lunedì 26 febbraio 2024

Recensione - "Abbracciami" di Gianfranco Iovino

Titolo:
Abbracciami
Autore: Gianfranco Iovino
Genere: Narrativa
Pagine: 256
Editore: Capponi Editore
Data di uscita: 15 giugno 2023

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Quella che state per leggere è la mia storia, quella di Andrea Stefani, un ragazzo di diciassette anni, studente, che vive sull’isola di Procida. Ho due amiche del cuore con le quali condivido il mio tempo libero perché siamo così diversi da completarci alla perfezione, riuscendo ad alleggerirci a vicenda i pesi della nostra età, che porta con sé tante frustrazioni e disagi esistenziali. Poi c’è lui, Antonio, il mio faro illuminante, sempre disposto ad ascoltarmi, incoraggiarmi e, se mi vede troppo triste e deluso, difendermi attraverso quello che resta il gesto più avvolgente e protettivo che conosca: l’abbraccio! Non posso però, lasciarvi alla lettura senza prima prepararvi al Mocio, un mio coetaneo perfido e spregevole, che mi sta rendendo la vita un vero inferno dal quale non riesco a scappare e rischio di bruciarmi per sempre. La mia storia è quella di tanti, troppi altri ragazzi come me, che vivono la propria esistenza a stretto contatto con il bullismo, che lascia segni dolorosi sul cuore e nell’anima… incancellabili a vita!

Ho partecipato a due presentazioni di questo libro con quattro classi delle scuole superiori e ho avuto modo, così, di conoscere l’autore. Il classico uomo di Napoli, solare e accogliente. Andando a leggere la sua biografia ho scoperto il suo estro artistico che spazia dalla passione per la musica e per la scrittura. Sicuramente una persona che ama stare tra la gente e, particolarmente, tra i ragazzi che sembra comprendere bene. Ha saputo confrontarsi con loro condividendo le sue esperienze di vittima di bullismo quand’era ragazzo e, evidentemente ha saputo toccare qualche corda per sollecitare interventi su un tema delicato qual è il bullismo.

Il libro è scritto in prima persona. Il diciassettenne Andrea racconta di sé. Le sue relazioni con la famiglia. Le amicizie. Le dinamiche che si innescano a scuola. È un ragazzo simpatico Andrea, che giorno dopo giorno trova la forza di alzarsi dal letto e affrontare giornate che si susseguono in un continuo di ostacoli da superare.

Tutti si trovano a dover affrontare varie problematiche nella propria vita ma in quella di Andrea sono amplificate da un suo “difettuccio”, come lo chiama lui.

Qui mi permetto di dire che non avrei usato questo termine perché, secondo me, ha una valenza di giudizio negativo anche se non credo, sinceramente, fosse l’intento dell’autore.

Un bullo non ha bisogno di un motivo particolare per prendersela con qualcuno. Gli basta che sia più debole e che in qualcosa, qualsiasi cosa, si differenzi da quello che il bullo stesso considera normale. Potrebbe essere troppo alto, magro, basso, grasso, troppo studioso o poco studioso. Avere i capelli rossi o le lentiggini. Avere la pelle del colore sbagliato, sempre che ci sia un colore giusto. Non vestire alla moda o essere troppo trendy.

La caratteristica principale, però, è che si tratti di una persona debole, in qualche modo, e che non abbia nessuno che può proteggerlo.

E Andrea è così, racchiude tutte queste caratteristiche. Persino suo padre non riesce ad accettarlo per quello che è. Quante volte avrebbe bisogno di una pacca sulla spalla e di sentirsi amato.

La cosa stranissima è che trova tutto questo in Antonio. Potrebbe essere suo nonno ma tra i due nasce un’amicizia vera pur se sono così diversi e lontani per età. Quante volte Andrea lo va a trovare per raccontargli le sue tribolazioni a casa e a scuola sentendosi ascoltato, accolto da questo anziano signore che riversa su di lui l’affetto che i suoi figli non sembrano più cercare.

E quando la tristezza sembra essere inconsolabile eccolo usare la sua arma segreta: l’abbraccio in cui il ragazzo si rifugia e trova tutto l’amore del mondo.

Credo che le pagine più belle di questo libro siano quella in cui Andrea descrive il comportamento dei suoi compagni che sentendo parlare di bullismo rimangono passivi e indifferenti come se si trattasse di un fenomeno loro estraneo. Ed anche dopo il suo intervento, nel quale si mette a nudo raccontando di esserne vittima e di quanto questo lo faccia star male, nulla smuove le espressioni degli altri ragazzi che si mantengono estranei al suo vissuto. Nelle parole che Andrea usa per descriverle si percepisce tutta la sua sofferenza e la sua rabbia per la loro indifferenza.

L’altra pagina che da sola vale la lettura del libro è il racconto di Andrea ad Antonio relativamente al motivo per cui viene bullizzato. Data l’età di Nonno Abbraccio ci starebbe un suo tentennamento, anche una parvenza di giudizio, ed invece la sua reazione è straordinaria. Ma non la saprete da me.

Per il resto il libro è ben scritto ed esprime bene il sentire di un diciassettene di Procida. È adatto a smuovere gli animi ai ragazzi, specie a quelli che vivono le stesse esperienze del protagonista. Lo vedrei bene usato nelle scuole superiori per affrontare il tema bullismo e disagio giovanile in genere. La storia di Andrea potrebbe, a mio avviso, anche mettere molti genitori di fronte alle proprie responsabilità.

Assegno quattro stelle e vi auguro buona lettura.


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