Ciao a tutti! Siamo a dicembre, il mese della bontà, delle musichine natalizie... della corsa ai regali, io in vero li ho già tutti pronti :P ...o quasi! Cercando libri da regalare infatti mi è saltato questo all'occhio, ne avevo sentito parlare ma personalmente non mi aveva convinta, invece Mariagrazia si è incuriosita tanto che alla fine lo ha letto e qui potete leggere la sua recensione!
Titolo: Cambiare l'acqua ai fiori
Autore: Valérie Perrin
Genere: Narrativa
Pagine: 476
Editore: Edizioni e/o
Data di uscita: 10 luglio 2019
IBS.it
AMAZON
Autore: Valérie Perrin
Genere: Narrativa
Pagine: 476
Editore: Edizioni e/o
Data di uscita: 10 luglio 2019
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Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.
Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime che parevano nere si rivelano luminose.
Mi sono avvicinata a questo romanzo con qualche titubanza, non vado molto d’accordo con gli autori francesi. Questo libro è stato preceduto da un buon battage pubblicitario e quando si è presentata l’occasione per recensirlo, sono stata curiosa di leggerlo e chissà forse cambiare idea sul mio pregiudizio. E devo dire che sì, mi sono ricreduta... l’autrice Velerie Perrin, autrice francese, oltre che fotografa, ha fatto la sceneggiatura di questa trama come se dovesse farne un film (la Perrin è anche sceneggiatrice essendo moglie di Claude Lelouch).
La protagonista in assoluto è Violette, questa donna dimostra di avere una forza non comune; è una donna forte e intraprendente fin da piccola, essendo stata abbandonata appena nata dalla madre, per poi passare in adozione da una famiglia all’altra fino alla maggior età. Si sposa giovane con Philippe, gran bel ragazzo ma, non migliora la sua situazione. Deve guadagnarsi da vivere e accetta di lavorare come guardiana di un passaggio a livello, orari impossibili dal mattino fino alla sera tardi. Il marito? Si fa mantenere da lei oltre che passare da un’avventura all’altra senza provvedere economicamente alla famiglia. Le sbarre si meccanizzano e Violette si trasferisce a Brancion-en-Chalon, nord della Bretagna per curare la gestione di un cimitero.
Philippe non ne vuole sapere e l’abbandona. Violette si crea il suo vivere, un suo mondo, forse avrebbe preferito un altro tipo di lavoro, ma si abitua anche se all’inizio non è semplice. Vive serenamente con i pochi amici e la quasi quotidianità di un funerale, coltiva fiori che poi vende, pulisce le tombe, conosce le date di nascita e di morte e tiene un diario con i discorsi dei congiunti, quanta gente partecipa alla sepoltura e com’era il tempo.
Quando ho incominciato pensavo che le ostilità morissero insieme alle persone detestate, ma le pietre tombali non richiudono l’odio. Ho assistito a funerali senza lacrime. Ho assistito perfino a funerali felici. Alcuni morti fanno contenti tutti.
Le piace ridere della morte, prenderla in giro. E’ il suo modo per esorcizzarla, burlandosi di lei e si permettere di prendere il sopravvento, di avere il potere. Parla da sola, parla ai suoi gatti, alle lucertole, ai fiori e a Dio, si interroga da sola e si fa coraggio invitandoci a capire come può vivere in un ambiente di visibili e invisibili ed anche quando le capita una tragedia personale, pur disperandosi intimamente, prosegue il suo cammino, lavora, pulisce e porta i fiori sulle tombe...
Una svolta arriva quando si presenta un poliziotto di Marsiglia, Julien Seul, con le ceneri della madre, con la volontà della stessa di essere sepolta nella tomba di Gabriel Prudent. Chi è costui per Julien? Insieme a Violette dovrà sfogliare i diari della madre per capire il perché di questa strana richiesta.
Non voglio una storia d’amore, ho perso il treno, la mia scarna vita amorosa è un paio di calzini buttati in fondo ad un armadio di cui non mi sono mai sbarazzata…ma che non metterò più...
Il tutto è molto commovente anche perché Violette è una donna forte e affronta tutto con naturalezza. Dona amore agli altri oltre a offrire sempre qualcosa a tutti, anche nella povertà.
Ci sono tanti personaggi ma Violette con la sua personalità li mette tutti in secondo piano. Anche Philippe, nonostante la sua condotta, alla fine trova il modo di riscattarsi andando alla ricerca di certe verità. E poi Sasha, ottima spalla e amico per Violette.
Un romanzo che fa pensare, come avere un faro acceso sempre davanti, una luce che fa splendere la protagonista di bontà. Un appunto invece lo faccio per tutte le storie che si intersecano una con l’altra e non è sempre facile riprendere il personaggio lasciato e proseguire con il successivo racconto.
Una buona lettura veloce e semplice da fare con Violette dalle mille risorse.
Ottima recensione, grazie
RispondiEliminaMi ispira moltissimo! Ho l'altro della scrittrice in casa!
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