mercoledì 12 febbraio 2025

Recensione - "Tunnel 29" di Helena Merriman

Titolo:
Tunnel 29
Autore: Helena Merriman
Genere: Storico
Pagine: 384
Editore: Mondadori
Data di uscita: 19 ottobre 2024

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Manca poco alla mezzanotte del 9 maggio 1962 e la serata è calda e afosa quando un ingegnoso gruppo di studenti comincia a scavare un tunnel sotto il Muro di Berlino. Non ne hanno mai visto uno vero prima, né hanno mai incontrato qualcuno che ne abbia scavato uno: tutto ciò che sanno lo hanno visto nei filmati in televisione. Si tratta della più azzardata operazione di fuga mai tentata sotto il Muro di Berlino. Ad aspettare dall'altra parte, 135 metri più in là, a Berlino Est, decine di uomini, donne e bambini, disposti a rischiare tutto pur di fuggire. Ma come si fa a realizzare un tunnel nel paese più sorvegliato al mondo senza usare macchinari rumorosi o acquistare attrezzi per mancanza di denaro? Come ottenere la luce, come respirare quando l'aria diventa rarefatta o evitare di morire annegati se si colpisce una tubazione? E se, una volta superata questa catena di ostacoli e arrivati all'altra estremità, la polizia fosse lì in attesa? Ripercorrendo l'avventura di Joachim Rudolph, lo studente dietro questo folle progetto, e attingendo a centinaia di ore di interviste con i sopravvissuti e a migliaia di pagine di documenti della Stasi, la giornalista inglese Helena Merriman racconta una straordinaria storia vera di amore, spionaggio e tradimento, di libertà rubata e della feroce lotta per riconquistarla. Con una scrittura avvolgente e un ritmo serrato, Merriman ci ricorda quanto la Storia possa determinare le nostre vite spingendoci a reagire in modi inaspettati e talvolta sorprendenti, proprio come è accaduto ai ragazzi e alle ragazze, agli uomini e alle donne protagonisti di questa incredibile storia.
Questa proposta di lettura della Mondadori mi ha colta di sorpresa. Non avevo mai letto nulla su questo argomento e ne ero proprio incuriosita.
Merriman, un po’ come Ritanna Armeni, ci racconta una grande storia partendo dalle piccole storie delle persone che hanno contribuito a farla.
E qui ci sono storie di bambini, di ragazzi che si innamorano, si sposano hanno figli. A far da contorno c’è la storia di un paese, la Germania, che esce dalla seconda guerra mondiale spaccata a metà. Di una potenza, la Russia, che ha una gran voglia di rivalsa nei confronti della Germania. Anche gli uomini dell’esercito russo hanno la stessa voglia e quando arrivano ad occupare questa nazione agiscono di conseguenza. Non si rendono conto di ripetere lo stesso copione che hanno subito, nei confronti di chi aveva già patito tanto per le scelte di altri.

Ricordo un libro che lessi qualche tempo fa nel quale si parlava della guerra di Spagna. L’autrice specificava come tutte le guerre possono iniziare con un ideale in nome del quale gli uomini di una parte e dell’altra combattono. Oltre un certo punto, però, gli ideali non ci sono più. Gli uomini scompaiono e rimangono le bestie. E Merriman ce lo mostra benissimo.

Ho provato a immaginarmi di vivere in una grande città che politicamente sia stata divisa in due parti tra le quali, però, sia possibile spostarsi per lavoro, studio o solo svago. E poi, una notte, senza nessun preavviso viene costruito un confine fisico, fatto di cemento e filo spinato, che non permette più il passaggio tra le due parti e ognuno deve restare dove si trova. Mogli e mariti, genitori e figli, fidanzati, amici sono di punto in bianco divisi senza possibilità di appello.
Ma come ogni confine, che venga messo per limitare lo spostamento delle persone, anche questo muro non fa che aumentare la voglia di passare dall’altra parte.
In molti riusciranno a scappare. In molti moriranno tentando di farlo.
Un gruppo di studenti, alcuni dei quali fuggiti in precedenza o con persone dall’altra parte con cui ricongiungersi, si rendono responsabili di questa fantastica avventura: costruire un tunnel che passi sotto il muro e permetta la fuga di più persone possibile.
Più si legge e più ci si ritrova sdraiati nel fango a scavare con le mani e pochi attrezzi quella terra argillosa sperando di non rompere qualche tubatura che vorrebbe dire fare la fine del topo.
E intanto si legge delle reazioni del presidente americano Kennedy, da molti accusato di essere rimasto indifferente alla costruzione del Muro. Della sua paura che la Guerra Fredda possa degenerare in una Guerra Nucleare.
E si rischia la paranoia rendendosi conto di quante spie era riuscita a mettere insieme la Stasi sia a Berlino Est sia a Berlino Ovest. Figli che denunciavano i genitori e viceversa. Sembra davvero un brutto film e invece era la quotidianità e lo è stato per così tanti anni.

Furono in molti a tentare di costruire dei tunnel al di sotto del Muro con mezzi più o meno rudimentali perché anche procurarsi il materiale era un rischio. Qualche spia poteva intuire quello che stavano facendo.
E le persone che dall’altra parte si preparavano alla fuga?
Immaginate di dover abbandonare tutto quello che avete e di non poter salutare nessuno perché, nel caso in cui la fuga avesse successo, la Stasi avrebbe accusato di avervi aiutato i vostri famigliari e amici. Meglio, dunque, che non sapessero nulla per non essere coinvolti.
E dover scappare con quello che riuscite ad indossare e i soldi. Le donne che si preparavano ad attraversare il tunnel con abiti eleganti e le scarpe col tacco mi hanno fatto una impressione pazzesca.

È un libro che appassiona, che passo passo vi porta per mano a entrare nella storia assieme a tutti i suoi protagonisti, compresa qualche spia. Io non sono nemmeno riuscita ad avercela con la spia che viene mostrata di più per il modo in cui era stata coinvolta. Ho sofferto con chi era finito in carcere e respirato male quando agli scavatori cadeva la polvere di terra addosso. Per queste sensazioni e perché è scritto ed editato molto bene assegno 5 stelle e vi consiglio caldamente di leggerlo. Perché è giusto sapere ciò che è stato.
Buona lettura.


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