giovedì 9 dicembre 2021

Recensione - "In fondo basta una parola" di Saverio Tommasi

Buongiorno mondo! Dopo una breve vacanza festiva siamo pronti a riprendere il lavoro, almeno per altri due giorni e poi il week-end! Yuppy!!!!! Di seguito trovate la recensione di Monica su un libro che l'ha pienamente fatta emozionare. A volte bastano anche poche pagine...
Titolo:
In fondo basta una parola
Autore: Saverio Tommasi
Genere: Narrativa
Pagine: 160
Editore: Feltrinelli
Data di uscita: 20 maggio 2021

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Cinquanta parole per interrogarsi: dalle più disarmanti, come grazie o vergogna, alle più coraggiose, come trasgressione, scabroso, fino ad arrivare alle fondamentali – lavoro, cuore, paura, vita e morte. Cinquanta parole che portano con sé cinquanta piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza, perché la rivoluzione gentile può partire soltanto da parole dannose al conflitto. Perché una parola può ferire, ma può anche salvare. Usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza. Per Saverio Tommasi “portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande significa avere l’ardire di cercare una soluzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto a impiegarle. Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto”. E farlo, aggiunge, non solo è divertente, ma è l’occasione per scoprire e per scoprirci. “Procuratevi una lampara,” ci invita l’autore, “per cercare le vostre parole preferite in mezzo alle altre. Procuratevi uno scalpello e un bedano per i tagli più profondi. Un vocabolario per calmare la vostra fame. Non siate timidi e tiratele fuori, le parole, non siate tirchi e datele come conforto, condividetele come dialogo.” Delle parole e delle storie è sempre stato innamorato, Saverio Tommasi, e ha iniziato presto a usarle per capirsi e per capire. Fino a farle diventare lo strumento della sua professione: oggi è uno dei giornalisti più seguiti in Italia.
Il bello dei libri è che ognuno costituisce un viaggio diverso. La mia ultima recensione riguardava un libro che avevo trovato difficile per l’aridità della storia narrata dal punto di vista delle emozioni. Ho voluto quindi cambiare completamente, affidandomi alla penna di Saverio Tommasi, che avevo già letto nel suo Siate ribelli, praticate gentilezza. Questo autore infatti scrive davvero di pancia, non nascondendo nessuna delle emozioni che prova, e così mi sono trovata proprio sommersa dalle emozioni ed è stato bellissimo. 

Io trovo meraviglioso che un uomo scriva che la notizia, di un nonno beccato al supermercato a rubare cancelleria per fare un regalo al nipote che altrimenti non si sarebbe potuto permettere, lo fa star male al punto di piangere. Un uomo che ammette di piangere è patrimonio dell’umanità. 
Tommasi analizza delle parole, non parole intraducibili o parole strane ma parole di uso comune. A volte usate con troppa leggerezza. Nella sua analisi ci fa capire che per ognuno di noi le parole hanno una valenza diversa che è frutto della nostra esperienza di vita. Ciò che abbiamo vissuto, ciò che abbiamo visto accaderci attorno caricano ogni singola parola di ricordi e di emozioni particolari che non dovremmo mai dimenticare.
“Usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza...Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto”
In questo periodo in cui mi capita di chiudere i social e lanciare il telefono lontano da me quasi a voler allontanare le persone che vomitano odio e cretinate come fosse normale, ho proprio bisogno di qualcuno che mi incoraggi a non perdere la speranza e a credere che “Le parole non perdono tempo con i gesti, arrivano al punto, le parole portano a gettarsi dal ponte o a costruirne uno per collegare due sponde che non si parlavano. È tutta una questione di parlarsi, non addosso.”

Ed invece oggi sembra che sia di moda parlarsi addosso. Mi succede sempre più spesso di non riuscire a seguire programmi televisivi nei quali gli ospiti non fanno che parlarsi addosso rendendo impossibile a chi guarda da casa capire la tesi di ognuno e farsene una propria, dei social ho già detto e, purtroppo spesso anche nella vita reale riscontro queste modalità. Troppo spesso intervengo a bloccare mio marito o uno dei miei figli per chiedergli di lasciare finire l’altro se vogliono riuscire a capirsi.
E quante volte affermo che le parole hanno un peso e possono fare molto male e cancellare il sorriso dai nostri volti. Invece è importante non perdere la voglia di sorridere e di ridere.
“E’ la forza della risata. Qualche volta rido per imbarazzo, qualche volta invece rido per aiutare una battuta scarsa... Fateci caso: ridendo al momento giusto c’è sempre qualcuno intorno che si aggrega, la risata è contagiosa, è come uno sbadiglio, e allora fra uno sbdiglio e una risata scelgo di ridere,”
Se tutti scegliessimo di ridere invece che di stare a rimuginare sulle cose che non vanno, sono convinta che vivremmo in un mondo migliore perchè “Ridere di tutto...è forse un modo per sopravvivere, e anche se poi la fine sarà la stessa, rimane comunque il modo più divertente per arrivarci.”

Ma trovo davvero in pochi pronti a recepire questo messaggio e vivere in mezzo a persone perennemente arrabbiate per mille motivi, anche validi per carità, è davvero stancante. 
Si può passare per irresponsabili a ostinarsi a voler vedere il bene ovunque e a vivere comunque con il sorriso impostato di default, ma questo permette di vivere meglio, di non farsi ammazzare prima del tempo e, soprattutto, di non chiudere a chiave i nostri sogni in fondo ad un cassetto e abbandonarli lì. E Tommasi esorta a sognare in grande e in alto come il cielo. E non importa se non raggiungeremo il nostro traguardo. Ciò che conta è non arrendersi e fare quel passo in più che nessuno ha mai fatto prima per poterci ritenere soddisfatti. 
Ecco leggere questo autore mi rimette in pace con il mondo e mi fa credere, con ancora più forza, che quella che vedo in fondo al tunnel sia vera luce e non i fari di un treno ad alta velocità.
Poi di Tommasi mi appassiona leggere anche le storie, devastanti e tristissime, come quando scrive dei campi di concentramento o della strage di S. Anna di Stazzema. Il modo in cui lo fa è talmente rispettoso ed empatico che mi fa commuovere perchè mi ci sento dentro. E mi fa nascere la necessità di leggere ad alta voce quelle parole per favorirne la diffusione con la speranza di trasmettere le stesse emozioni che sto provando a chiunque possa sentirmi. Ecco, quando uno scritto ti fa venir voglia di leggere a voce alta, secondo me, è qualcosa di grande.
Ultimo ma non meno importante, il libro è scritto in modo molto corretto ed editato davvero bene.
Per tutte queste cose che ho scritto, ma in modo particolare perchè mi ha fatto star bene leggerlo e mi ha confermato che non sono la sola a voler vivere di pancia, ma nel rispetto delle regole, e godendo delle cose piccolissime che la vita ci regala, mi sento di assegnare quattro stelle a questo libro che vi consiglio assolutamente di leggere.

Recensione di

4 commenti:

  1. Complimenti per lo scritto... invogli le persone a leggere...

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    1. Grazie a te mi hai fatto un bellissimo complimento. Questo autore mi piace per tutte le emozioni che mette in quello che scrive. Per qualcuno è troppo melenso ma a me piace. Quanto Marco Chiaravalle che tra gli emergenti è il mio preferito.

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  2. Risposte
    1. Grazie a te. Io lo leggo davvero volentieri. Mi sento...abbracciata.

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