giovedì 16 marzo 2023

Recensioni - "Scheletro femmina" di Francesco Cicconetti

 
Titolo:
Scheletro femmina
Autore: Francesco Cicconetti
Genere: Narrativa
Pagine: 348
Editore: Mondadori
Data di uscita: 8 novembre 2022

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Questo romanzo parla di transizione di genere. Ma non solo. Seguiamo la storia di Francesco fin dall'infanzia, con i legami che segneranno la sua vita e lo accompagneranno nel percorso di scoperta di sé. Un romanzo che sa essere molto crudo, ma anche pieno di tenerezza e di amore. Amore, come quello incondizionato della nonna Gioli, come quello potente per Sara e come quello, tutto da costruire, di Francesco nei confronti di se stesso. Quella che ci racconta Cicconetti, mescolando vita vera ed elementi di fiction, è una storia di trasformazione individuale che pur nella sua unicità è universale, perché metafora della lotta che tutte e tutti noi affrontiamo per scoprire chi siamo veramente, e per riuscire a esserlo fino in fondo.
Questo libro per me ha costituito una grande mazzata e sono molto contenta di averlo letto. Lo posso dividere in due parti. Nella prima la protagonista è Francesca dai 6 ai 19 anni, nella seconda è Francesco dai 20 in su. E già si capisce che l’argomento è bello tosto. 
La prima metà del libro mi è costata tanta fatica. Non perché fosse scritto male, anzi il contrario. La fatica era dovuta al dolore, quello che grondava da ogni pagina e quello che provavo io per quella bambina dai capelli cortissimi che si sentiva così strana senza capirne il motivo. Mi sono rivista alla stessa età, anche io con i capelli corti corti, e ho ricordato come anche a me capitasse di sentirmi diversa dalle altre bambine. Loro con i fiocchi rosa belli gonfi e io col mio sempre slacciato. Io che amavo arrampicarmi sugli alberi e giocare coi maschi invece che con le bambine. Forse per questo mi è arrivato forte e chiaro il dolore di quella bimba che però andava oltre e, soprattutto, permaneva nel tempo. Quel  disagio nei confronti del suo corpo che cambiava in un modo che lei sapeva essere “normale” ma che le era comunque intollerabile. Quella difficoltà a creare legami veri con gli altri, al di fuori di pochissime persone, forse anche loro strane, seppur in modo diverso. Il malessere che Francesca si porta dentro dall'infanzia all'adolescenza è qualcosa di davvero straziante ma col quale trova il modo di convivere costruendosi una maschera. Bene o male lo facciamo tutti ma per lei si trattava proprio di sopravvivere in un mondo che la voleva in un certo modo e non vedeva quello che realmente si nascondeva in lei. 

La cosa che mi ha maggiormente colpito è che in questa prima fase della sua vita lei afferma di non amare il grembiulino rosa e il suo corpo, ma sembrava non essere consapevole del motivo. In altre testimonianze, che mi sono capitate di sentire, di persone che hanno fatto lo stesso percorso c’era sempre l’affermazione di aver sempre sentito dentro di essere del sesso diverso da quello di nascita. Ho pensato che mi sembra più credibile, magari però sbaglio, questa versione di profonda confusione in cui ci si sente sbagliati senza capirne il motivo. Ci sono stati diversi momenti in cui non riuscivo proprio a leggere perché dovevo prima metabolizzare le sensazioni della protagonista lette in precedenza. Mi sono tanto immedesimata con lei per cercare di comprendere come dev'essere stata la sua vita e le ho voluto un grandissimo bene. 
Ho continuato per giorni a parlare in casa di questa ragazza e di come si sentiva. Dell’amore immenso che era nato del tutto inconsapevole nell’infanzia per una sua compagna e che si era ripresentato ritrovandola da adolescente. Sara le ha fatto comprendere cosa significa innamorarsi. Ma Sara, mi viene da dire, rappresenta il suo grillo parlante: riesce infatti a leggerle dentro e a comprendere le sue emozioni prima di lei. Un legame che va oltre la normale concezione di amore.

Ecco a questo punto… improvvisamente, dopo una narrazione quasi giornaliera, c’è il brusco salto temporale che ci fa trovare avanti di un anno e non più con Francesca ma con Francesco. Questo mi ha destabilizzata un pochino, ma niente di non superabile. 
Finalmente Francesco è riuscito a vedersi davvero per quello che è e a intraprendere il percorso di transizione che, spera, gli permetterà di fare la pace con il suo corpo. Il salto è davvero brusco e Francesco non è più solo fragile e confuso. È diventato anche un pochino egoista, incapace di controllare la sua rabbia e la sua gelosia nei confronti di Sara. Il passaggio da donna a uomo maschilista, possessivo e intransigente è stato davvero un attimo, ma per il lettore non è così semplice da accettare. Lo sa che sta sbagliando ma non riesce a controllarsi. Certo, sta vivendo un periodo davvero duro ma giustificarlo è davvero difficile. 
Mi è venuto spontaneo il paragone con gli adolescenti che nel difficile percorso della crescita e dell'affermazione di sé stessi, quando devono sfogare le proprie frustrazioni, lo fanno in genere con le madri o, comunque, con le persone che più li amano. Eppure Francesco incontra persone che, quando sollecitate, lo vedono e lo accettano per quello che lui sente di essere. Non gli basta, per lui sono sempre più intollerabili gli episodi in cui non viene riconosciuto. Sentirsi appellato al femminile gli provoca un dolore che lo devasta e che gli impedisce di vedere il resto. Questo lo rende sempre molto nervoso e difficile da comprendere…e quindi il libro ha iniziato a scorrere molto più veloce perché non ero più così coinvolta, anzi mi era diventato proprio antipatico. 

Non so nulla del percorso di transizione che devono affrontare le persone trans e questo libro me ne ha dato un’idea anche se credo molto soft. Sarebbe bello che si svolgesse sempre trovando persone, famigliari e non, che accolgono il sentire del figlio, del nipote, dello studente, del lavoratore, come quelle di cui viene parlato in questo testo. Troppo spesso mi sa che invece si trovano di fronte a muri che qui vengono appena accennati. Ecco questo è forse l’unico neo di questa narrazione: mostrare poco l’intolleranza che troppo spesso tende a emarginare chi affronta un percorso tanto doloroso e difficile. 
Alla fine ho fatto la pace con Francesco, sono riuscita a restargli accanto fino alla fine del libro ritrovando in lui la leggerezza e la bontà che mi avevano conquistata all'inizio. E dirò di più ho letto molto volentieri oltre all'epilogo anche la parte dei ringraziamenti che mi ha permesso di meglio comprendere alcune cose.
Vi invito davvero a leggere questo libro che ben si presta a mostrare, più che narrare, i tormenti che le persone come Francesco si trovano a vivere sulla propria pelle. Conoscere è fondamentale per comprendere. 
Assegno quattro belle stelle  e vi auguro una buona lettura.

Recensione di

2 commenti:

  1. Bello tosto sto tema, complimenti per averlo letto; grazie della recensione

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  2. Di sicuro un libro non facile ma lo inserisco nella mia wishlist perché i libri scritti davvero bene su questi temi non sono poi così tanti e invece c'è tanto bisogno di libri che sappiano parlare dell'argomento nel modo giusto ❤️❤️

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