai dimenticato, si trasferisce a Venezia presso una facoltosa famiglia, dove trascorre i successivi quattro anni...

Altra chicca recuperata in un mercatino di libri usati. Ho trovato l’immagine in copertina molto accattivante. Questa bimbetta sui tre anni vestita a festa e con un grande fiocco in testa, su sfondo nero molto semplice come si usava in quegli anni, mi ha preso subito il cuore. Il titolo poi, La custode dei sogni, mi riporta alla mente una bella fiaba sull’importanza di non smettere mai di sognare.

Ecco quindi il motivo per cui l’ho acquistato. Poi ho iniziato a leggerlo e non era esattamente quello che mi aspettavo ma, nel corso della lettura ha saputo conquistare la mia attenzione. È un libro ricco di valori e sentimenti che oggi sembrano solo un ricordo lontano.
Eliana è una bambina particolarmente vivace ma non per questo meno amorevole con la sua famiglia e ligia ai suoi doveri. Anzi, è sempre pronta a fare qualcosa per aiutare chi le sta vicino anche a costo di sacrificare sè stessa. I luoghi vengono caratterizzati per le loro funzioni oltre che per le loro particolarità fisiche. Ad esempio il ruolo aggregante della fontana nel cortile, dove i bambini si ritrovavano a giocare. I colori e i profumi della natura che permettevano a Eliana di costruire sempre nuovi sogni e progetti. La passeggiata in montagna che permette a Cesare di schiarirsi le idee sui suoi progetti di lavoro e di vita.

La nostra protagonista muove i primi passi durante la seconda guerra mondiale e pur crescendo in un piccolo paese della provincia trentina sviluppa il desiderio di vedere e conoscere altro. Incredibilmente riuscirà a farlo e senza fratture con la famiglia che si affiderà al suo buon senso e ai valori trasmessi. La ritroveremo ad affrontare un percorso di studi che le permetterà di trovare un primo lavoro in città e poi in Svizzera. Poi un ulteriore anno di studio per prepararsi alla carriera di puericultrice che la porterà a Roma e a Venezia. Tutto questo nei primi vent’anni della sua vita, o poco più. Eliana non perderà mai di vista il rispetto per sé stessa e per gli altri che aveva imparato fin da piccola e che la guiderà sempre a un comportamento corretto e dignitoso. Non cederà mai alle facili tentazioni del “carpe diem” né durante la permanenza in Svizzera né in una Roma dipinta davvero come luogo dalle mille tentazioni. Anzi mi è particolarmente piaciuto il passaggio in cui viene descritto come la giovanissima Eliana è contenta, durante l’anno trascorso in Svizzera, di essere stata accolta sotto l’ala protettrice di Suor Ruperta che si preoccupa per lei come farebbe la madre. Quante volte oggi si sentono le adolescenti rivendicare la privacy anche nei confronti dei genitori, escludendoli in pratica dalla loro vita, tranne quando servono come bancomat, ovviamente.

Mi è piaciuta Eliana, forse perché mi riconosco nel tipo di educazione che ha ricevuto, o perché è una donna che ha saputo inseguire e realizzare i suoi sogni senza venir meno ai propri principi. Ricordo che quando trovai il mio primo lavoro in un ufficio lontano da casa, circa quarant’anni fa, la raccomandazione che mi fece mio padre fu: “Sii modesta”. È un consiglio che custodisco nel mio cuore ancora oggi così come Eliana custodisce quelli ricevuti dai suoi genitori.

Bellissimo poi il regalo di nozze di Suor Ruperta: un prezioso libricino di inizio secolo contenente i consigli per essere una brava moglie. Eliana non si smentirà anche in questo caso ma non intendo anticipare nulla in merito.

Che dire, dunque, è un romanzo che mi porterò nel cuore perché i buoni sentimenti, il senso del dovere, i valori morali sono ancora, secondo me, le “testate d’angolo” di una società in cui il rispetto e l’amore prevalgono sull’odio e il rancore.

Assegno cinque stelle a questo testo anche perché è scritto davvero bene e in modo molto corretto.

Buona lettura.


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