giovedì 2 marzo 2023

Recensione - "La trama di Elena" di Francesca Sensini

 
Titolo:
 La trama di Elena
Autore: Francesca Sensini
Genere: Narrativa
Pagine: 192
Editore: Ponte alle Grazie
Data di uscita: 14 febbraio 2023

AMAZON

Elena, da sempre e per sempre la più bella, si sottrae al tribunale del tempo – e degli uomini – per offrirci la sua versione dei fatti. Sulla soglia della realtà, tra il dentro e il fuori, il cielo e la terra, il tempo degli eroi e quello degli uomini, tesse la sua trama, distinguendosi dalla fedele Penelope, da Clitemnestra, rosa d'invidia, da Leda, che sogna il suo cigno divino, da Andromaca magnanima, che tutto sa accettare. Elena racconta una storia nuova, con voce diversa, con tanti finali. Protagonista e insieme emula di Omero, fiaccola accesa o azzurro fantasma, scorta i guerrieri «uccisori di mostri» verso la porta d'uscita, innescando una guerra che distruggerà il loro mondo e inaugurerà una nuova era. Il filo teso sul suo antico telaio si impiglia nei capelli di Teseo e nelle ciglia di Paride, nello sguardo di Menelao e nella selvatichezza di Achille, si aggroviglia intorno alla caviglia di una dea, ai capricci di un principe, alla freccia di un cupido bambino. Originata dal mito, la regina di Sparta, con la sua ambiguità, ne supera ogni confine. Arriva sulla terra per sovvertire ruoli, realizzare destini, sollevare contraddizioni. Venerata o maledetta, viene strattonata in tutte le direzioni, ma non rinuncia mai alla sua vocazione, quella di essere un discorso aperto sulla bellezza del mondo: «Sono quella che ha scelto l'amore, quella che gli dèi hanno scelto come loro emissaria, al di là del bene e del male».

Francesca Sensini, da grande appassionata della lingua greca e della storia di Dei, Eroi e Miti, con questo libro intende rivolgersi a un pubblico parimenti appassionato di storia, di miti e di storie antiche e senza tempo. Sì, perché la forza dei miti greci è che ci arrivano da un punto zero della nostra civiltà che, in quanto tale, è ammantato dal fascino delle origini. Lo stesso fascino che è tipico dei canti di Omero, che ci permettono di recuperare una parte di storia molto antica.

Elena è in parte divina e in parte mortale. Suo padre è infatti Zeus mentre la madre è Leda, regina di Sparta. Il racconto del suo concepimento mostra in modo molto chiaro come Zeus, e gli dei in genere, non tenessero in minimo conto quello che poteva essere il volere dei mortali, e delle donne in particolare.
La sua parte divina è un peso per Elena che però, come tutti i greci, è consapevole del fatto che noi umani abbiamo, a differenza degli dei, limiti invalicabili. Lei, in modo molto saggio, accetta questi limiti e questo le permette di vivere meglio tutte le vicende che si trova ad attraversare nel corso della sua vita. 
In questo libro è evidente la voglia che ha Elena di raccontarsi. Di dare la sua versione. Di essere, finalmente, capita. 
Lei non si sente la donna più bella del mondo, o almeno non traspare mai che il suo comportamento sia dettato dal sentirsi tale. Lei sa che per gli uomini del suo tempo non era altro che un bene prezioso così come tutti gli altri che andavano a costituire i bottini che venivano razziati in guerra.

La parte iniziale della sua storia Elena la racconta anche attraverso la ricostruzione etimologica dei nomi, cosa che può risultare non semplice e poco piacevole. Questa scelta è dettata dall’amore dell’autrice per la lingua greca e dalla sua idea che dentro ad ogni parola ci siano tante storie. In effetti attraverso l’etimologia è possibile capire il significato anche di parole che non si conoscono e quindi si giustifica la scelta dell’autrice.
Ma torniamo a Elena. Dice di sé:

“Io rifiuto i ruoli, non mi sfinisco per compiere dei pretesi doveri di donna, recriminando contro gli uomini; non mi sacrifico per loro, né mi industrio in macchinazioni tortuose per arrivare a uno scopo che, in ogni caso, non ho. Sorrido di fronte al mio destino, che raramente mi annoia. Basto a me stessa. Amo l’indipendenza dei miei amori, l’emancipazione che hanno saputo raggiungere, dal bisogno. E mi separo da loro sinceramente, accogliendo anche il rancore, se sanno portarmene”.

Quanto è moderna questa donna? 
Inoltre, in tutta la sua narrazione Elena non mostra mai uno sguardo giudicante e invidioso e non perché si ritenga superiore e migliore degli altri. In realtà lei non si percepisce come la donna più bella che esista e quindi non si può affermare che non invidi le altre perché conscia di essere migliore di loro. Non è così.
Lei invece, unica donna del mondo antico, è molto invidiata e odiata, soprattutto dalle altre donne. Anche sua sorella Clitemnestra è molto gelosa di Elena, non perché quest’ultima si comporti con presunzione ma semplicemente perché soffre vedendone la bellezza senza riuscire a focalizzarsi sulla propria avvenenza e grandezza. 
Gli uomini hanno invece un atteggiamento molto benevolo nei confronti di Elena. Perfino Priamo che ha visto la sua città distrutta e i suoi figli ammazzati per lei. I maschi non sentono nei suoi confronti alcuna competizione e comprendono che quello che accade non è volontà di Elena, in realtà, ma degli dei. 
Elena ha seguito Paride non perché lui l’abbia costretta o perché lei si fosse perdutamente innamorata. Lo ha seguito perché così era stato scritto.

“La scelta non è una spora che scende dall’alto, portata dal vento di un pensiero che germina nella volontà producendo un atto assolutamente libero. Essa dipende dal contesto in cui la si matura, per poi formularla, dall’educazione ricevuta, da quello che, nel momento di scegliere, crediamo di sapere di noi e della realtà che ci circonda, da quello che speriamo di ottenere e che, alle volte, tentiamo di prevedere, soppesando pro e contro con un ideale bilancino di precisione”.

E ancora:

Paride afferma che ho scelto di seguirlo con entusiasmo perché mi ha costretta. La frase suona come un paradosso e sembra celare un’allusione un po’ impertinente a un mio gusto per le maniere forti, per una certa ruvidezza maschile. In realtà, le cose non stanno proprio così”.

Insomma anche in questo libro abbiamo una lettura diversa rispetto a quanto studiato a scuola nelle ore di “Epica”. Chissà se libri come questo o Il canto di Calliope, o Circe vengono consigliati agli studenti e alle studentesse del liceo per stimolare discussioni sui diversi punti di vista maschili e femminili. Credo che ne uscirebbero delle belle lezioni e dei bei ragionamenti.
Non avendo solide basi di latino e greco confesso che ho fatto un po’ fatica in alcuni passi ma la storia dei Miti mi piace così tanto che ho voluto proseguire e arrivare alla fine.
Elena ha saputo conquistare la mia empatia e offrirmi una nuova visione su quanto un tempo studiato a scuola e poi rinverdito  recentemente con i testi precedentemente nominati.
Assegno, quindi, 4 stelle, ne consiglio la lettura e mi auguro davvero che libri così entrino anche nelle scuole.
Buona lettura.


Recensione di

2 commenti:

  1. Interessante, ottima recensione, grazie

    RispondiElimina
  2. Bellissimo libro, lo inserisco subito nella wishlist anche perché il personaggio d Elena è sempre stato, secondo me, un po' trascurato anche nei retelling. Circe e Il Canto Di Calliope non li ho ancora letti purtroppo ❤️❤️

    RispondiElimina

I vostri commenti alimentano il mio blog!
Se quello che ho scritto ti è piaciuto, lascia un segno del tuo passaggio. Te ne sarò grata.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...