sabato 13 febbraio 2021

Recensione "La casa delle farfalle" di Silvia Montemurro

La casa delle farlalle è uscito nel 2018 e per l'occasione della nuova ristampa con BUR della Rizzoli, si è deciso di leggerlo. La recensione è di Mariagrazia che ha letto con piacere il romanzo ma nello stesso tempo ci ha presentato una storia molto contorta e tortuosa, ricca di personaggi e un po' di mistero...
Titolo:
La casa delle farfalle
Autore: Silvia Montemurro
Genere: Narrativa
Pagine: 363
Editore: Rizzoli
Data di uscita: 2 febbraio 2021

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Anita ha trent'anni e insegna biologia all'Università di Colonia. Non ama gli aerei e soffre di vertigini, ma non saprebbe spiegarne il motivo. Quando la sua vita viene sconvolta da un tragico evento, in crisi lascia Hans, il suo compagno, per tornare nei luoghi dov'è cresciuta - in treno naturalmente. Lì, sul lago di Como, è decisa a ritrovare se stessa. Mentre passeggia cullata dallo sciabordio delle onde, incontra una bambina dai tratti giapponesi e dalla voce meravigliosa. Si chiama Yoko e, proprio come lei, è segnata da una ferita difficile da rimarginare. Presto Anita, leggendo il diario della nonna Lucrezia, scoprirà di essere legata a Yoko da una storia rimasta sepolta per anni, che unisce le loro famiglie. Tutto ha origine nel 1943, quando la casa di Lucrezia, la villa delle Farfalle, viene occupata da alcuni ufficiali tedeschi. Tra lei e Will, uno degli ufficiali, nasce un sentimento dirompente, ma la guerra sembra ostacolarli...
Mi permetto di iniziare con “Su quel ramo del lago di Como…”  ma non voglio certo fare la recensione dei Promessi Sposi di A. Manzoni. Dato le origini della scrittrice, Silvia Montemurro, mi sembra bello citare questo inizio visto che questo romanzo si svolge proprio su quel ramo del lago. Potrei scrivere a lungo descrivendo questi luoghi, sono borghi con ville secolari, parchi con alberi provenienti da tutto il mondo, insomma una magnificenza da visitare in ogni stagione. E mi sono inoltrata più che bene in questi luoghi che conosco, vedendo il lago, le strade che portano ai monti, alberghi lussuosi e tanto altro... Ma veniamo al romanzo La casa delle farfalle che la Montemurro ha scritto, addentrandosi  nei luoghi che lei conosce, immaginando tutta la storia che si sviluppa nella villa con le protagoniste tutte donne: Anita, che insegna biologia in Germania, arriva a Ossuccio, di fronte all’isola Comacina, altro gioiello del lago, dopo aver rotto la relazione con Hans; Margherita, la madre che vive in questa grande villa da sempre, con annesso il farfallaio lasciato in eredità da sua madre Lucrezia; e Maria, amica di famiglia. 
Molto importante è questa passione per le farfalle, che fa da filo conduttore per tutta la storia, che Lucrezia ha sempre curato più della sua persona. Le farfalle sono per lei delle amiche preziose e come dice Margherita, sono delle vere figlie.
Sarai una farfalla bellissima, dolce e delicata. Il tuo volo sarà breve. Toccherai terra solo una volta, per generare vita… e soffrirai quando dovrai lasciare la crisalide.
Tutte queste donne hanno un passato e tanti misteri, che ognuna porta con sé... ma non è finita perchè alla storia si aggiungono anche tre giovani ragazze giapponesi: Yoko, Yu Kari e Cho. 
Cosa c’entrano in quel piccolo paese del lago? Una sera mentre passeggia pensando alla sua vita cercando di ritrovare se stessa, Anita incontrerà Yoko sul lungolago. Chiedendo spiegazioni, il clima nella villa diventerà ancora più misterioso... ci sono segreti che nessuno vuole svelare. 
Sarà tramite il diario di nonna Lucrezia che riesce a ricostruire il passato. Scopre che nel lontano 1943 aveva avuto una relazione con un ufficiale tedesco: un amore che aveva difeso con tutta se stessa. 
Ma chi è Yoko? Anita è sempre più smarrita e pensa alle storie della nonna sugli spiriti delle persone morte nel lago, che in alcune notti vengono a vegliare sui loro cari. 
Lucrezia è ancora una presenza costante, anche dopo tanti anni dalla morte. In questa villa sembra dirigere tutto, senza svelare quello che solo lei sa degli avvenimenti del passato.
Lucrezia aveva imparato molte cose dalle sue farfalle. E una in particolare, era quella che considerava la più preziosa: vivere ogni momento come se fosse l’ultimo in cui puoi sbattere le ali.
Il farfallaio è molto importante per tutte le donne di questa storia, è il luogo dove si rifugiano per pensare, per rimanere sole, per chiarire il tutto. Ma con gli anni tutto cambia, iniziando da Lucrezia che trovò la propria strada soffrendo, litigando e volendosi bene, perché il sentimento in questo romanzo non manca. 
Lucrezia è infatti una protagonista molto forte con un carattere dominante. Una donna che dalla guerra ai giorni nostri ha saputo ed ha voluto condurre, oltre che la propria vita, anche quella degli altri famigliari. 
Ci sono diversi amori, amori che andranno per la propria strada, amori che fanno riflettere sul passato per poi camminare per un futuro roseo e per un traguardo fatto di tanti ricordi. 
Ho apprezzato la descrizione, all'inizio dei capitoli, dei vari tipi di farfalla, molto interessante, ma ho dovuto soffermarmi diverse volte per fare un punto sui vari personaggi che sono tanti, anche maschili, cercando di ricordare i capitoli precedenti. Tanti incroci nell'arco degli anni e tra Italia, Germania e Giappone, non è stato semplice unire il tutto. La scrittura comunque è semplice e scorre bene. Una buona lettura anche per rivedere e sognare i tanti luoghi che si conoscono “su quel ramo del lago di Como”.

Recensione di

3 commenti:

  1. Dell'autrice avevo letto Cercami nel vento, piaciuto moltissimo.
    Questo mi ispira un po' meno, ma mai dire mai.

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  2. Si, sembra carino, mi piacciono i misteri che vengono svelati. Mi incuriosiscono soprattutto queste donne giapponesi. Penso di leggerlo, mi è piaciuta la recensione anche se il libro non ti ha convinta completamente. Vedremo...

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