giovedì 11 agosto 2022

Recensione - "Una storia come tante" di Michele Vincelli

Ciao a tutti! Come procede la vostra estate? Ieri era San Lorenzo, la notte delle stelle, ed io come ogni anno me lo dimentico... e va bè... sopravvivrò anche quest'anno! XD 
Oggi sul blog vi propongo l'ultimo libro letto da Monica, una storia di una autore self che ha voluto parlare dei suoi nonni e del periodo della guerra che li ha investiti.
Titolo:
 Una storia come tante
Autore: Michele Vincelli
Genere: Narrativa
Pagine: 236
Editore: Self
Data di uscita: 2 agosto 2021

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Una storia di guerra e amore, di sacro e profano, di note bianche e note nere. Una storia di attesa. Di buio e luce. Di estate e di inverno. Una storia di fili. Fili che s'intrecciano e che a volte non si vedono. Una storia di rabbia e lavoro, di miseria e fatica. Una storia di strade. Strade da scegliere, in cui perdersi o ritrovarsi. La storia di un incontro. Di anni di silenzio, paura e dolore. Una storia di gente semplice che vive di terra e di cielo. La storia di un treno che porta via e che qualche volta riporta indietro. La storia di un fiocco di neve. La storia di mio nonno, dei proiettili che aveva in corpo e una cicatrice nel respiro. Una storia semplice, di gente che vive e che muore. Una storia in cui la luna parla e sussurra la verita a chi si fida di lei. Una storia di giusto e ingiusto. Una storia effimera... come un colpo di grancassa. La storia di un viaggio, per lasciare alle spalle la paura. In fin dei conti... una storia come tante.
Le storie che si svolgono in tempi di guerra mi conquistano sempre, nonostante i refusi e nonostante i lunghi, forse troppo, stralci in dialetto. 
Siamo a Casacalenda, in provincia di Campobasso. È un paese in collina dove per lavorare la terra si fa ancora più fatica che in pianura date le pendenze. La vita è dura e la guerra non può che far peggiorare le cose. Ma in questo paese ritroviamo la saggezza popolare della gente semplice. Ecco che la presenza di tre vie che permettono percorsi più o meno agevoli e rapidi diventa occasione per riflettere sulla personalità di chi imbocca l’una o l’altra via.
“E’ bene ricordare però come ogni decisione è nostra responsabilità, per tanto bisogna avere la lucidità di dirsi che da sempre la “scala ad L” è la scelta di chi scappa. Di chi non vuol vedere. Di chi si smarrisce nella praticità scegliendo la comodità come espediente.”
Il narratore oltre a raccontare la storia dei suoi nonni ci regala anche queste osservazioni che a me piacciono tanto. 
E così descrive questi tre possibili percorsi rendendoci partecipi di scorci di vita paesana e panorami che si possono o meno incrociare, a seconda di quale si scelga, per poi concludere:
“La strada può decidere il percorso ma il viandante dove arrivare.”
Mi piacciono i richiami al fatto che siamo noi a decidere che cosa fare della nostra vita. In un mondo in cui tutto sembra essere sempre responsabilità di qualcun altro è bello leggere nero su bianco che ognuno di noi è responsabile delle sue scelte.
“Non ci sono indicazioni sicure per trovare la direzione giusta o quella sbagliata. Non si potrà trovare la verità seguendo un’altra persona. Solo dentro sé s’intuirà la direzione che conduce al proprio senso di tutto.”
Dopo un breve accenno alla guerra che arriva anche a Casacalenda, seminando terrore e aumentando, se possibile, la miseria degli abitanti del paese, inizia la storia di Angelina e Domenico. Inizialmente conosciamo lei. Una donna, oggi la si definirebbe ragazzina, che si è vista strappare dalle braccia il marito ad una settimana dalle nozze da una guerra che sembrava così lontana. Una donna che si è fatta carico del lavoro nei campi che svolge con forza, precisione, ostinazione. 
“Metteva l’anima nelle cose e pretendeva l’anima dalle cose.”
Angelina lavora e aspetta. Vede tornare gli altri uomini dal fronte. Vede arrivare le lettere che annunciano la morte di soldati ma non riceve alcuna notizia del marito. Eppure non si lascia andare alla disperazione. Piangere non serve a nulla. Rende deboli e lei ha bisogno di tutta la sua forza per dissodare la terra.
Angelina è una donna pratica. Ha bisogno di fare. Ecco che per chiedere alla Madonna della Difesa la grazia di veder tornare il suo Domenico non si limita a sgranare il rosario e a battersi il petto. Lei si indebita per comprare stoffa e filo per donare alla Madonna un bel ricamo. 
E quando nemmeno la fede sembra più sostenere in quell’attesa snervante, Angelina si rivolge alla strega, o maga, del paese. Perché in ogni paese c’è una di queste figure avvolte dal mistero che sembrano sapere e vedere oltre l’umano scibile.
Questa figura si rivela importante per Angelina. Riesce a darle la forza di sperare ancora traendo un messaggio positivo da un evento più che banale in una notte paesana. La speranza è l’unica cosa che la può sostenere e così Angelina continua a lavorare e ad aspettare finché non riceve una breve lettera da Domenico che finalmente ha potuto farsi vivo. Sono poche parole che le confermano quanto grande sia il cuore dell’uomo che ha sposato.
Da quel momento la sua vita subisce una rivoluzione che la porta ad affrontare un lungo viaggio attraverso un’Italia devastata dalla guerra per rivedere il suo uomo. Durante il viaggio si ha modo di riflettere ancora sulle cose in comune ai vari luoghi e sulle cose invece diverse. E poi il ritorno a casa e l’epilogo di una vita che non potrà mai dirsi come prima perché la guerra non si è presa la vita di Domenico ma ne ha minato la salute. In fondo lo sappiamo noi del popolo che 
“Questa è la guerra. Non ha senso né pietà”.
Se solo lo sapessero anche i potenti. Quelli che dichiarano la guerra ma mandano il popolo a morire al fronte.
E quindi che dire? Questo libro ha saputo toccare i miei fili emotivi più profondi (molto bella nel libro la parte in cui si parla dei fili che legano cose, persone e sentimenti) e mi ha coinvolta nella storia. Ogni tanto mi torna in mente quel paese dal nome così strano e, confesso, mi è venuta voglia di saperne un po’ di più e di vedere quale strada sceglierei per iniziare a visitarlo…ma tanto so già che le percorrerei tutte, con estrema calma per assaporare ogni piccolo angolo di vita.
Assegno dunque tre stelle piene e vi invito a leggerlo perché la storia merita, e in tempi come il nostro in cui si sente lontano il rumore della battaglia che, speriamo di no, sembra avvicinarsi, è una lettura che dà molte occasioni per pensare.
Buona lettura

Monica - 10 Agosto 2022

Recensione di

2 commenti:

  1. Ma che bellissima recensione, mi hai messo addosso la voglia di leggere questo libro che non conoscevo. Il fatto che sia una storia vera è un valore aggiunto ❤️

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