giovedì 25 novembre 2021

Recensione - "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood

Buongiorno a tutti! "Non una di meno" è una campagna culturale, e non, che unisce attiviste femministe e migliaia di persone che vogliono dire “basta” al femminicidio e alle varie forme di violenza maschile contro le donne e chiedono un cambiamento politico e sociale strutturale. Oggi qui sul blog Monica ci parlerà del suo ultimo libro letto. Un distopico, anche se attuale, di un mondo in cui le donne non hanno alcun potere... una storia che fa riflettere. 
Titolo:
Il racconto dell'ancella
Autore: Margaret Atwood
Genere: Narrativa
Pagine: 398
Editore: Ponte alle Grazie
Data di uscita: 27 giugno 2021

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In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione.
Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.
Scrivere questa recensione è per me un compito molto arduo. Chi ha letto le mie precedenti avrà capito che mi piacciono i libri che parlano di eventi reali, concreti e in particolare di donne. Questo libro, che mi è stato consigliato da mia figlia parla di donne, è vero, ma in un ipotetico stato totalitario, che corrisponde agli attuali Stati Uniti, e in un tempo più avanti del nostro di circa 200 anni.

La voce narrante, Dilfred, parla di come è cambiata la sua vita da quando si è instaurato il nuovo regime. Lo fa in un modo che mi ha angosciata per quasi tutto il libro in quanto totalmente anafettivo. 
Il brutto è stato che non riuscivo a capire perché facevo così fatica a proseguire la lettura. Ero molto combattuta perché mi piaceva ma, al contempo, mi angosciava, mi creava dolore. 
Leggendolo ho capito il motivo per cui alcune attiviste del movimento “Non una di meno”, vestite da ancelle, anni fa erano entrate in comune a Verona per protestare contro l’approvazione di una mozione che dichiarava la città “a favore della vita” in modo da poter finanziare associazioni cattoliche per iniziative contro l’aborto. Le ancelle, che costituiscono una delle “caste” del nuovo ordine sociale in cui Dilfred si trova a vivere proprio in quella veste, hanno un ruolo molto importante e legato proprio alla riproduzione. E non ho scritto maternità di proposito.

Non so se si possa definire vita quel ruolo per il quale è stata sottoposta ad una rigida formazione e che prevede il distacco totale da tutto quanto “prima” era normale quotidianità. Mi è rimasta impressa una sua affermazione quando ricorda che le dicevano “Non sprecare e non ti mancherà niente.” Eppure ora ”Io non ho sprecato. Perché mi mancano tante cose?”
E quando ho letto queste parole ho “sentito” la sua disperazione, la sua solitudine e ci sono stata davvero male.
E tutto questo era basato su una interpretazione delle Sacre Scritture veramente ripugnante che pure talora alcuni nostri politici provano a rivendersi ergendosi a paladini delle donne e della famiglia. È aberrante.
Uno degli insegnamenti che ricevono le Ancelle è che devono essere modeste e invisibili: “la modestia è nell’invisibilità. Essere viste è essere penetrate. Voi ragazze dovete essere impenetrabili.”
E così conducono i loro giorni immerse nel nulla e nel vuoto cosmico ma “la notte è mia, il mio tempo, posso farne ciò che voglio, purchè me ne stia zitta e ferma.”
E mentre parla di sé ad un certo punto dice: “Mi piacerebbe credere che sto raccontando una storia. Ho bisogno di crederci. Devo crederci. Coloro che possono crederlo hanno migliori possibilità.”
Durante la loro formazione sono state messe in guardia sul fatto che 
“…qualcuno di loro ci proverà, diceva zia Lydia, la carne è debole. La carne è forte la correggevo dentro di me. Loro non ne possono fare a meno, diceva lei. Dio li ha fatti così ma non ha fatto così anche voi. Vi ha fatte diverse. Dipende da voi porre i limiti.”
Anche in quella nuova dittatura, quindi, è sempre la donna la responsabile della condotta sessuale degli uomini. Loro poverini sono fatti così.
Chiudo questa recensione con una frase di Dilfred che ricorda la sua vita “prima”: “Ritenevamo di avere molti problemi. Come potevamo sapere che eravamo felici.”
Quante volte ci succede di avere lo stesso pensiero, di solito quando si perdono persone e cose per sempre. Credo che sarebbe meglio non vivere in funzione di quello che potrebbe essere se solo... ma in funzione di quello che è qui ed ora.

Ecco il momento che mi piace meno, assegnare un punteggio al libro. Chi sono io per fare questo? Ecco ci tengo a dire che è un parere assolutamente personale e che mi aspetto che in molti possano non condividerlo. Mi sento di assegnare tre stelle che non è un punteggio eccelso ma, come ho scritto in precedenza non è il mio genere. Il libro è indubbiamente ben scritto e ben editato, quindi merita una sufficienza piena solo per questo. Non assegno un punteggio più alto perché ho trovato difficile capire il motivo per cui si era verificata questa rivoluzione nel mondo attorno a Dilfred. Sì, aveva fatto degli accenni ma niente di più, o almeno io non avevo colto più di questo. Forse è un problema mio che comunque non mi ha impedito di apprezzare quanto letto e di ritenere possa anche essere una sorta di avviso del tipo “state all’erta che potreste ritrovarvi in questa identica situazione”. 
Preferisco, comunque, i libri che mi accompagnano per mano a capire quello che succede nel corso della narrazione rispetto a quelli che danno per scontato che il lettore sappia le cose. 
Vi consiglio quindi di leggere questo libro e di rifletterci molto su. E poi aspetto i vostri commenti per confrontarci. Buona lettura.

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4 commenti:

  1. Mi sembra alquanto angosciante, oltretutto so che è stata fatta una serie tv su questo.. Ottima recensione, ma non fa per me

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    1. Si, angosciante è la parola giusta. Io penso di guardare anche la serie. Se ti ripensi e lo leggi poi ci confrontiamo. Ciao ciao

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  2. Ciao Monica, hai scritto una bellissima recensione. Mi ha dato il senso di angoscia che hai provato tu a leggere questo romanzo. Non l'ho mai letto, ma ho iniziato a guardare la serie. Non ho continuato perchè mi sentivo soffocare proprio come la protagonista.

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    1. Meno male che non è solo una mia impressione... grazie

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